Basta un generico diploma di secondo grado, la frequenza di un corso professionalizzante e il superamento di un esame camerale, per potersi abilitare all’esercizio della professione di Agente Immobiliare.
Ogni tanto si parla di creare un percorso accademico, almeno triennale, per diventare agenti immobiliari, ma la cosa rimane una boutade se poi tale percorso non prevede un tiricinio professionale, un esame di Stato e un'iscrizione ad un albo dedicato.
Ma quali sono realmente i veri molteplici percorsi di studio e culturali di un agente immobiliare concreto?
Secondo voi quanti diplomati ma anche quanti laureati ci sono nelle schiere di che svolge tale lavoro?
Quanti delle vecchie leve, quelle che hanno cominciato ante legge n.39 del ’89, posseggono “solo” la terza media se non anche la quinta elementare (insieme a tanta esperienza sul campo che vale più di un titolo accademico) ?
Un geometra, un ragioniere o un laureato in Giurisprudenza può trovare uno sbocco naturale nella professione di mediatore, oggi tanto complessa e dalle competenze eterogenee, ma se incontrate un Architetto, un Economista o una persona che vanta una maturità classica o scientifica, se non addirittura un laureato in Lettere o in Sociologia cosa pensate realmente?
E’ vittima delle disoccupazione intellettuale?
Fa il mediatore per ripiego?
Doveva pur trovare una fonte di reddito?
Si è dovuto accontentare del primo lavoro che ha trovato?
Aveva un cugino già ben avviato alla professione, e allora..?
Quanti agenti immobiliari che conoscete, di cui siete colleghi nella vostra città o paese, si trovano in queste condizioni lavorative?
O viceversa questo lavoro, a volte tanto bistrattato, sia dall’ Istituzioni che dall’opinione pubblica, possiede misteriosamente un lato nascosto di grande fascino, un elemento di incanto, è fornito di un profilo ricco di seduzione, tanto da cogliere nel cuore, con il suo sortilegio, persino persone di grande preparazione intellettuale e culturale?
Ma se, tale attività, è cosi interessante, intrigante ed avvincente perché è cosi poco apprezzato dai più?
Qual’ è la vostra autorevole opinione?
Ogni tanto si parla di creare un percorso accademico, almeno triennale, per diventare agenti immobiliari, ma la cosa rimane una boutade se poi tale percorso non prevede un tiricinio professionale, un esame di Stato e un'iscrizione ad un albo dedicato.
Ma quali sono realmente i veri molteplici percorsi di studio e culturali di un agente immobiliare concreto?
Secondo voi quanti diplomati ma anche quanti laureati ci sono nelle schiere di che svolge tale lavoro?
Quanti delle vecchie leve, quelle che hanno cominciato ante legge n.39 del ’89, posseggono “solo” la terza media se non anche la quinta elementare (insieme a tanta esperienza sul campo che vale più di un titolo accademico) ?
Un geometra, un ragioniere o un laureato in Giurisprudenza può trovare uno sbocco naturale nella professione di mediatore, oggi tanto complessa e dalle competenze eterogenee, ma se incontrate un Architetto, un Economista o una persona che vanta una maturità classica o scientifica, se non addirittura un laureato in Lettere o in Sociologia cosa pensate realmente?
E’ vittima delle disoccupazione intellettuale?
Fa il mediatore per ripiego?
Doveva pur trovare una fonte di reddito?
Si è dovuto accontentare del primo lavoro che ha trovato?
Aveva un cugino già ben avviato alla professione, e allora..?
Quanti agenti immobiliari che conoscete, di cui siete colleghi nella vostra città o paese, si trovano in queste condizioni lavorative?
O viceversa questo lavoro, a volte tanto bistrattato, sia dall’ Istituzioni che dall’opinione pubblica, possiede misteriosamente un lato nascosto di grande fascino, un elemento di incanto, è fornito di un profilo ricco di seduzione, tanto da cogliere nel cuore, con il suo sortilegio, persino persone di grande preparazione intellettuale e culturale?
Ma se, tale attività, è cosi interessante, intrigante ed avvincente perché è cosi poco apprezzato dai più?
Qual’ è la vostra autorevole opinione?