Sicuramente cittadini normali non sempre conoscono i regolamenti o non conoscono gli aggiornamenti che spesso si susseguono e a volte si contraddicono.
Che però si trovino a dover fare i conti con questi, quando i lavori, regolarmente denunciati e seguiti da un tecnico, sono terminati.... non è il massimo.
Tutto quanto hai elencato lo ho imparato a lavori in corso, ed hai ragione. ho a fatica preteso di applicare certi accorgimenti anche dove non strettamente prescritti: sarebbero già stati fatti per un eventuale futuro. Ma serve esperienza.
I miei suoceri hanno dovuto rifare il tetto: valeva la pena chiedere il permesso per il recupero del sottotetto; deciso, fatto fare le pratiche , terminato il lavoro.
A fine lavori, richiesta l'agibilità, è saltato fuori che non era stato previsto il "tappetino" anticalpestio, e non si è ottenuto il collaudo.
La regola c'era già quando è iniziato il lavoro?
C'era ma mancava la norma attuativa?
E' stata una dimenticanza del DL?
Una dimenticanza del muratore?
Il Comune può richiederne la esecuzione anche a posteriori anche se i lavori sono iniziati prima della data di decorrenza?
Qui ti assicuro che anche un bambino capirebbe che se previsto, si mette sto anticalpestio: in corso d'opera non costa nulla: dopo un sacco di soldi e sangue cattivo.
Ma ci sono anche norme che assomigliano più a grida manzoniane.
Leggevo recentemente un D. R. del Piemonte, che prescrive che anche per la semplice sostituzione di un vetro, senza ristrutturazioni in corso, questo si dovrebbe rimpiazzare con vetri (a questo punto doppi) di trasmittanza minima XY.
Ora bisogna essere realisti:
io l'ho letto per caso, ma chi può pensare che su un vecchio serramento non predisposto per doppi vetri certamente più spessi, un tizio che rompe il vecchio vetro si ponga la domanda? Va dal vetraio e compra una lastra identica a quella rotta. Con buona pace di tutti.
Come si può pensare di verificare questo cosiddetto "abuso edilizio"?
Servono poche e chiare norme, senza velleitarismo: se no si creano solo le condizioni per la discrezionalità e gli abusi.
Che però si trovino a dover fare i conti con questi, quando i lavori, regolarmente denunciati e seguiti da un tecnico, sono terminati.... non è il massimo.
Tutto quanto hai elencato lo ho imparato a lavori in corso, ed hai ragione. ho a fatica preteso di applicare certi accorgimenti anche dove non strettamente prescritti: sarebbero già stati fatti per un eventuale futuro. Ma serve esperienza.
I miei suoceri hanno dovuto rifare il tetto: valeva la pena chiedere il permesso per il recupero del sottotetto; deciso, fatto fare le pratiche , terminato il lavoro.
A fine lavori, richiesta l'agibilità, è saltato fuori che non era stato previsto il "tappetino" anticalpestio, e non si è ottenuto il collaudo.
La regola c'era già quando è iniziato il lavoro?
C'era ma mancava la norma attuativa?
E' stata una dimenticanza del DL?
Una dimenticanza del muratore?
Il Comune può richiederne la esecuzione anche a posteriori anche se i lavori sono iniziati prima della data di decorrenza?
Qui ti assicuro che anche un bambino capirebbe che se previsto, si mette sto anticalpestio: in corso d'opera non costa nulla: dopo un sacco di soldi e sangue cattivo.
Ma ci sono anche norme che assomigliano più a grida manzoniane.
Leggevo recentemente un D. R. del Piemonte, che prescrive che anche per la semplice sostituzione di un vetro, senza ristrutturazioni in corso, questo si dovrebbe rimpiazzare con vetri (a questo punto doppi) di trasmittanza minima XY.
Ora bisogna essere realisti:
io l'ho letto per caso, ma chi può pensare che su un vecchio serramento non predisposto per doppi vetri certamente più spessi, un tizio che rompe il vecchio vetro si ponga la domanda? Va dal vetraio e compra una lastra identica a quella rotta. Con buona pace di tutti.
Come si può pensare di verificare questo cosiddetto "abuso edilizio"?
Servono poche e chiare norme, senza velleitarismo: se no si creano solo le condizioni per la discrezionalità e gli abusi.