andrea boschini

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Effetto rolling down per le domande di mutuo delle famiglie italiane. A giugno le richieste sono calate del 17% rispetto allo stesso periodo del 2010, il taglio più forte dal gennaio 2007.
La curva ha iniziato il percorso discendente a febbraio e mese dopo mese ha accelerato la sua corsa. Trascinando fino a un -8% complessivo le richieste di mutui nel primo semestre dell'anno. Questo è l'elemento chiave più significativo contenuto nell'ultima edizione nel Barometro Crif della domanda dei mutui, che il Sole 24 Ore anticipa.

«Le famiglie italiane hanno reagito di pancia alle difficoltà dei mercati, alla crisi della Grecia, al mercato del lavoro debole e alle prime avvisaglie di rialzo dei tassi da parte della Bce – commenta Enrico Lodi, direttore generale Credit bureau services di Crif –. L'aumento di un quarto di punto di giovedì potrebbe ulteriormente incidere negativamente sulle richieste accentuando la cautela».


La parabola discendente della richiesta di mutui in Italia

Il trend rialzista dei tassi però non dovrebbe frenare la crescita delle erogazioni, vista da Crif in aumento. «A fine anno la crescita delle consistenze dei mutui dovrebbe sfiorare il +7% - continua Lodi –. Attendiamo anche l'effetto delle politiche di offerta attente al controllo del rischio che potrebbero influenzare l'incremento del mercato».
Altra fonte d'incertezza, i cui effetti sono ancora da valutare, è contenuta nel Decreto sviluppo tra i cui emendamenti c'è l'8 bis, che prevede la cancellazione dalle centrali rischi pubbliche e private di una serie di informazioni sui finanziamenti, rendendo così più difficile distinguere la qualità dei pagatori. «Di conseguenza gli intermediari finanziari dovranno cautelarsi di più restringendo il credito disponibile e chiedendo più garanzie» continua il direttore generale di Crif, che lascia intravedere un nuovo possibile credit crunch in futuro.

Dal mercato, dove il potere d'acquisto delle famiglie è fermo, non arrivano segnali positivi. «Anche nei primi giorni di luglio si è visto un leggero calo delle richieste – rimarca Andrea Veltri, responsabile finanziamenti di Bnl Gruppo Bnp Paribas – dopo un giugno che ha visto il calo delle domande e in cui è mancato l'effetto di compensazione delle surroghe».
Nel complesso durante il primo semestre dell'anno, si legge nelle analisi di Crif, è stata rilevata una maggiore disponibilità da parte del sistema creditizio nel concedere i mutui, trend a cui ha anche contribuito il miglioramento dei livelli di rischiosità. Infatti il tasso di default, che misura le nuove sofferenze e i ritardi di sei o più rate nell'ultimo anno di rilevazione a fine marzo 2011, si è assestato all'1,8% contro il 2,3% di 12 mesi fa.

In ambito territoriale i cali di richieste più forti sono avvenuti in Umbria e Valle d'Aosta (-13%), nelle Marche (-12%), in Trentino-Alto Adige e in Puglia (-11%), quindi in Toscana e in Campania (-10%). Le famiglie hanno anche allungato la durata, scegliendo la fascia tra i 20 e i 30 anni, dove si concentra la metà delle richieste.

L'importo medio richiesto nel semestre è di 137mila euro, vale a dire il 2,2% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In questa fascia si concentra quasi un terzo delle domande, mentre un altro quarto si è orientato sulla fascia tra i 150 e i 300mila euro.

Fonte...ilsole24ore.com

Dopo l’andamento positivo dei primi sei mesi del 2010, l’istat rivela che nel terzo trimestre compravendite e Mutui hanno registrato un nuovo calo. Inoltre secondo l’ultima analisi realizzata dall’Ufficio Studi Tecnocasa, i tempi di vendita a gennaio 2011 risultano ulteriormente dilatati.

