Le opera di urbanizzazione, di solito vengono eseguite a scomputo, ovvero in natura.
Le opere di urbanizzazione realizzate a scomputo sono l'eccezione alla regola generale. Addirittura superato un certo importo è fatto obbligo indire appalto comunitario.
Possono sottrarre la quota parte versata dal momento che sono soldi sborsati dai vecchi proprietari...non li ha mica messi il comune.
Se leggi bene il parere della Corte dei Conti, dice che gli oneri di urbanizzazione potrebbero essere sottratti solo se sostenuti al 100% dall'operatore incaricato di pubblico servizio.
In ogni caso se dovesse passare una tale logica, gli oneri di urbanizzazione dovrebbero essere restituiti anche alle altre tipologie di fabbricati che hanno pagato per intero senza neppure beneficiare dello sconto previsto dalla normativa regionale per i PDZ.
A mio parere, il tempo impiegato per trovare una soluzione al pregresso (come qualcuno auspica) è tempo perso poichè non potrà mai essere promulgata nessuna norma capace di impedire una azione giudiziaria dell'attuale titolare del diritto di superficie finalizzato al recupero di quanto ha indebitamente pagato.
In termini generali (e senza tanti tecnicismi) è indubbio che gli alloggi edificati nei Piani Di Zona:
1) Hanno ottenuto (almeno fino al 2007) la disponibilità dei suoli a bassisimo costo;
2) Quasi sempre hanno usufruito di un finanziamento pubblico in conto interessi e/o capitale;
3) Differentemente dalle altre tipologie di alloggi, sono stati esonerati dal pagamento del Costo di costruzione;
4) Hanno pagato (almeno nel Lazio) oneri di ubanizzazione ridotti prima entro un tetto pari al 60% e poi al 85%. In un periodo sono stati addirittura esentati.
5) Per edificare tale tipologia di alloggi è stato utilizzato lo strumento dell'esproprio e sono stati sacrificati i principi cardine della proprietà privata in virtù della funzione sociale dell'edilizia residenziale pubblica.
Pertanto, a livello generale, secondo una lettura costituzionalizzata delle norme di settore, l'affrancazione mai potrebbe avvenire senza un
congruo introito nelle casse comunali capace di compensare la perdita dell'interesse collettivo.
Dove sta lo scandalo se viene chiesto il pagamento di una somma sostanziale a fronte di un introito di 200-300.000 euro? D'altronde chi non deve vendere o affittare (a prezzo libero di mercato), non ha bisogno di fare alcuna operazione.
Si devono fare deroghe, eccezioni a favore di chi non si può rivalere sul suo dante causa... bene!
ma la regola generale deve rimanere in piedi.
Piuttosto, ho sentito diverse voci le quali riferiscono che il comune vuole altri soldi da chi in passato ha già fatto la trasformazione del diritto di superficie a proprietà.
Per me sarebbe una estorsione!