giannelmo

Membro Attivo
Professionista
per @Mobil , ti allego il testo che condivido sia come idea dell'invio sia come contenuto , mi sono permesso qualche piccola correzione. Avrei voluto inviartelo in world open ma mi accetta solo il pdf. Saluti

Boh, scusate, ma io che sono venuto a Roma 25 anni fa da un'altra città, normalmente mal amministrata, 'sta faccenda dei diritti di superficie nelle aree PEEP la conoscevo benissimo, anzi quando accompagnai un mio fratello, che doveva acquistare casa, negli uffici di una cooperativa, la prima cosa che dissero era proprio quella del diritto di superficie e dei limiti di rivendita.
Proprio per questo al momento di comprare a mia volta, ma qui a Roma, chiesi esplicitamente al notaio dei vincoli (secondo lui decaduti). Inoltre, dato che il compromesso è del giugno 2006, quando cioé il comune, come sembra, ancora non aveva iniziato a rilasciare nulla osta, in base a cosa il notaio (e l'agenzia Gabetti) potevano sostenere l'insussistenza dei vincoli?
 
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giannelmo

Membro Attivo
Professionista
Grazie @Santi60!

Nella mia convenzione c'è scritto: <<-che lo schema di convenzione comprendente anche i criteri, sanzioni e norme, di cui ai commi 7° - 8° e 13° dell'Art.35 L. 865/71, è stato approvato con deliberazione consiliare n.1929/83>>.

Quindi, anche nel mio caso, deduco che valga l'impossibilità per legge di richiedere un qualunque conguaglio.

Un motivo in più per cercare di far completare la pratica di trasformazione...

Io, insieme a molti abitanti del Laurentino 38, anni fa facemmo ricorso al TAR proprio contro il conguaglio, e la nostra richiesta di annullarlo fu accolta. Poi il Comune fece ricorso al consiglio di stato, e questo capovolse la sentenza del tar. In pratica disse che il comune aveva comunque il diritto, per legge, di rientrare completamente delle spese sostenute per gli espropri. E qui si apre il busillis: "rientrare completamente" significa che nei conteggi va incluso il costo della causa persa contro i proprietari dei terreni?
Come vedete più che casino questi del comune non sanno fare, ben coadiuvati dalla "giustizia".
 
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Santi60

Membro Attivo
Professionista
Io, insieme a molti abitanti del Laurentino 38, anni fa facemmo ricorso al TAR proprio contro il conguaglio, e la nostra richiesta di annullarlo fu accolta. Poi il Comune fece ricorso al consiglio di stato, e questo capovolse la sentenza del tar. In pratica disse che il comune aveva comunque il diritto, per legge, di rientrare completamente delle spese sostenute per gli espropri. E qui si apre il busillis: "rientrare completamente" significa che nei conteggi va incluso il costo della causa persa contro i proprietari dei terreni?
Come vedete più che casino questi del comune non sanno fare, ben coadiuvati dalla "giustizia".
Nella vostra Convenzione cosa c'era scritto all'art. 3?
 

lupin3

Membro Attivo
Privato Cittadino
Nei miei conteggi per la trasformazione la voce conguaglio è tutta a zero.

Inoltre, ho un documento del comune che attesta che, sul pdz 10V, non ci sono espropri in corso né relative cause in tribunale ancora aperte.

Stesso caso del mio PDZ (il C20)..... quindi mi chiedo perche' non danno la possibilita' di trasformare???? strano no....? perche sono convenzioni ormani vecchie di 20 anni e quindi non sarebbe piu' necessaria l'affrancazione...... bei paraculi e'....
 
