Ringrazio tutti per i vostri consigli, di cui terrò conto. Per ora sono in attesa, a giorni, di una relazione tecnica per la quale ho incaricato un architetto, che comprenda anche, e soprattutto, i costi a cui andrei incontro se decidessi di ricorrere ad una sanatoria (che comunque è possibile). A questo punto, se vedessi che questa spesa verrà compensata dal ricavato della vendita (un acquirente ce l'avrei già, tra l'altro residente nello stesso condominio), non dico da guadagnarci, ma almeno da andare alla pari, allora certamente avvierei la procedura di sanatoria. Altrimenti il problema di base è che, se non faccio niente, tipo ristrutturazioni, o adeguamento del'impianto elettrico per poi richiedere il certificato di idoneità, o qualsiasi altra cosa che bisogna notificare all'autorità competente, allora non dovrebbe succedere niente, come non è successo niente dalla data dell'acquisto a oggi, e mi dovrei tenere l'appartamento fino ad un prossimo condono edilizio, che chissà se ci sarà e quando, e se potrà sanare il mio problema. Ma se dovessi per un qualsiasi motivo ''muovere le acque'' , c'è il grosso rischio che l'irregolarità venga a galla, con spese presumibilmente ancora maggiori. Questo discorso vale anche se volessi darlo in affitto o anche semplicemente in comodato d'uso, se non altro per non pagare spese condominiali ecc... Un consiglio che darei a tutti è che, se capita di acquistare un immobile, sincerarsi sempre e comunque se è tutto a posto, affidandosi ad un professionista che faccia una verifica in tal senso presso gli archivi del Comune.