E se fosse deliberata a maggioranza riterresti esistere gli estremi per l'annullamento?
(es. Presenza di armadietti di foggia varia, tende parasole di foggia e colore diverso? ecc.)
Non sono sicura di aver capito se riferisci questa domanda al caso di Pignatti , oppure in generale. Quindi...ti annoio e ti rispondo per entrambe le ipotesi.
In linea teorica generale non avrei alcun timore che possano essere inficiate le delibere a maggioranza che vadano a disciplinare l'uniformità estetica dell'edificio ed a preservarne il decoro architettonico (è il caso tipico degli esempi che porti tu stesso).
La ragione è semplice e nitida : è vero che l'assemblea ha potestà solo circa i beni comuni, ma la giurisprudenza è ormai costante nel ritenere che l'estetica ed il decoro siano beni comuni . Per cui : nulla di illegittimo nel concordare a maggioranza regole che vadano a disciplinare PER L'INTERO CONDOMINIO i criteri più idonei per salvaguardare questi beni comuni.
Il caso di Pignatti, però, presenta due particolarità che si fondono egregiamente per farne un caso tutto diverso:
1) esistono già dei dvisorii , e lei non farebbe altro che seguire "il precedente" curando di adeguarsi all'estetica di questo e del palazzo tutto;
2) proprio per questo...l'assemblea si troverebbe (un po' tragicamente, secondo me ) a deliberare...NON su una regola comune a tutti, bensì su un limite specifico (e per di più inventato apposta per lei) che limiterebbe soltanto la SUA PERSONALE possibilità di godimento della sua unità immobiliare.
Secondo me, come sempre!