EmiVal

Membro Attivo
Privato Cittadino
Ragazzi, qualcuno può spiegarmi la differenza di trattamento tra la legge 865/1971 e la legge 10/1977 (Bucalossi): perchè con la seconda si può vendere a prezzo di libero mercato? Vi chiedo di essere il più sintentici possibili, in particolare mi riferisco a @Santi60 che è una persona estremamente preparata ma ormai è entrato nell'inferno della giurisprudenza e adesso la sua mente ragiona solo in burocratese (amici, salviamolo :risata:). E' solo una questione di legge scritta in maniera diversa o c'è altro?

Quando mi è stata fatta questa domanda in effetti non sapevo cosa rispondere.

Consiglio a tutti gli interessati in questo forum di confrontarsi anche con persone totalmente estranee al problema, perchè molto spesso ci propongono punti di vista completamente nuovi che ormai i nostri cervelli infognati non sono più in grado di vedere...

In materia, c'è anche questo vecchio post di rob71 che mi permetto di citare:

<<Bisogna partire dalla sent. 18135/201 che - per ciò che riguarda l'argomento che stiamo affrontando - ha fissato i seguenti paletti:

1) vanno distinte le convenzioni ex art. 35 L. 865/1971 (come nel mio caso) da quelle ex artt. 7 e 8 L. 10/1977. Mettere insieme i due tipi di convenzione, ora, dopo la sentenza in esame, non è più possibile: è tutta qua l'origine dei casini nei quali ci troviamo;

2) infatti, solo per le seconde (ex artt. 7 e 8 L. 10/1977) il titolare di alloggio su concessione edilizia rilasciata con contributo ridotto non è obbligato a rispettare, in sede di vendita, il prezzo stabilito dalla convenzione;

3) nel primo caso, invece, (art. 35 L. 865/1971) occorre stipulare apposita convenzione per atto pubblico, in quanto - cito le Sezioni Unite (mica un utente del forum, con tutto il rispetto) - "in assenza di convenzione ad hoc (da redigere in forma pubblica e soggetta a trascrizione), [il vincolo del prezzo] segue il bene nei successivi passaggi di proprietà, a titolo di onere reale, con naturale efficacia indefinita".

Secondo me è chiaro, poi ognuno può dire la sua
>>.
 

PinPan

Membro Junior
Privato Cittadino
@PinPan , "tecnicamente" la trasformazione sarebbe possibile, dato che la Deliberazione 40/2016 descrive anche questa possibilità e approva le stime del valore venale per TUTTI i PdZ, il problema è formale poiché manca la "proposta da parte del comune" (comma 47 art. 31 Legge 448/1998), che c'è solo per i 14 PdZ e, da quanto è ormai palese, il Comune non ha intenzione di farla poiché, prima, vuole "spennare i suoi polli" con l'Affrancazione.
L'Affrancazione (comma 49-bis art. 31 Legge 448/1998), invece non necessita di "proposta da parte del comune", ma basta solo la disponibilità delle stime del valore venale (e la Deliberazione 40/2016 li ha approvate) ed uno schema per la Convenzione di Affrancazione (che è stata approvata con la Deliberazione 33/2015).
La questione dei 20 anni, anche se il Comune adesso dice, in modo arbitrario e contro legge, che è un "refuso", vale solo per le Convenzioni in Diritto di Proprietà (post Legge 179/1992) e per le Convenzioni di Trasformazione da Diritto di Superficie in Diritto di Proprietà. Se la Convenzione è ancora quella del Diritto di Superficie non si applica nessuna scadenza di 20 anni (ma solo quella dei 99 anni), salvo la possibilità di vendere dopo 5 anni a prezzo calmierato, oppure a prezzo di mercato se si finalizza l'Affrancazione. Infatti per le Convenzioni in Diritto di Superficie, si può sicuramente Affrancare, si dovrebbe poter Trasformare (ma al momento solo per 14 PdZ) oppure fare entrambe le cose per far scadere subito il vincolo dei 20 anni della Convenzione di Trasformazione (anche se il Comune di Roma sta forzando l'Affrancazione in caso di Convenzione di Trasformazione e 20 anni già trascorsi).
Al momento, anche se è palese che le stime della Deliberazione 40/2016 siano ingiustificatamente elevate e, conseguentemente, elevati siano i corrispettivi di Affrancazione, fino a quando non ci sarà una formale abrogazione o una sentenza di illegittimità di tale delibera, per chiedere il rimborso al Comune occorre vincere un ricorso legale che si porta dietro i tempi e le incertezze della "Giustizia" Italiana.

Non posso che ringraziarti per la chiara e esaustiva risosta. Maurizio
 

Santi60

Membro Attivo
Professionista
@Santi60, ormai lo scenario è decisamente chiaro.

Purtroppo, è piuttosto chiaro.

In base al quadro normativo, risulta inspiegabile, legalmente, formalmente e anche in virtù del puro buon senso, per quale motivo, almeno nei 14 PdZ "sbloccati", le pratiche di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà siano state sospese.

Si tratta di procedure che non hanno a che fare con la sentenza in oggetto.

