Dato che il commento è stato cancellato (ma altri no e vabbé), ricordo che per ogni epoca si sono applicate norme e prassi differenti. Fino al 1985 il cambio d'uso non era affatto chiaro come si dovesse fare e molte sentenze hanno stabilito che, prima di tale data e in assenza di opere, non era necessaria alcuna pratica o assenso in merito.
Ora esperti che non erano nemmeno nati, o esercitavano, in tale periodo, pretendono di applicare la normativa attuale ed il sentito dire, tuttavia approcciarsi alle vecchie pratiche senza un adeguato bagaglio culturale risulta e risulterà sempre deleterio per il cliente.
Il caso di specie sembra calzare a pennello (dico sembra poiché non ho analizzato le carte):
-Vendita persa, agente immobiliare che si è preso i peggio improperi, Notaio ritenuto stupido, soci della società ritenuti inadeguati, tecnico che presentò la variazione catastale "pseudotecnico", probabile variazione catastale da Ufficio ad Abitazione in assenza di titolo.
Chiudo con una riflessione: se invece di pensare che la nostra generazione è la più furba, istruita, intelligente e scaltra studiassimo ed analizzassimo il passato e il perché di determinati comportamenti, ci accorgeremmo invece dell'estrema superficialità che ci affligge.
Il cemento romano è indiscutibilmente migliore del Portland, la casa sulla cascata sarebbe crollata senza interventi successivi e se il costruttore non avesse disatteso gli ordini del "genio progettista" inserendo più ferro come da esperienza.
Ma noi siamo meglio, vero?