Troppi ragazzini entrano in agenzia, soprattutto in franchising, come acquisitori, ma poi, quando imparano o credono di aver imparato, salutano il titolare, fanno ciao ciao con la manina, diventano AI e aprono le proprie agenzie. Con risultati magari soddisfacenti.
Tu insegni i segreti del mestiere a loro ma loro se ne vanno e ti fanno concorrenza vicino casa.
Una seccatura per il "maestro" ma tutto è perfettamente legale...se nel frattempo "i discepoli" prendono il patentino di mediatore immobiliare, beninteso.
Ma se si riflette un pò...non si è costretti dalla necessità a comportarsi così? Ad appoggiarsi a dei collaboratori? Ad allevarsi, a volte, delle serpi in seno?
Siamo perfettamente d’accordo; l'acquisizione è la parte più importante e difficile del vostro lavoro perché se acquisisci male non venderai mai, se acquisisci bene venderai subito e bene.
Ma se non acquisisci un bel nulla cambi mestiere e basta.
Ma se devo acquisire immobili sono sempre fuori, devo camminare e scarpinare per le vie della città, non sono mai in ufficio, lontano da esso , a volte, decine di km, ma allora, tutte le altre incombenze che bisogna assolvere, aggiornamento leggi, pratiche antiriciclaggio, registri vari, telefonate, appuntamenti per visite appartamenti, stipula di contratti, contatti personali, rapporti con le banche, posizionamenti strategici di cartelli su pareti e mura, costruzione e aggiornamento della pubblicità sul web, visure ipocatastali, controlli urbanistici, chiacchierate con geometri e avvocati…chi me li sbriga?
Quindi, o sono Superman ( o Maurizio Zucchetti...) oppure ho assolutamente bisogno di un acquisitore ragazzino, oppure di una segretaria in ufficio, oppure di un socio o collaboratore….pronto, magari, in breve tempo a farmi le scarpe.
Ma non ci si può far nulla. Da qui non si scappa.
L’agente immobiliare non può essere, oggigiorno, un anacoreta, un cenobita, un eremita…una fragile canna solitaria sbattuta da tutti i venti che soffiono sul mercato immobiliare.
E' indispensabile che faccia società, gruppo. Deve essere una persona socievole disposta a dividere con altri i compiti, le forze e i guadagni.
E’ giusto questo ragionamento oppure mi sono perso qualcosa per strada?
Tu insegni i segreti del mestiere a loro ma loro se ne vanno e ti fanno concorrenza vicino casa.
Una seccatura per il "maestro" ma tutto è perfettamente legale...se nel frattempo "i discepoli" prendono il patentino di mediatore immobiliare, beninteso.
Ma se si riflette un pò...non si è costretti dalla necessità a comportarsi così? Ad appoggiarsi a dei collaboratori? Ad allevarsi, a volte, delle serpi in seno?
Siamo perfettamente d’accordo; l'acquisizione è la parte più importante e difficile del vostro lavoro perché se acquisisci male non venderai mai, se acquisisci bene venderai subito e bene.
Ma se non acquisisci un bel nulla cambi mestiere e basta.
Ma se devo acquisire immobili sono sempre fuori, devo camminare e scarpinare per le vie della città, non sono mai in ufficio, lontano da esso , a volte, decine di km, ma allora, tutte le altre incombenze che bisogna assolvere, aggiornamento leggi, pratiche antiriciclaggio, registri vari, telefonate, appuntamenti per visite appartamenti, stipula di contratti, contatti personali, rapporti con le banche, posizionamenti strategici di cartelli su pareti e mura, costruzione e aggiornamento della pubblicità sul web, visure ipocatastali, controlli urbanistici, chiacchierate con geometri e avvocati…chi me li sbriga?
Quindi, o sono Superman ( o Maurizio Zucchetti...) oppure ho assolutamente bisogno di un acquisitore ragazzino, oppure di una segretaria in ufficio, oppure di un socio o collaboratore….pronto, magari, in breve tempo a farmi le scarpe.
Ma non ci si può far nulla. Da qui non si scappa.
L’agente immobiliare non può essere, oggigiorno, un anacoreta, un cenobita, un eremita…una fragile canna solitaria sbattuta da tutti i venti che soffiono sul mercato immobiliare.
E' indispensabile che faccia società, gruppo. Deve essere una persona socievole disposta a dividere con altri i compiti, le forze e i guadagni.
E’ giusto questo ragionamento oppure mi sono perso qualcosa per strada?