C

Cesco76

Ospite
@Cesco76 probabilmente, invece di "per le stesse convenzioni come ribadito dalla sentenza il vincolo del prezzo non decade automaticamente a alla decadenza del vincolo di prezzo", volevi scrivere "per le stesse convenzioni come ribadito dalla sentenza il vincolo del prezzo non decade automaticamente a alla decadenza del divieto di alienare", ma scusami, sicuramente per un mio problema di bassa capacità di comprendonio, continuo a non capire cosa volevi dire. Infatti la "decadenza del divieto di alienare" si riferisce al limite dei 5 anni entro i quali vige il vincolo di parziale inalienabilità previsto dalla Legge 179/1992: “gli alloggi di edilizia agevolata possono essere alienati o locati, nei primi cinque anni decorrenti dall’assegnazione o dall’acquisto e previa autorizzazione della regione, quando sussistano gravi, sopravvenuti e documentati motivi. Decorso tale termine, gli alloggi stessi possono essere alienati o locati”, ma da questo punto di vista non mi è chiaro cosa c'entra quanto scrivi con gli alloggi per i quali sia già avvenuta la Trasformazione, per il semplice fatto che la Trasformazione NON è ammessa entro tale limite quinquennale e mi sembra palese che, proprio per questo motivo, chi ha scritto la Sentenza non stava affatto pensando agli alloggi con Convenzione Trasformata (che non poteva ancora esserci entro i 5 anni), ma solo a quelli con Convenzione originaria.
Pertanto la Sentenza famosa dice semplicemente che anche dopo i 5 anni (oltre i quali l'alloggio può essere venduto) permane per gli alloggi con Convenzione ex art. 35 Legge 865/1971, con efficacia indefinita, il vincolo del prezzo massimo, a meno che non sia stata redatta una Convenzione che dica il contrario.
A questo punto, la frase della sentenza che evidenzierei in grassetto è la prima che hai riportato: "Un'ulteriore distinzione deve ravvisarsi tra le convenzioni L. n. 865 del 1971, ex art. 35 e quelle L. 28 gennaio 1977, n. 10, ex artt. 7 e 8 (Norme per la edificabilità dei suoli), non pertinenti, nella specie). Solo per le seconde il titolare di alloggio su concessione edilizia rilasciata con contributo ridotto non è obbligato a rispettare, in sede di vendita, il prezzo stabilito dalla convenzione tipo approvata dalla regione". In effetti, ai sensi del comma 46 dell'art. 31 della Legge 448/1998, quello che viene fatto con la Trasformazione è proprio, come dice la stessa parola, "Trasformare" i vincoli dell'alloggio applicandogli quelli ex artt. 7 e 8 della Legge 10/1977 al posto di quelli ex art. 35 della Legge 865/1971 con il preciso intento del Legislatore di rendere omogenei i vincoli di tutti gli alloggi realizzati con Convenzioni antecedenti alla Legge 179/1992 (sia in Diritto di Superficie che in Diritto di Proprietà) a quelli, molto meno stringenti, degli alloggi realizzati in Diritto di Proprietà dopo l'entrata in vigore della Legge 179/1992.
Cioè se faccio la Trasformazione, il mio alloggio diventa del tutto simile ad un alloggio acquistato in Diritto di Proprietà con convenzione post Legge 179/1992 e sfido chiunque a sostenere che per quest'ultimo tipo di alloggi il vincolo del prezzo massimo resti dopo la scadenza della Convenzione ventennale!
L'ulteriore introduzione dei commi 49-bis e 49-ter dell'art. 31 della Legge 448/1998 è stata fatta dal Legislatore per completare quanto già fatto in precedenza per dare la possibilità di togliere definitivamente anche gli ultimi vincoli ventennali delle Convenzioni trasformate e delle nuove Convenzioni in Diritto di Proprietà, oppure dare la possibilità, ad un prezzo ridotto (una percentuale del corrispettivo del comma 48 della stessa Legge) di togliere solo il vincolo del prezzo massimo alle Convenzioni in Diritto di Superficie senza effettuare la Trasformazione. Tutto questo con il preciso scopo di "agevolare il trasferimento dei diritti immobiliari", ma se, come pretendono i funzionari del Comune di Roma, si utilizza il comma 49-bis, come mezzo per aumentare gli introiti del comune aggiungendoli a quelli della Trasformazione, alla fine si fa esattamente il contrario dello scopo del Legislatore cioè si "disincentiva il trasferimento dei diritti immobiliari".
Come si fa a non capirlo non lo so proprio!
si intendevo vincolo ad alienare... è un refuso
Santi è chiarissimo per la sentenza 18135, per come viene interpretata, se l'alloggio nasce come legge 865/1971 anche se poi trasformato in diritto di proprietà con convenzione in base alla legge del 1977 ( per le quali il vincolo ad non alienare diventa di 20 anni), essendo il punto di partenza la 865, il vincolo di prezzo può essere rimosso solo a seguito di un pagamento. insomma se la tua abitazione nasce come diritto di superficie il vincolo di prezzo se lo porta dietro fino a quando non viene redatta una "CONVENZIONE AD HOC" stipulata solo e soltanto per rimuovere il vincolo di prezzo, come cita la sentenza ti rimetto il passaggio della sentenza:

"Dal testo normativo sopra riportato emerge, dunque, con chiarezza che il vincolo del prezzo non è affatto soppresso automaticamente a seguito della caduta del divieto di alienare; ed anzi, in assenza di convenzione ad hoc (da redigere in forma pubblica e soggetta a trascrizione), segue il bene nei successivi passaggi di proprietà, a titolo di onere reale, con naturale efficacia indefinita."

Anche se hai trasformato non hai stipulato una convenzione "ad HOC" per rimuovere il vincolo di prezzo, ovvero non hai affrancato come previsto da legge.

in base sempre all'interpretazione diverso discorso invece per le abitazioni che nascono direttamente come diritto di proprietà, per cui il vincolo di prezzo decade o alla decadenza del vincolo ad alienare (20anni) o al pagamento del corrispettivo per l'affrancazione come da legge 10/1977.

