Articolo tratto da
Record di espatri e la metà sono under 40
Accumula record l’emigrazione italiana, tornata prepotentemente a crescere a partire dal 2012: dopo aver sfondato quota 100mila espatri ufficiali complessivi nel 2014, lo scorso anno la fascia dei 20-40enni ha -per la prima volta- varcato la soglia simbolica del 50% sul totale degli emigrati. Ciò significa che la fascia più giovane e produttiva della popolazione espatriata è ora formalmente maggioranza.
A certificarlo sono i nuovi dati dell’Anagrafe della popolazione italiana residente all’estero (Aire) in esclusiva per il Sole 24 Ore: nel 2015 sono stati 107.529 gli italiani emigrati, in aumento di oltre 6mila unità in un anno. Il 56% sono uomini, il 44% donne. La vera novità è però rappresentata dagli espatriati nella fascia di età tra i 20 e i 40 anni: nel 2015 ne sono ufficialmente emigrati 54.540, rendendo questo segmento maggioranza assoluta. Sul fronte più generale dell’emigrazione, l'Europa continua a fare la parte del leone negli espatri, con 74.531 italiani che hanno scelto - anche nel 2015 - il Vecchio Continente, quale meta di approdo. Il Paese prediletto resta la Germania (16.569 emigrati), tallonata a un’incollatura dalla Gran Bretagna (16.500). Terza la Svizzera (11.451), seguita dalla Francia (10.707). Più staccati gli altri Paesi: quinto il Brasile, poco sopra i 6mila italiani emigrati, poi Stati Uniti, Argentina, Spagna, Belgio e la lontana Australia. Risalta il 14° posto in classifica degli Emirati Arabi Uniti, con oltre 1.200 connazionali espatriati.
Se restringiamo la visuale alla fascia più giovane, notiamo però come sia la Gran Bretagna la vera “terra promessa” dei 20-40enni italiani: sorpassa la Germania sia nella fascia 20-30 anni (5.421 emigrati contro 5.025), sia nella fascia 30-40 anni (4.892 contro 4.111). Da segnalare anche, rispetto alla classifica generale di espatrio, l’ottimo posizionamento degli Stati Uniti nella fascia 30-40enni: sono il quinto Paese di approdo, con 1.647 italiani. Quasi tre “under 40” su quattro restano in Europa: un tasso più alto, rispetto alla media generale.
Per quanto riguarda la provenienza regionale, è boom per la Lombardia, che nel 2015 ha superato i 20mila espatri annui, posizionandosi a 20.088. Il Veneto si riappropria della seconda posizione, con 10.374 partenze, staccando la Sicilia, a 9.823 emigrati. È sintomatico come - fra le prime tre regioni italiane di espatrio- ben due siano del Nord, confermando e consolidando un trend che disegna ormai i movimenti migratori in due fasi: dal Sud verso il Centro Nord Italia, e dal Centro Nord verso l’estero. Non è un caso che al quarto posto figuri il Lazio (8.436 espatri), seguito dal Piemonte e dall’Emilia-Romagna. Per trovare un’altra regione del sud dobbiamo attendere il settimo posto, con la Campania (6.827 emigrati). Completano la “top ten” Toscana, Puglia e Calabria. Per curiosità statistica, è l’Umbria la regione dove tocca l’apice l'emigrazione all'estero degli uomini (58% sul totale), mentre sul fronte femminile la palma se la aggiudica il Friuli-Venezia Giulia (47%). Anche nella fascia 20-40enni la Lombardia resta in testa tra le regioni di espatrio. Interessante però notare come fra i 30-40enni siano Veneto e Lazio a completare la il podio, mentre tra i 20-30enni la Sicilia rappresenti la seconda regione di emigrazione, staccando nettamente il Veneto. Sulla base dei dati Aire è infine possibile quantificare in 817.000 il numero di italiani complessivamente espatriati in un decennio, dal 2006 al 2015. Mentre i connazionali ufficialmente residenti all’estero al 31 dicembre 2015 erano 4.811.163, in crescita di quasi duecentomila unità in un anno.
sergio.nava@radio24.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Sergio Nava - Il Sole 24 Ore - leggi su Record di espatri e la metà sono under 40
Dopo aver letto questo articolo del Sole24 Ore la mia domanda è: con questo tipo di quadro a dir poco catastrofico ci stiamo ponendo interrogativi sulla tenuta realistica del comparto immobiliare, in modo particolare residenziale? Le quotazioni fantasiose delle nostre città per quanto attiene a vendite affitti etc. e la conseguente mancata risposta da parte del mercato (invenduto pluriennale e difficoltà anche negli affitti) saranno da collegare strettamente anche al fatto che la parte produttiva e giovane del Paese sta in realtà andando a vivere all'estero, dove il rapporto opportunità lavorative, stipendi/costo della vita/tassazione è evidentemente migliore anche rispetto alle aree tradizionalmente evolute dell'Italia?Ci stiamo rendendo conto della gravità dell'impatto di questi dati su un mercato per sua natura "immobile", in particolare per quello destinato a quelle che un tempo erano categorie di reddito medio alto che sempre più nella realtà si stanno spostando in altri Paesi alla ricerca di posizioni più qualificate e remunerative? Che soluzioni proporre, in mancanza di politiche attente a questi segnali? Senza contare che un'altra fetta importante di popolazione, quella anziana, emigra in paesi diversi e per motivi diversi...Lo scenario reale che si prospetta è abbastanza inquietante: non più solo problematiche architettoniche o di mancato gradimento dell'utenza, ma un problema strutturale di mancanza effettiva di domanda di residenziale sempre maggiore.
