Mil

Membro Senior
Bhè...visto come vanno queste cose, se aspettiamo per cambiare che vengano meno i privilegi...speriamo solo che il 2050 non sia troppo lontano...

se per privilegi intendiamo lo stesso numero di forestali del canada in calabria è un conto, se invece intendiamo lo smantellamento totale di ogni genere di welfare per essere più americani di quanto non siamo già, la presenza massiccia di multinazionali e assicurazioni dove i quadri fanno i lavori da dirigenti per meno di duemila euro, la chiusura a catena di ogni azienda benché funzionante allora penso che il programma non reggerà molto a lungo...qualcuno mangerà la foglia e capirà che non si tratta affatto di una "normale" riorganizzazione.
Queste cose le hanno capite tutti i totalitarismi, ma sfuggono alle oligarchie...ecco perché credo di non sbagliarmi troppo.
 

sylvestro

Membro Assiduo
Privato Cittadino
se per privilegi intendiamo lo stesso numero di forestali del canada in calabria è un conto, se invece intendiamo lo smantellamento totale di ogni genere di welfare per essere più americani di quanto non siamo già, la presenza massiccia di multinazionali e assicurazioni dove i quadri fanno i lavori da dirigenti per meno di duemila euro, la chiusura a catena di ogni azienda benché funzionante allora penso che il programma non reggerà molto a lungo...qualcuno mangerà la foglia e capirà che non si tratta affatto di una "normale" riorganizzazione.
Queste cose le hanno capite tutti i totalitarismi, ma sfuggono alle oligarchie...ecco perché credo di non sbagliarmi troppo.


Si, è in atto una riorganizzazione, il processo di trasformazione si dipanerà in qualche lustro, ma non necessariamente ci sarà un appiattimento verso il basso come lasci intendere tu.

Secondo me ci saranno "vincitori e vinti" nel senso che chi si aspetta benessere, welfare, reddito, servizi ed assistenza dagli stati resterà via via sempre più deluso, chi ha potuto/saputo/voluto riorganizzare la propria vita (cioè in primis la propria professione) secondo i nuovi modelli beneficerà del nuovo regime economico sociale.

Tra vent'anni o più un quadro della P.A. guadagnerà mediamente meno di un quadro assunto in una multinazionale, avrà meno benefit e meno prospettive.

Idem per una azienda che prende commesse dalla P.A. piuttosto che da altre multinazionali.

Per converso chi si sarà adeguato ai nuovi posti sarà obbligato ad avere uno skill più pesante e tanta disponibilità ad aggiornamenti veloci e spostamenti frequenti.

Già oggi chi vuole può notare questa tendenza.
 

skywalker

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Ok però da quanto scrivi si deduce tu non sia direttamente interessato al comparto immobiliare.
Riorganizzarsi è bene ed è utile cambiare al cambiare dei tempi ma il settore oggi soffre anche, se non solo, a causa di un accesso al credito ridotto al lumicino.
Il regime di incompatibilità poi non lascia molti spiragli all'implementazione dell'attività di mediazione con altre inerenti comunque il settore.
Sarei curioso di sapere come vedete il futuro del comparto.
 

sylvestro

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Ok però da quanto scrivi si deduce tu non sia direttamente interessato al comparto immobiliare.

L'ho sempre detto, lo ribadisco e se se dico inesattezze siete pregati di correggere (non tanto per me ma soprattutto per chi legge).

Riorganizzarsi è bene ed è utile cambiare al cambiare dei tempi ...

Non dev'essere una moda fine a stessa, o è una esigenza riconosciuta e si hanno le idee più meno chiare su cosa fare o è meglio lasciar perdere. Le riorganizzazioni hanno un costo e il successo è sempre in dubbio.

... ma il settore oggi soffre anche, se non solo, a causa di un accesso al credito ridotto al lumicino.

Oggi è una delle componenti della crisi, "domani" potrebbe essere una variabile secondaria. Prendiamo il settore delle telecomunicazioni al dettaglio: si sono moltiplicati i fornitori, si è fluidificato il mercato, si sono abbassate le tariffe ed oggi cambiamo i cellulari, piani tariffari e traffico dati come fossero caramelle.

Forse (forse) domani avremo più fornitori per il credito immobiliare (associazioni di categoria, cooperative del credito, finanziarie, privati, ecc ...) e si creerà un mercato di offerta competitivo.

