@p
Rieccomi dopo una notte insonne.
Ho dimenticato un particolare: la sanatoria per diversa organizzazione spazi ha riguardato tutto il condominio: non soltanto la mia u.i.
Tra l'altro un locale artigianale con magazzino, deposito, spogliatoio, ecc è diventato autorimessa (parliamo di locali non di competenza della mia u.i.).
Sentito l'Agenti Immobiliari che mi sta gestendo la vendita, a suo dire "se c'è una sanatoria non serve richiedere l'agibilità, perché l'agibilità già c'era e viene aggiornata in automatico con l'autorizzazione in sanatoria" . E' credibile?
Insomma mi è stato presentato questo fatto delle sanatorie un po' come dire.... "so ragazzi..." -cit-
@Pumix,
Ma sei ancora in giro ossessionato..?
Te l'hanno detto piu' tecnici, te l'ha certificato il comune concessionario, la banca dell'acquirente nulla osta..
Manca solo la bolla pontificia col sigillo del Papa.
Sanatorie e certificati di agibilità non sono fantasmi.
Dormi tranquillo.
La casa è censita e concessionata.
Fatto salvo quelle realizzazioni, di cui sono pieni i centri storici nostrani, con fabbricati di concezione talmente antica da non poter rispettare nessuno, di tutti i requisiti e i dettami che via via nel volgere del tempo, sono stati introdotti;
Per tutti gli altri fabbricati, pure che siano interi complessi in condomino, se non possono essere dotati del certificato, allora dovranno prima essere espropriati, poi sgomberati e infine abbattuti.
Circostanza, di cui non si ha mai avuto memoria, nemmeno di un singolo caso.
Ma te lo immagini..? il clamoroso controsenso.
Un Comune concessionario, prima autorizza una realizzazione, la iscrive nei registri di censimento nazionali e poi di punto in bianco, dopo trent'anni e centinaia di passaggi di mano, la dichiara abusiva spiccando L'ordinanza di demolizione.
Nemmeno nella vicenda di Punta Perrotti. L'eco mostro di Bari.
Quando i Ministeri e non i rapportini aeroluminanti, quello dei beni e attività culturali e quello della tutela del territorio e del mare, avviarono una vertenza di confisca e demolizione verso i costruttori, impugnando le leggi nazionali, che vietavano di edificare sulle zone costiere.
Costruttori prima assolti.
Poi ristorati con una perizia Mostro da 50 milioni di euro.
Mentre lo stato Italiano fu condannato prima dalla corte di appello di Bari.
Poi da quello dei diritti dell'uomo.
Infine pure da quella di Strasburgo.
Per violazioni su una proprietà privata.
Tutto ciò in capo allo stato e non al Comune.
Che non avrebbe Mai potuto ottenere una sentenza, che dichiarava abusivo quello stesso fabbricato, che aveva prima autorizzato e concessionato.