Non fa una piega, e ne spiego i motivi:
- stima del 2007, anno in cui le compravendite erano ben superiori alle 800 mila
- come scritto in perizia, il "livello degli scambi" è elevato (pag. 5)
- rispetto agli anni precedenti, come si può vedere dai diversi grafici dei rapporti dell'Agenzia del Territorio, ma anche di Tecnoborsa, ecc. non solo era stabile il numero di compravendite, ma lo erano (o forse anche in leggera crescita, in alcune città d'Italia) anche i valori di mercato. Quindi trend positivo/stabile. In queste condizioni una perizia individua con ottima approssimazione il valore di mercato dell'immobile. Quindi il valore di mercato stimato (ossia il prezzo più probabile) si discosta di pochissimo dal prezzo del venduto effettivo finale.
Sarebbe interessante sapere se oggi, settembre 2012, la stima venisse fatta sic et simpliciter sulla base di tre comparabili (bisognerebbe vedere quali sono) o terrebbe in considerazione anche i trend di mercato, squilibrio tra domanda e offerta, numero di immobili vuoti sul mercato, ecc. ecc. In questo mercato il valore di mercato stimato spesso è ben lontano dal prezzo del venduto effettivo finale.
Il metodo non è sbagliato, anzi (come sempre detto). Sono i dati che vengono presi che possono alterare la valutazione, e questa è una fase molto delicata e complicata. Le banche lo sanno benissimo, motivo per cui vanno ulteriormente al ribasso, cercando di inseguire un mercato in discesa, concedendo con il contagocce, e a quanto pare, spesso con percentuali inferiori al 60% (a coloro che possono dimostrare di avere una certa solidità). Prestare soldi è il business di una banca. Il fatto che non lo stiano facendo, nella dovuta misura, è perché hanno mangiato la foglia già da un pezzo! Attualmente ci sono molti immobili a valore di mercato zero (o quasi)!