Il regime di incompatibilità poi non lascia molti spiragli all'implementazione dell'attività di mediazione con altre inerenti comunque il settore.
Sarei curioso di sapere come vedete il futuro del comparto.


Io credo che il mestiere ci sarà sempre; io oggi, da venditore, non saprei farne a meno. Da profano in materia presumo che ci dovranno essere molti cambiamenti, magari diluiti nel tempo, e la futura figura dell Agente Immobiliare me la immagino diversa dall'attuale. Forse sarete obbligati (per normativa o per mercato) ad essere più preparati/coinvolti nelle questioni amministrative e giuridiche, potreste dover diventare il trait d'union tra il notaio, l'amministratore condominiale e l'avvocato (in molta parte lo fate già ma in maniera autonoma e non istituzionalizzata).
 

Mil

Membro Senior
Forse (forse) domani avremo più fornitori per il credito immobiliare (associazioni di categoria, cooperative del credito, finanziarie, privati, ecc ...) e si creerà un mercato di offerta competitivo.

Forse. Però sai, io credo che l'eccesso del concetto di "competitivo" possa portare a qualche stortura, come ad esempio uno scadimento generale dei servizi.
Oggi forse siamo ingessati in un sistema che facilita clientelismo, scarsa concorrenza, prezzi decisamente troppo alti per ogni genere di servizio...ma l'altra faccia della medaglia in senso lato sono le compagnie aeree low cost, con i piloti pagati un quinto e con ore di volo spesso al limite della tollerabilità per gli standard di sicurezza (come i carichi di carburante etc.). Se io stesso ritengo follia determinati costi per dei servizi professionali riserva di caccia di lobbies spero però di non dovermi svegliare un giorno in un mercato completamente liberalizzato dove anche un bonobo può progettare un immobile (non che ora in verità non si stia rasentando questo, a costi oltretutto molto alti..). Se provi a traslare il tutto in settori veramente importanti come la sanità o l'istruzione capisci perché ti dico che nonostante tutte le inefficienze possibili la gente a un dato momento lotterà per impedire cambiamenti ritenuti ineluttabili, indipendentemente o meno dalla loro validità e condivisibilità.


Io credo che il mestiere ci sarà sempre; io oggi, da venditore, non saprei farne a meno. Da profano in materia presumo che ci dovranno essere molti cambiamenti, magari diluiti nel tempo, e la futura figura dell Agente Immobiliare me la immagino diversa dall'attuale. Forse sarete obbligati (per normativa o per mercato) ad essere più preparati/coinvolti nelle questioni amministrative e giuridiche, potreste dover diventare il trait d'union tra il notaio, l'amministratore condominiale e l'avvocato (in molta parte lo fate già ma in maniera autonoma e non istituzionalizzata).

Su questo concordo....oggi molti Agenti Immobiliari purtoppo sono l'esempio di come una sana selezione darwiniana potrebbe fare solo bene al settore...ma anche qui esempio concreto dei risvolti della concorrenza, in negativo però..
 

Mil

Membro Senior
Si, è in atto una riorganizzazione, il processo di trasformazione si dipanerà in qualche lustro, ma non necessariamente ci sarà un appiattimento verso il basso come lasci intendere tu.

Secondo me ci saranno "vincitori e vinti" nel senso che chi si aspetta benessere, welfare, reddito, servizi ed assistenza dagli stati resterà via via sempre più deluso, chi ha potuto/saputo/voluto riorganizzare la propria vita (cioè in primis la propria professione) secondo i nuovi modelli beneficerà del nuovo regime economico sociale.

Tra vent'anni o più un quadro della P.A. guadagnerà mediamente meno di un quadro assunto in una multinazionale, avrà meno benefit e meno prospettive.

Idem per una azienda che prende commesse dalla P.A. piuttosto che da altre multinazionali.

Per converso chi si sarà adeguato ai nuovi posti sarà obbligato ad avere uno skill più pesante e tanta disponibilità ad aggiornamenti veloci e spostamenti frequenti.

Già oggi chi vuole può notare questa tendenza.

