Ma... come si fa a dire che si vive abitualmente in un immobile che si ha in affitto per 1 o 2 settimane? Una volta che uno fa la residenza e non la sposta...che succede? A livello civile e penale, se tale tizio fa casini...che succede? Se lo arrestano, ad esempio, e gli danno i domiciliari, lo mandano dove era in vacanze o dove aveva un contatto "strambo" per cui avrebbe dovuto rimanere lì per così poco tempo?
Innanzi tutto non ho scritto una o due settimane ma "poche settimane", il che può voler dire anche uno o due mesi.
Nessuna legge o regola vieta di trasferire la propria residenza anche solamente per poche settimane, e a volte le persone hanno esigenze o necessità in tal senso per svariate ragioni, che in fin dei conti non interessano a nessuno se non ai diretti interessati.
Nessuna legge o regola impone di mantenere per un tempo determinato la propria residenza presso un'abitazione; perciò fosse anche solo per 1 giorno è lecito chiederla e sperare di ottenerla.
Secondariamente, ma non meno importate, anche tu dovresti ben sapere che la residenza è un diritto innegabile per chi ha interesse a richiederla.
Tutto il resto (le tue varie considerazioni e supposizioni) sono aria fritta.
Con i "se" e i "ma" non si va da nessuna parte.
Ogni affare e ogni contratto per quanto ben redatto contiene incognite, controindicazioni ed è soggetto ad imprevisti, cambi di programma e ripensamenti.
Se un locatore non vuole sottoscrivere un contratto "strambo" (per come lo definisci tu), con tutte le conseguenze (anche assurde e improbabili) che potrebbero scaturirne, non lo sottoscrive; piuttosto stipula e sottoscrive un contratto di locazione pluriennale.
Ma in ogni caso, nessuno può impedire ad un conduttore di richiedere e ottenere la residenza presso un immobile preso in affitto, e questo indipendentemente dalla durata del contratto.
e poi non si vogliono correre rischi affittando un immobile, allora lo si tiene "vuoto" o lo si vende (azioni anche queste che avranno delle conseguenze e delle incognite spesso non positive).
Perciò caro collega: di cosa stiamo parlando se non di aria fritta?