Record di espatri e la metà sono under 40
Accumula record l’emigrazione italiana, tornata prepotentemente a crescere a partire dal 2012: dopo aver sfondato quota 100mila espatri ufficiali complessivi nel 2014, lo scorso anno la fascia dei 20-40enni ha -per la prima volta- varcato la soglia simbolica del 50% sul totale degli emigrati. Ciò significa che la fascia più giovane e produttiva della popolazione espatriata è ora formalmente maggioranza.
A certificarlo sono i nuovi dati dell’Anagrafe della popolazione italiana residente all’estero (Aire) in esclusiva per il Sole 24 Ore: nel 2015 sono stati 107.529 gli italiani emigrati, in aumento di oltre 6mila unità in un anno. Il 56% sono uomini, il 44% donne. La vera novità è però rappresentata dagli espatriati nella fascia di età tra i 20 e i 40 anni: nel 2015 ne sono ufficialmente emigrati 54.540, rendendo questo segmento maggioranza assoluta. Sul fronte più generale dell’emigrazione, l'Europa continua a fare la parte del leone negli espatri, con 74.531 italiani che hanno scelto - anche nel 2015 - il Vecchio Continente, quale meta di approdo. Il Paese prediletto resta la Germania (16.569 emigrati), tallonata a un’incollatura dalla Gran Bretagna (16.500). Terza la Svizzera (11.451), seguita dalla Francia (10.707). Più staccati gli altri Paesi: quinto il Brasile, poco sopra i 6mila italiani emigrati, poi Stati Uniti, Argentina, Spagna, Belgio e la lontana Australia. Risalta il 14° posto in classifica degli Emirati Arabi Uniti, con oltre 1.200 connazionali espatriati.
Se restringiamo la visuale alla fascia più giovane, notiamo però come sia la Gran Bretagna la vera “terra promessa” dei 20-40enni italiani: sorpassa la Germania sia nella fascia 20-30 anni (5.421 emigrati contro 5.025), sia nella fascia 30-40 anni (4.892 contro 4.111). Da segnalare anche, rispetto alla classifica generale di espatrio, l’ottimo posizionamento degli Stati Uniti nella fascia 30-40enni: sono il quinto Paese di approdo, con 1.647 italiani. Quasi tre “under 40” su quattro restano in Europa: un tasso più alto, rispetto alla media generale.
Per quanto riguarda la provenienza regionale, è boom per la Lombardia, che nel 2015 ha superato i 20mila espatri annui, posizionandosi a 20.088. Il Veneto si riappropria della seconda posizione, con 10.374 partenze, staccando la Sicilia, a 9.823 emigrati. È sintomatico come - fra le prime tre regioni italiane di espatrio- ben due siano del Nord, confermando e consolidando un trend che disegna ormai i movimenti migratori in due fasi: dal Sud verso il Centro Nord Italia, e dal Centro Nord verso l’estero. Non è un caso che al quarto posto figuri il Lazio (8.436 espatri), seguito dal Piemonte e dall’Emilia-Romagna. Per trovare un’altra regione del sud dobbiamo attendere il settimo posto, con la Campania (6.827 emigrati). Completano la “top ten” Toscana, Puglia e Calabria. Per curiosità statistica, è l’Umbria la regione dove tocca l’apice l'emigrazione all'estero degli uomini (58% sul totale), mentre sul fronte femminile la palma se la aggiudica il Friuli-Venezia Giulia (47%). Anche nella fascia 20-40enni la Lombardia resta in testa tra le regioni di espatrio. Interessante però notare come fra i 30-40enni siano Veneto e Lazio a completare la il podio, mentre tra i 20-30enni la Sicilia rappresenti la seconda regione di emigrazione, staccando nettamente il Veneto. Sulla base dei dati Aire è infine possibile quantificare in 817.000 il numero di italiani complessivamente espatriati in un decennio, dal 2006 al 2015. Mentre i connazionali ufficialmente residenti all’estero al 31 dicembre 2015 erano 4.811.163, in crescita di quasi duecentomila unità in un anno.
sergio.nava@radio24.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Sergio Nava - Il Sole 24 Ore - leggi su Record di espatri e la metà sono under 40
Dopo aver letto questo articolo del Sole24 Ore la mia domanda è: con questo tipo di quadro a dir poco catastrofico ci stiamo ponendo interrogativi sulla tenuta realistica del comparto immobiliare, in modo particolare residenziale? Le quotazioni fantasiose delle nostre città per quanto attiene a vendite affitti etc. e la conseguente mancata risposta da parte del mercato (invenduto pluriennale e difficoltà anche negli affitti) saranno da collegare strettamente anche al fatto che la parte produttiva e giovane del Paese sta in realtà andando a vivere all'estero, dove il rapporto opportunità lavorative, stipendi/costo della vita/tassazione è evidentemente migliore anche rispetto alle aree tradizionalmente evolute dell'Italia?Ci stiamo rendendo conto della gravità dell'impatto di questi dati su un mercato per sua natura "immobile", in particolare per quello destinato a quelle che un tempo erano categorie di reddito medio alto che sempre più nella realtà si stanno spostando in altri Paesi alla ricerca di posizioni più qualificate e remunerative? Che soluzioni proporre, in mancanza di politiche attente a questi segnali? Senza contare che un'altra fetta importante di popolazione, quella anziana, emigra in paesi diversi e per motivi diversi...Lo scenario reale che si prospetta è abbastanza inquietante: non più solo problematiche architettoniche o di mancato gradimento dell'utenza, ma un problema strutturale di mancanza effettiva di domanda di residenziale sempre maggiore.
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