Secondo me dipende molto dal livello di propaganda che si riuscirà a fare e da quanto determinati concetti verranno fatti passare per cose giuste.
Noi probabilmente riusciamo ad essere permeati da certa mentalità perché ad esempio a livello pubblico il sabotaggio è un gioco da ragazzi: l'inefficienza è già talmente insita nelle teste dei dipendenti pubblici per nulla formati come era un tempo e sostanzialmente nullità raccomandate da qualcuno che verrà facile invocare una svolta privatistica del sistema, inconsapevoli dei rischi che questo comporta. D'altronde da alcuni lustri abbiamo fatto scelte sbagliatissime e avallato patti scellerati...quindi forse hai ragione tu, c'è da aspettarsi l'inesorabile conseguente colonizzazione.
 

Mil

Membro Senior
Si, è in atto una riorganizzazione, il processo di trasformazione si dipanerà in qualche lustro, ma non necessariamente ci sarà un appiattimento verso il basso come lasci intendere tu.

Secondo me ci saranno "vincitori e vinti" nel senso che chi si aspetta benessere, welfare, reddito, servizi ed assistenza dagli stati resterà via via sempre più deluso, chi ha potuto/saputo/voluto riorganizzare la propria vita (cioè in primis la propria professione) secondo i nuovi modelli beneficerà del nuovo regime economico sociale.

Tra vent'anni o più un quadro della P.A. guadagnerà mediamente meno di un quadro assunto in una multinazionale, avrà meno benefit e meno prospettive.

Idem per una azienda che prende commesse dalla P.A. piuttosto che da altre multinazionali.

Per converso chi si sarà adeguato ai nuovi posti sarà obbligato ad avere uno skill più pesante e tanta disponibilità ad aggiornamenti veloci e spostamenti frequenti.

Già oggi chi vuole può notare questa tendenza.

Dipende tutto da cosa si intende per omologazione ai paesi civili e soprattutto da cosa è un paese civile. Una dittatura mascherata con un falso concetto di democrazia e libertà, ad esempio, per me è il peggio che ci possa capitare. Però sono punti di vista...
 

Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
la concorrenza non è sempre un toccasana come le menti semplici amano pensare, infatti nel nostro campo è esagerata (200k operatori in un mercato di 5-600k compravendite medie) e inoltre dequalificante (l'esame è una ciofeca, il corso pure, non c'è alcun obbligo di aggiornamento)...

In pratica ancora oggi la migliore qualità dell'agente immobiliare, quella che gli permette di più di campare in questo mestiere, è la spregiudicatezza. Chi non ne ha deve durare molta più fatica e puntare sui servizi, che costano... ;) e se costano...
 

sylvestro

Membro Assiduo
Privato Cittadino
...quindi forse hai ragione tu, c'è da aspettarsi l'inesorabile conseguente colonizzazione.

Mil replico solo qua, inutile dilungarsi oltre; credo siano chiare le reciproche posizioni e spero sia chiaro che non sto auspicando o avallando il futuro che immagino, solo descrivo quella che mi pare una tendenza in atto.

Non sono assolutamente d'accordo con il termine colonizzazione se viene intesa in senso classico (una nazione o una etnia che domina un'altra). La colonizzazione la accetto se intesa come esportazione di modelli, allora si, qui mi ci posso ritrovare (anche se il singolo modello può piacere o meno).

Voglio dire che, ad esempio, conosco personalmente parecchi italiani "normali" che hanno fatto strada nelle multinazionali, così come ci saranno molti americani o cinesi o ugandesi che stanno facendo altrettanto.

Il successo o l'insuccesso sarà sempre meno misurabile in termini di appartenenza etnica o religiosa o territoriale (con le dovute eccezioni per settore).
 

Mil

Membro Senior
Voglio dire che, ad esempio, conosco personalmente parecchi italiani "normali" che hanno fatto strada nelle multinazionali, così come ci saranno molti americani o cinesi o ugandesi che stanno facendo altrettanto.).

Anche io...e perdonami se ti posso apparire presuntuoso, ne conosco forse più di te... come conosco molto bene la differenza tra ciò che era un tempo e quel che succede oggi...italiane comprese. Ecco perché parlo a ragion veduta.

l successo o l'insuccesso sarà sempre meno misurabile in termini di appartenenza etnica o religiosa o territoriale (con le dovute eccezioni per settore).

ma questo è sempre accaduto. Ceteris paribus, però. E oggi non siamo in queste condizioni, ecco perché me la sento di meno di attribuire un insuccesso all'incapacità del singolo, che sia imprenditore, professionista o impiegato.
Comunque hai ragione, stiamo uscendo dal seminato. E poi non possiamo concordare su tutto, ti ho dato diversi mi piace per la bolla immobiliare su cui concordo ;)
 

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