se non ho capito male entrambi volete rogitare e successivamente avere un unico locale (come risulta solo di fatto, ma non pure catastalmente), non è chiaro, con quale destinazione catastale (C/6 o C/2), avendo nel preliminare una clausola che sospende gli effetti sino ad avvenuta regolarizzazione dell'immobile (da parte del venditore) entro la data rogito (in scadenza); presumendosi pure la non conformità urbanistica (progetto approvato di muro divisorio e due locali) il ripristino del muro, da un lato, sana l'irregolarità, dall'altro, evita cessazione effetti preliminare; opporsi a tale soluzione non giova ad entrambi, non intravedo, infatti, inadempimento, in presenza di una condizione sospensiva (non impossibile potendosi, comunque, ottenere la sanatoria), peraltro, presumendosi conosciuta (la non conformità dello stato di fatto con la planimetria catastale) sin dal momento della stipula del preliminare, anzi, come sembra di capire, rispondendo (il non ripristino del muro) ad un'esigenza dell'acquirente, piuttosto che del venditore; resta il fatto che i costi della sanatoria non possano che far carico solamente a quest'ultimo; una curiosità: ma rogitare come se lo stato di fatto fosse quello rappresentato catastalmente e accordarsi sulle spese per la pratica (cila/scia) per unire i due locali?