ser_nanni

Membro Junior
Privato Cittadino
Buongiorno, nello scusarmi anticipatamente per le possibili inesattezze e improprietà di linguaggio in cui potrei incorrere sottopongo velocemente la questione.
Una anno fa ho avuto grossi problemi con una società costruttrice (srl con due amm.ri a firma disgiunta) per l'acquisto di un immobile ( seconda casa per me e famiglia) che è risultato, dopo il preliminare firmato e registrato e consegna di congrua caparra, affittato. In pratica uno degli amministratori stava finalizzando la vendita con me e l'altro aveva affittato contemporaneamente a terzi.
Dopo diffide a intimazioni varie abbiamo deciso di non procedere con il rogito e con il mio avvocato sono state avviate due cause, una civile per ottenere il rispetto degli impegni sottoscritti dalla società e una penale con quesito verso la procura di possibile truffa (molte cose non tornavano).
Contemporaneamente il mio legale otteneva l'iscrizione di ipoteca sull'immobile in relazione alla richiesta di adempimento ad impegno contrattuale .
Successivamente, d'accordo con mia moglie abbiamo deciso di commutare la richiesta in quella di risoluzione del contratto e restituzione della caparra più l'indennizzo previsto dalla legge (pari appunto alla caparra).
Il giudice nella udienza di discussione della causa civile a dato parere positivo e siamo in attesa della sentenza finale che dovrebbe assegnarci un credito pari al doppio della caparra versata ( udienza già fissata per Novembre).

Ora riteniamo che l'unico modo per ottenere il recupero di questo credito (2x caparra) sia quello di aggredire gli immobili ancora di proprietà della società costruttrice (quello che avevamo contrattato più un altro identico). Questi immobili sono ancora nella disponibilità della società perché ad essi è legata la chiusura dell'impresa e , riteniamo, lo svincolo delle garanzie/fideiussioni iniziali con cui è stato possibile finanziare la costruzione dell'intero complesso (10 villini tutti identici).
Detti immobili sono gravati inoltre da una forte ipoteca per mutuo concesso da parte di nota banca (come spesso accade l'importo del mutuo è ora quasi inferiore al valore attuale dell'immobile).

Avremmo ipotizzato la seguente strategia per il recupero del credito :
- chiedere il pignoramento di uno dei due immobili in forza del credito avvallato da sentenza del giudice
- partecipare all'asta e risultare creditore aggiudicatario (non assegnatario) facendo comunque una offerta congrua;
- recuperare il credito pagando un prezzo pari alla offerta fatta + le spese - il credito vantato
- evitare e annullare in questo modo anche il mutuo concesso dalla banca che si vedrebbe restituita solo quanto rimanente dal conteggio su indicato.
- fine della procedura

Secondo voi questo schema, che abbiamo più o meno visto citato qua e là in particolare in relazione alla voce "convenienza cessione/acquisto crediti", è attuabile e fattibile?

Potrebbero esistere atre soluzioni?

Nello scusarmi per l'estensione della domanda vi ringrazio anticipatamente per ogni risposta e commento
 

ser_nanni

Membro Junior
Privato Cittadino
Bump....capisco che la situazione sia alquanto ingarbugliata e confusa (sigh...) specie sotto l'afa di Agosto..magari anche solo un cenno di riscontro da parte di qualcuno sarebbe immensamente di conforto...

grazie in ogni caso...
 

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