Ecco il nodo della questione, "perfettamente regolare" ma Acquirente informato dei rischi?? Quali ??
il discorso è di natura giuridica e facilmente spiegabile:
nella normale compravendita l'acquisto è fatto a titolo "derivativo" ovvero si basa sul trasferimento di un titolo già esistente e riconosciuto.
Nella vendita per possesso l'acquisto si ha a titolo "originario" e ciò comporta l'estinzione dei diritti reali e delle garanzie insistenti sull'immobile. Ovviamente questo può essere un danno per il vero proprietario se chi vende è un terzo che "ci sta solo provando". Per questo la legge prevede un termine di 10 anni (5 nei comuni montani) passato il quale, se il vero proprietario non ha nulla da eccepire, si considera pienamente efficace la vendita.
I rischi, per l'acquirente, sono legati all'eventualità che il proprietario dell'immobile (se diverso dal venditore) possa reclamare i propri beni. Qualora il notaio si trovasse in questa situazione dovrà spiegare ben bene quanto sopra riportato.
Altro limite della vendita per possesso è probabilmente la reticenza delle banche a mutuare un immobile con rischi analoghi alla donazione.
Pro e contro: se da una parte l'usucapione è un procedimento relativamente costoso in termini di denaro e tempo, dall'altra garantisce la certezza del titolo. Di contro la vendita per possesso è nettamente più rapida ed economica a scapito del fatto di essere "incerta" per una decade (od un lustro a seconda dei casi)
Nel caso presentato, se l'immobile risulta (su carta) di proprietà dei venditori ed il terreno non ha invece un titolo accreditato procederei con la vendita per possesso come suggerito dal notaio.
ps: si scrive "ahimè"