Per me la questione va vista in termini leggermente diversi e, anche, meno confusi:
1. Il fatto di aver eliminato l'antibagno che separa un bagno (principale o di servizio non importa) da un'altra stanza principale, non è un'operazione consentita dalle norme igieniche. Inoltre, visto che in questo momento l'appartamento è diverso da come è stato concessionato in origine, rappresenta un abuso. Abuso non sanabile neanche presentando una variazione in Comune, proprio per le norme igieniche di cui accennavo prima.
2. Non è sufficiente presentare un docfa in variazione 'perchè tanto l'acquirente lo vuole così': prima di tutto non è una procedura corretta, visto che è un abuso, secondo non potrebbe un tecnico neanche accondiscendente fartelo, perchè tecnicamente dichiarerebbe un falso e dovrebbe indicare il motivo della variazione, facendo riferimento alla pratica comunale di variazione dell'appartamento.
3. Il notaio, se viene a conoscenza in qualche modo di una 'non conformità' dello stato di fatto esistente dalla planimetria catastale, si rifiuterà di fare il rogito. La conformità è una cosa che viene dichiarata in sede di rogito dalla parte acquirente e dal venditore. La conformità consiste nella 'consistenza dell'immobile, nella uguale rendita, nell'uguale NUMERO DI VANI', inoltre, soprattutto, non ci devono essere abusi. Ti faccio un esempio: una porta spostata di mezzo metro non costituisce problema perchè non cambia i parametri detti prima, mentre un muro abbattuto si, perchè di fatto toglie un vano. Arrivare al rogito senza aver chiarito per bene questi aspetti con la parte acquirente mi sembra molto rischioso. Seguo diversi rogiti e ho fatto diverse perizie: ti assicuro che i problemi è meglio chiarirli tutti prima.
4. Per me le strade sono solo due: 1- ricostruisci il muro e sani la situazione del tuo immobile e ti rimetti in regola con la legge; 2- ti accordi per bene con la parte acquirente, spiegandogli che la planimetria catastale non può essere aggiornata, che la mancanza dell'antibagno per la legge è un abuso e che, se lo vuole così dovrete dichiarare il falso in fase di rogito. Ti ricordo anche che, però la legge dice che una dichiarazione mendace in fase di rogito può essere condizione sufficiente ad invalidare l'atto... quindi un piccolo rischio rimane, anche se, se c'è l'accordo tra le parti, è molto molto remoto.
5. Rimane un ultimo aspetto: spesso i notai chiedono di allegare al rogito una perizia di un tecnico che, di solito, è chiamato dalla parte acquirente. Se così fosse, questo è un aspetto che impedisce la seconda soluzione del punto precedente, a meno che il tecnico non dichiari il falso..... io, come tecnico, mi dispiace ma non la farei una dichiarazione simile.
Spero di esserti stata utile.. in bocca al lupo!