Buongiorno, contrariamente a quanto si dice la situazione non riguarda solo Roma ma è molto diffusa su tutto il territorio nazionale, Roma è alla ribalta perchè esiste una controversa/onerosa soluzione per la cosiddetta affrancazione . Virgolettato il mio caso in Abruzzo, ma potrei citarne dalla Sicilia alla Lombardia attraversando tutto lo stivale. Chiaro che sino a quanto lo Stato/Regioni/Province, sanguisughe, possono fare cassa , nulla si smuoverà. La sentenza di cui a ss.uu. si e resa evidentemente necessaria perchè le singole sezioni , nel passato, avevano dato pareri diversi nel merito. Parlare di responsabilità civile del Notaio è puramente utopistico, al massimo una responsabilità disciplinare, ma sappiamo che questo, nel notariato difficilmente accadrà e comunque non risolverebbe il problema. Basterebbe un D.L. che fissi la decorrenza, relativa alla EREDITARIETà dei vincoli post 16 settembre 2015, ma così facendo i "sanguisughe" citati non farebbero cassa; la burocrazia si allenterebbe e gli Avvocati avrebbero meno lavoro...
Nel mio caso ma che credo riguardi molti, e dopo avere consultato Avvocati e Notai e valutati i costi dei certi tre gradi di giudizio che dovrei scalare, il cui per altro un eventuale d.i. conservativo e non esecutivo sarebbe possibile ottenerlo solo dopo un primo grado a me favorevole... Quindi considerati i costi rilevanti e le criticità anche di una, mi dicono, certa vittoria tra?????? ho preferito industriarmi in proprio inviando una raccomandata a.r. dove interrompo i termini di prescrizione/decadenza riservandomi ulteriori azioni successivamente alla risposta del comune alla mia richiesta di affrancazione anticipata che è poi il mio obiettivo. Infatti la richiesta al venditore(con le criticità citate) della differenza tra il valore pagato ed il prezzo imposto, sarebbe dal mio punto di vista, un atto puramente speculativo dal momento che all'atto dell'acquisto ho comunque attribuito un valore commerciale che evidentemente mi soddisfava. Per altro non ho notizia ma sarei grato a qualcuno che posti eventuali aggiornamenti di sentenze/giudizi che rimodulando il prezzo di vendita al prezzo imposto, obbligano il venditore a rimborsare la differenza e con quali modalità. Di seguito VIRGOLETTATO" il mio post di luglio 2017 Buona domenica a tutti.
"Salve, sono appena iscritto al forum. In merito alla nota sentenza ed alla discussione, nello specifico riconducibile alla possibilità di rivalsa per la cifra eccedente il prezzo imposto e non solo , vorrei portare il mio caso, non perchè non abbia le idee chiare sul da farsi, in quanto pur non essendo un legale ho comunque una formazione civilistica/tributaristica arricchita da frequentazioni "tribunalistiche" che mi portano a valutare anche aspetti/scenari critici nell'affrontare una eventuale costituzione in giudizio per ottenere, come dire, GIUSTIZIA.
Il caso: 2012 acquisto appartamento a circa 200.000 euro con mutuo di 100.000 euro, l'appartamento è proveniente da assegnazione a socio cooperativa in E.R.P. che vende dopo 10 anni dall'assegnazione. Il Notaio roga normalmente, il mutuo erogato per immobile acquisito nello stato di diritto come si trova, libero da ogni vincolo atto pregiudizievole etc. (solite formule di stile notarili).
Oggi 2017, per puro caso vengo a conoscenza di vincoli al momento del rogito taciuti probabilmente in buona fede dal venditore e dal notaio non rilevati semplicemente perchè ante sentenza 18135/2015 ci si "limitava" alle indagini di rito, ipocatastali etc.
Detti vincoli, CHE AVREI EREDITATO, contenuti in una apposita convenzione stipulata con il Comune che illo tempore aveva concesso il terreno in DIRITTO DI PROPRIETà vertono in te punti essenziali:
1) DIVIETO di alienazione prima dei 5 anni (paramentro rispettato)
2) Dopo il 5 e sino al 20° anno possibilità di alienazione con vincolo di prezzo imposto come da convenzione determinato da U.T.E. calcolato con indici istat e vetustà dell'immobile. (una formula semplice che mi ha permesso in autonomia di calcolare quanto sarebbe stato il valore dell'immobile nel 2012, precisamente 110.000 rispetto ai 200.000 pagati in atto di vendita.
3) Dopo 20 anni si può svincolare il prezzo imposto riconoscendo al Comune la differenza di valore del terreno ceduto in DIRITTO DI PROPRIETà, in questo caso tra il 2002 e 2022
Quanto su esposto è emerso da un accesso agli atti da me richiesto allo scopo di reperire tutta la documentazione specifica , che dopo circa un mese mi ha permesso la ricostruzione documentale.
Ovvio che ci siano tutti i presupposti per instaurare una controversia con il
venditore richiedendo al Giudice la nullità del prezzo eccedente in atto con conseguente rimborso oltre i danni per non potere esitare l'appartamento in quanto, pur proponendolo a prezzo imposto, nessuno lo acquisterebbe nell'incognita del valore di svincolo al 2022. QUINDI ANDIAMO IN GIUDIZIO!?
Le criticità:
1) Reperibilità e solvibilità del venditore
2) Tempi della giustizia Italiana (si scaleranno certamente i tre gradi di giudizio con ampia possibilità di prescrizione, oltretutto in questi casi non mi sembra sia prevista la mediazione obbilgatoria che comunque sarebbe inutile)
3) spese iniziali comunque rilevanti visti gli importi in controversia a mio carico
4) esito della controversia.... siamo in Italia ed abbiamo visto come vanno certe cose!
Sarei più fiducioso in una legge/decreto , e forse in questo necessiterebbe insistere, che deroghi al dopo sentenza, quindi dal 2015 in poi, l'ereditarietà dei vincoli ai sub entranti, anche perchè altre sentenze degli ermellini, mi pare 2011, in questo senso si esprimevano, ovviamente tutte annullate dalle sezioni unite il cui spirito dell'orientamento giurisprudenziale pur abbastanza condivisibile non ha tenuto da conto che il pregresso avrebbe certamente intasato le aule dei tribunali con l'unico aspetto positivo di "creare" lavoro agli Avvocati.
Buona settimana a tutti."