Tutti i discorsi che fai tu sono molto belli e molto tecnici e a mio avviso sono molto giusti, anche io reputo che l'affrancamento dovrebbe essere un acconto della trasformazione. ma purtroppo secondo me la cassazione sull'argomento ha creato un po di confusione o quanto meno si lascia ad interpretazioni. all'avvocatura comunale è prevalsa in maggioranza questa linea, e per dirimere il dubbio che avevo ho sentito il parere di tre avvocati ed un notaio i quali 3 mi hanno dato la stessa interpretazione del Comune. e il quarto è rimasto col dubbio ma mi ha detto una cosa " se viene portata come argomentazione davanti al tribunale amministrativo difronte ad una sentenza della cassazione a sezioni riunite il giudice non fa altro che avvallare.

Spero di essere stato chiaro.
 
C

Cesco76

Ospite
Tranne ai funzionari del Comune di Roma e forse anche a @Cesco76 che, da quanto ho capito dai suoi post, ritiene che al Comune di Roma stiano operando in modo corretto, oppure ho capito male?
io reputo che il comune in base alla sentenza 18135 non ha potuto fare diversamente... ripeto il problema secondo me risiede nella sentenza stessa e contro quella c'è poco da fare...
 
C

Cesco76

Ospite

Santi60

Membro Attivo
Professionista
E ribadisco questo passaggio sta spingendo molti comuni a rivedere le loro posizioni sull'argomento
Restiamo sempre nel campo delle "Interpretazioni" e come hai scritto tu è una decisione dell'Avvocatura di Roma presa "a maggioranza" (quindi con la presenza di pareri contrari), per altro sulla base di una Sentenza che aveva a che fare con una situazione completamente diversa (un preliminare di compravendita per un appartamento in Diritto di Superficie NON ancora trasformato).
Secondo i 3 avvocati e un Notaio che hai contattato, quello che hanno elaborato nel documento allegato è un puro frutto di fantasia che non c'entra nulla con la Legge Nazionale?
Per quanto riguarda poi i comuni che vorrebbero rivedere le loro posizioni sull'argomento è ovvio che, con tutti i conti dissestati che numerosi comuni hanno, trovare un trucco per fare cassa è sempre un'opportunità :triste: ...
Quando scrivi "il vincolo di prezzo può essere rimosso solo a seguito di un pagamento", ti chiedo, ma la Trasformazione non è a seguito di un pagamento?
A cosa ti riferisci con "al pagamento del corrispettivo per l'affrancazione come da legge 10/1977"? (non mi pare di aver visto alcun riferimento all'affrancazione nella Legge 10/1977)
Altro punto che non capisco del tuo post è "per le quali il vincolo ad non alienare diventa di 20 anni". Infatti non mi risulta che le convenzioni di Trasformazione attivino un vincolo ad non alienare di 20 anni, ma, semplicemente, mantengono il vincolo del prezzo massimo per 20 anni a partire dalla data della Convenzione originaria. Forse ti riferivi al vincolo ventennale delle Convenzioni in Diritto di Proprietà ante Legge 179/1992 entro i quali si poteva vendere solo a soggetti con aventi i requisiti per la assegnazione di alloggi economici e popolari? In ogni caso, ti faccio notare che tale vincolo, come anche quello di assoluta inalienabilità entro i 10 anni dalla data del rilascio della licenza di abitabilità per le Convenzioni in Diritto di Proprietà ante Legge 179/1992, è stato abrogato da quest'ultima Legge, quindi non vedo come una Convenzione di Trasformazione da Diritto di Superficie a Diritto di Proprietà possa riesumare dei vincoli che erano stabiliti in passato dai commi dell'art. 35 della Legge 865/1971 che sono già stati abrogati dal 1992!
Non ho visto in nessun passaggio della famosa Sentenza alcun riferimento ad alloggi con Convenzione di Trasformazione, quindi resto del parere che è una pura ed arbitraria estensione, da parte dell'Avvocatura del Comune di Roma, l'applicazione della Sentenza stessa a questo tipo di alloggi. Fra l'altro, anche le Convenzioni per gli alloggi già originariamente in Diritto di Proprietà (post Legge 179/1992) sono basati sulla stessa Legge 865/1971, quindi, a cosa servirebbe la Trasformazione della Convenzione degli alloggi in Diritto di Superficie (e di quelli in Diritto di Proprietà ante Legge 179/1992) se non proprio a rendere la Convenzione del tutto equivalente a quella post Legge 179/1992 (che dopo 20 anni NON richiede alcuna Affrancazione)?
Infine, quale sarebbe lo scopo di inserire una durata ventennale in una Convenzione di Trasformazione per un appartamento in Diritto di Superficie, che già elimina immediatamente all'atto della firma il vincolo di proprietà solo superficiaria fino a 99 anni, se non far decadere anche gli altri vincoli residui sul prezzo massimo di cessione/locazione?
Mi dispiace, ma nel tuo post vedo troppi elementi non supportati da alcuna Legge e numerosi altri anche del tutto errati.
 

Allegati

  • aree_peep_e_pip.pdf
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