Dati istat su compravendite e Mutui
Secondo i dati diffusi dall’istat, nel terzo trimestre 2010, le compravendite hanno registrato una riduzione del 3,4% rispetto allo stasso periodo del 2009. Il totale dei primi nove mesi del 2010 riesce però a mantenersi appena sopra il pari a +0,6% rispetto al valore dell’anno precedente.
Nel dettaglio l’istat rivela che nel terzo trimestre 2010 gli immobili ad uso abitazione segnano un calo tendenziale di 2,7%, mentre per gli immobili ad uso economico un -11,7%.
Anche per quanto riguarda i Mutui, l’istat ha registrato un andamento in negativo: il numero di finanziamenti per l’acquisto di immobili sono infatti diminuiti nel terzo trimestre 2010 dell’1,9%.

Paese a due velocità
La fotografia dell’istat evidenzia inoltre un Paese a due volocità.
Nel terzo trimestre 2010 le compravendite immobiliari diminuiscono in misura maggiore nelle Isole (-16,1%) e nel Mezzogiorno (-11,7%).
Risultati differenti invece al Centro e al Nord dove si registrano rispettivamente un aumento di 0,4% e dell’1,1%.

Analisi Tecnocasa su tempi di vendita
L’Ufficio studi Tecnocasa ha analizzato i tempi di vendita degli immobili da gennaio 2010 a gennaio 2011 e i risultati hanno dimostrato un andamento in progressivo aumento.
Le ultime rilevazioni a riguardo mostrano nelle grandi città tempistiche di vendita intorno ai 168 giorni rispetto ai 156 registrati a gennaio 2010.
Nei capoluoghi di Provincia i dati di gennaio 2011 si attestano a 201 giorni contro i 167 dell’anno precedente.
Per i comuni dell’hinterland delle grandi città i tempi di vendita segnano per quest’anno 206 giorni, mentre per gennaio 2010 erano 188.
Per quanto riguarda le realtà metropolitane, la situazione è migliore. Grazie infatti ad un maggior dinamismo del mercato, i tempi di vendita risultano inferiori. In testa alla classifica si posiziona Verona con 215 giorni, seguita da Palermo (192) e Bari (190).



Fonte: casaxp.it
 

gennaro63

Membro Attivo
Mediatore Creditizio
aspettimo che qualche scienziato ci dara' le linee guida da segiure.....per uscire da questa piccolissima crisi...io fiducioso aspetto:disappunto::disappunto::disappunto:
 

Lorenzo Oliboni

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Mi rompe essere pessimista, ma sicuramente visto quello che accade in questi giorni, non vedo buone prospettive.
Condivido l'analisi sul nuovo modo di vivere e aggiungerei di lavorare.
 

phederic

Membro Attivo
Privato Cittadino
la ricchezza reale degli italiani decresce dalla seconda metà degli anni 80. Non c'entrano le crisi finanziarie, sono le inefficienze, la corruzione - concussione, gli sprechi, la mala gestione, il nepotismo, gli appalti truccati.
Considerate che l'attuale classe politica italiana tutta, tranne qualche raro caso nell'italia dei valori, è figlia del craxismo, con il quale condivide metodo e cultura.
L'europa tuttavia non se la passa meglio, ora che ha scoperto che il capitalismo è giunto al capolinea, che il PIL non può crescere all'infinito e che i soldi, non essendo commestibili, rischiano di diventare carta straccia da un momento all'altro.
La soluzione esiste, già la studiavo 15 anni fa all'università e oggi molti economisti tutt'altro che marxisti la stanno riscoprendo. Si chiama decrescita felice e consiste nel capire come faceva mia nonna, con 50 mq di terreno e due galline ad essere perfettamente felice e soddisfatta della propria esistenza, anche se non guidava il suv e non mangiava le pere dell'argentina.
Ieri era una scelta di vita di quache fricchettone, oggi è l'unico modo per evitare alle prossime generazioni di vivere in una gigantesca discarica a cielo aperto respirando aria alla diossina..
 

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