@PeppeC. concordo con i tuoi dubbi e dire quanto segue:Concordo pienamente con tutto quello che dite, però se non viene data a tutti la possibilità di Trasformare non stiamo parlando anche in questo caso di disparità di trattamento?
Secondo, qualsiasi soluzione verrà trovata (e se verrà trovata) il danno è stato fatto, perché credo che nessuno o quasi nessuno comprerà più questi tipologia di case.
Terza cosa, se ho capito bene anche se si è presentata domanda di Affrancazione, se non gli verranno fatti i conteggi (magari con una lettera da parte del Comune) significa che c'è ancora in piedi il discorso dell'esproprio del terreno? E in quest'ultima ipotesi una persona ditemi cosa dovrebbe fare? Veramente è prigioniero del proprio appartamento. Siamo sempre più all' assurdità.
Qui' dovremmo essere noi a chiedergli i danni al comune per tutta questa vicenda
- Ora che le stime del valore venale (per quanto sballate esse siano) sono state approvate e pubblicate, il Comune di Roma NON ha più scusanti e dovrebbe consentire la trasformazione per TUTTI i PdZ, cosa che, prima della Deliberazione 40/2016, era inattuabile mancando le stime.
- L'unico modo per riparare il danno, da questo punto di vista, è quello di permettere a TUTTI di finalizzare la Trasformazione ma togliendo qualsiasi dubbio circa la possibilità che, in futuro, il Comune possa chiedere altre "gabelle". A questo scopo, lo schema di Convenzione di Trasformazione approvato con la Deliberazione 54/2003, grazie alla frase che c'è all'art. 4 ("Le limitazioni stabilite dal presente articolo avranno efficacia fino al ................ (venti anni a partire dalla stipula della prima convenzione con la quale il Comune ha concesso il diritto di superficie alla Cooperativa l Impresa ).Scaduto tale termine non vi sarà alcun limite alla facoltà di disposizione e godimento dell'alloggio, né alcun obbligo nei confronti del Comune."), sarebbe stata perfetta se non fosse stata inquinata da quello che dicono adesso al Dipartimento parlando di "refusi" e forzando a fare anche la procedura di Affrancazione.
- Anche questo problema sarebbe risolto all'origine permettendo a tutti la Trasformazione. Infatti, considerando le stime altissime della Deliberazione 40/2016, per il ragionamento che ho fatto qualche post fa, anche in caso di sentenze sfavorevoli al Comune per le cause di esproprio che dovessero produrre un incremento dei costi del terreno, questi incrementi sarebbero comunque coperti dagli alti valori dei corrispettivi secondo il comma 48 dell'art. 31 della Legge 448/1998, in quanto come ampiamente dimostrato in questa discussione le stime dei valori venali convertite da mc a mq sono abbondantemente superiori a qualsiasi prezzo di mercato dei terreni che si trovano adesso con una ricerca di mercato a Roma. Diversa sarebbe, invece, la situazione nel caso dei corrispettivi di Affrancazione che, essendo una percentuale (basata sugli anni residui della Convenzione originale con un minimo al 30%) del corrispettivo calcolato ai sensi del citato comma 48, si potrebbe avere il caso che tale corrispettivo ridotto non riesca a compensare il maggior costo di esproprio. E questo è un altro motivo che dimostra la scarsa capacità di analisi economica di chi volendo ottenere troppo (prima affrancazione e, poi, Trasformazione), alla fine non otterranno nulla poiché, salvo quei malcapitati che si trovano ingabbiati in un preliminare di compravendita bloccato, tutti quelli che non hanno fretta di vendere aspetteranno tempi migliori. Tanto ad ogni cambio di amministrazione, per definizione, anche solo per poter dire che i predecessori hanno sbagliato, le cose vengono rimesse in discussione e non è da escludere che le Trasformazioni ritornino ad essere formalizzate come lo erano prima dell'intervallo di gestione commissariale: avete presente quello che è successo da decenni con il ponte sullo stretto di Messina che ad ogni cambio di Governo cambia la decisione di farlo oppure no (tanto le penali alle imprese che avevano ottenuto l'appalto mica le pagano loro, ma noi con le nostre tasse ...)