"La riscossa dei dipendenti" (ovvero "adesso è il momento buono per comperare la casa con il mutuo")
La situazione attuale porta gli Istituti di Credito ad essere molto più disponibili ad erogare mutui a coloro che godono di un reddito fisso. Una risalita dei tassi sembra non essere alle porte. La situazione spingerà le banche centrali a tenere il costo del denaro a livelli bassi. Ci possiamo quindi aspettare una fase di recupero lenta dei tassi d’interesse e dunque anche della rata del mutuo. In pratica per almeno un buon anno ancora i tassi resteranno non lontani dai livelli di adesso.
Ma quale scegliere? Cerchiamo di valutare insieme quale sia il migliore.
Il vantaggio del fisso:
Questo significa che chi oggi sceglie il tasso fisso, otterrà una rata storicamente molto bassa che non cambierà più per tutta la durata del mutuo. Quindi scegliendo oggi il fisso significa che il tasso resterà intorno al 5% fino all’ultima rata. (ma costa di più del variabile)
Il Variabile:
Certo il rischio che i tassi si impennino fino al 5% come avvenuto non molto tempo fa è sempre dietro l’angolo. Tuttavia, dicono gli esperti, non si prevedono impennate preoccupanti in un futuro prossimo visto e considerato che la ripresa economica sarà lenta e faticosa.
Il misto: (La virtù sta nel mezzo)
Rimangono cauti i professionisti del settore che consigliano di optare per una via intermedia, vale a dire in una iniziale preferenza per il variabile per poi passare al fisso nel momento in cui i tassi Euribor dovessero crescere in misura rilevante. Il contesto oggi infatti è diverso: sfruttando la portabilità a costo zero introdotta dal Decreto Bersani è infatti possibile passare da una tipologia all’altra senza dover pagare spiacevoli costi e penali. Prima il variabile per risparmiare poi il fisso da ripagare anche con quanto risparmiato prima. Nella speranza che i tassi non lievitino troppo.
Volendo concludere, vista la possibilità di rinegoziazione a costo zero, oggi conviene il variabile, avendo però l'attenzione di passare al fisso o al variabile alla prima impennata dell'Euribor.
La situazione attuale porta gli Istituti di Credito ad essere molto più disponibili ad erogare mutui a coloro che godono di un reddito fisso. Una risalita dei tassi sembra non essere alle porte. La situazione spingerà le banche centrali a tenere il costo del denaro a livelli bassi. Ci possiamo quindi aspettare una fase di recupero lenta dei tassi d’interesse e dunque anche della rata del mutuo. In pratica per almeno un buon anno ancora i tassi resteranno non lontani dai livelli di adesso.
Ma quale scegliere? Cerchiamo di valutare insieme quale sia il migliore.
Il vantaggio del fisso:
Questo significa che chi oggi sceglie il tasso fisso, otterrà una rata storicamente molto bassa che non cambierà più per tutta la durata del mutuo. Quindi scegliendo oggi il fisso significa che il tasso resterà intorno al 5% fino all’ultima rata. (ma costa di più del variabile)
Il Variabile:
Certo il rischio che i tassi si impennino fino al 5% come avvenuto non molto tempo fa è sempre dietro l’angolo. Tuttavia, dicono gli esperti, non si prevedono impennate preoccupanti in un futuro prossimo visto e considerato che la ripresa economica sarà lenta e faticosa.
Il misto: (La virtù sta nel mezzo)
Rimangono cauti i professionisti del settore che consigliano di optare per una via intermedia, vale a dire in una iniziale preferenza per il variabile per poi passare al fisso nel momento in cui i tassi Euribor dovessero crescere in misura rilevante. Il contesto oggi infatti è diverso: sfruttando la portabilità a costo zero introdotta dal Decreto Bersani è infatti possibile passare da una tipologia all’altra senza dover pagare spiacevoli costi e penali. Prima il variabile per risparmiare poi il fisso da ripagare anche con quanto risparmiato prima. Nella speranza che i tassi non lievitino troppo.
Volendo concludere, vista la possibilità di rinegoziazione a costo zero, oggi conviene il variabile, avendo però l'attenzione di passare al fisso o al variabile alla prima impennata dell'Euribor.