simimm
Membro Ordinario
Ciao a tutti, è la mia prima volta e vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte.
Ho incarico di vendita di un immobile turistico, possibilità di vendita con rogito o cessione di quota in una cooperativa, lo promoziono e iniziano a pervenirmi segnali d’interesse all’acquisto nei periodi maggio e giugno, come succede di solito per gli immobili al mare. In attesa che se ne concretizzi qualcuno, ad un collega a cui avevo dato possibilità di collaborare nella vendita consegno le chiavi per la visione dell’immobile con un suo cliente, al quale da 3 mesi gli fa vedere case simili. La visione avviene ma non si fà firmare il foglio di visita, sicuro della correttezza del cliente. Con una celerità impressionante le parti in 24 ore, privatamente, raggiungono un accordo e concludono l’affare. Il venditore mi avvisa dello svolgimento degli avvenimenti e causa momento di crisi accetta di concludere a prezzo inferiore e con modalità di pagamento delle quali allo stato non conosco ancora. Il mio collega chiama il suo cliente il quale gli nega di riconoscergli la provvigione. Il venditore mi salda la provvigione in misura inferiore a quella concordata, io accetto temendo di perderla.
A distanza di 40 giorni invio raccomandata ar alle parti per essere messo al corrente delle modalità di pagamento, dell’importo, se c’era l’esigenza di registrazione di una qualche scrittura intervenuta, la necessita di comparire nell’atto anche se si tratta di una cessione di quota in quanto l’unità corrisponde ad una quota di una cooperativa. Contattato dall’avvocato dell’acquirente mi fa presente che l’invio era fuori luogo in quanto il suo cliente non mi aveva mai conosciuto. Il mio collega come deve agire per vedersi riconosciuta la mediazione? È corretta l’azione da me intrapresa in quanto l’unico ad avere le carte in regola? Posso chiedere all’acquirente il pagamento a titolo di risarcimento di un danno subito per un qualche mancato guadagno futuro (se esisterà mai)?
grazie
Ho incarico di vendita di un immobile turistico, possibilità di vendita con rogito o cessione di quota in una cooperativa, lo promoziono e iniziano a pervenirmi segnali d’interesse all’acquisto nei periodi maggio e giugno, come succede di solito per gli immobili al mare. In attesa che se ne concretizzi qualcuno, ad un collega a cui avevo dato possibilità di collaborare nella vendita consegno le chiavi per la visione dell’immobile con un suo cliente, al quale da 3 mesi gli fa vedere case simili. La visione avviene ma non si fà firmare il foglio di visita, sicuro della correttezza del cliente. Con una celerità impressionante le parti in 24 ore, privatamente, raggiungono un accordo e concludono l’affare. Il venditore mi avvisa dello svolgimento degli avvenimenti e causa momento di crisi accetta di concludere a prezzo inferiore e con modalità di pagamento delle quali allo stato non conosco ancora. Il mio collega chiama il suo cliente il quale gli nega di riconoscergli la provvigione. Il venditore mi salda la provvigione in misura inferiore a quella concordata, io accetto temendo di perderla.
A distanza di 40 giorni invio raccomandata ar alle parti per essere messo al corrente delle modalità di pagamento, dell’importo, se c’era l’esigenza di registrazione di una qualche scrittura intervenuta, la necessita di comparire nell’atto anche se si tratta di una cessione di quota in quanto l’unità corrisponde ad una quota di una cooperativa. Contattato dall’avvocato dell’acquirente mi fa presente che l’invio era fuori luogo in quanto il suo cliente non mi aveva mai conosciuto. Il mio collega come deve agire per vedersi riconosciuta la mediazione? È corretta l’azione da me intrapresa in quanto l’unico ad avere le carte in regola? Posso chiedere all’acquirente il pagamento a titolo di risarcimento di un danno subito per un qualche mancato guadagno futuro (se esisterà mai)?
grazie