Si tratta di pratiche che trasformerebbero le convenzioni in diritto di superficie ex art.35 865/71 (tutte, indipendentemente dalla data di stipula, come hai precisato) in convenzioni ex artt.7 e 8 10/1977 (cosiddette "convenzioni Bucalossi").

Lo schema della nuova convenzione risale alla delibera 54/2003 del comune di roma, è disponibile al sito del comune e non è mai stato abrogato o dismesso.

Ripeto, con quale giustificazione può il comune non ottemperare, senza intervenire con una delibera o un qualche altro atto, a quanto disposto dalla legge 448/1998 e riportato tuttora sul suo sito?
Infatti, fino ad ora, dicono solo a parole che occorra fare sia Trasformazione che Affrancazione (non c'è una posizione chiara fornita "per iscritto") ed anche per le richieste di Trasformazione, semplicemente, non rispondono poiché, se lo facessero, dovrebbero prendersi la responsabilità di stipulare un atto pubblico con una Convenzione precedentemente approvata, ma inserendo "postille" mai approvate da nessuna Deliberazione.
In realtà, da qualche post in questa discussione, sembra che tali "postille" siano state inserite per la stipula di alcune Convenzioni di Trasformazione effettuate proprio nella data della Deliberazione 40/2016, ma fossi in chi ha firmato, per il Comune di Roma, tali Convenzioni arbitrariamente modificate, senza un avallo di una specifica Deliberazione che approvi un nuovo schema di Convenzione, non sarei tanto tranquillo (ammesso, ovviamente, che ciò sia effettivamente accaduto ...)
 

Merlinux

Membro Junior
Privato Cittadino
Ciao gente,
noto che la discussione si sta arricchendo di tante considerazioni MOOOOOOLTO tecniche, ma purtroppo solo sulla questione diritto di superficie/trasformazione.

Qualcuno di voi ha qualche idea se occorre o no affrancare per chi è in diritto di proprietà, convenzione preliminare del 74 e convenzione integrativa mancante? Io ho richiesto al comune il calcolo per l'affancazione (Giugno 2016).
 
U

Utente Cancellato 67606

Ospite
@Quiet , mi dispiace di non avere il dono della brevità e cercherò di risponderti evitando la citazione di articoli e commi in “burocratese” che mi rendo conto risulta in genere noiosa :triste:
Non te la prendere se scherzo, meriteresti una laurea honoris causa, ironizzo sul fatto che a forza di seguire tutta questa vicenda la tua mente è compromessa dal "burocratese" :D

Dunque vi faccio un sunto delle perplessità a me sollevate...

In zona Garbatella ci sono appartamenti acquistati a 20.000.000 di Lire ai tempi, non sono ne 865/71 ne 10/77, ad oggi vengono venduti a 1.000.000 di Euro e sono praticamente *RUDERI*. Questi tizi non possono essere accusati di speculazione perchè non ci sono leggi specifiche che glielo vietano, quindi l'acquirente semplicemente li ignora (perculandoli).

E il problema nasce proprio qui: qualcuno è stato obbligato ad acquistare un diritto di superficie dal primo acquirente? La questione sollevata non è per niente banale perchè è stato l'acquirente ad essere incauto, dato che a Roma (e in tutta Italia) ci sono ancora tantissimi diritti di superficie in vendita dal costruttore. Tutte queste cause civili in corso avranno un lieto fine solo se all'acquirente sono state nascoste le informazioni sin dall'inizio, altrimenti c'è concorso di colpa.

A quanto pare queste non sono semplici "chiacchiere da bar" ma pare sia la posizione di alcuni notai...
 

Nicestar

Membro Attivo
Privato Cittadino
Non te la prendere se scherzo, meriteresti una laurea honoris causa, ironizzo sul fatto che a forza di seguire tutta questa vicenda la tua mente è compromessa dal "burocratese" :D

Dunque vi faccio un sunto delle perplessità a me sollevate...

In zona Garbatella ci sono appartamenti acquistati a 20.000.000 di Lire ai tempi, non sono ne 865/71 ne 10/77, ad oggi vengono venduti a 1.000.000 di Euro e sono praticamente *RUDERI*. Questi tizi non possono essere accusati di speculazione perchè non ci sono leggi specifiche che glielo vietano, quindi l'acquirente semplicemente li ignora (perculandoli).

E il problema nasce proprio qui: qualcuno è stato obbligato ad acquistare un diritto di superficie dal primo acquirente? La questione sollevata non è per niente banale perchè è stato l'acquirente ad essere incauto, dato che a Roma (e in tutta Italia) ci sono ancora tantissimi diritti di superficie in vendita dal costruttore. Tutte queste cause civili in corso avranno un lieto fine solo se all'acquirente sono state nascoste le informazioni sin dall'inizio, altrimenti c'è concorso di colpa.

A quanto pare queste non sono semplici "chiacchiere da bar" ma pare sia la posizione di alcuni notai...


se continuiamo di questo passo, a breve il Comune, il Notaio , la cooperativa e perfino la guardia di finanza ci denunciano "per incauto acquisto" e semmai tutti insieme l'anno prossimo ci troviamo a scrivere al forum dal pc di San Vittore! E dai, penso che stiamo esagerando..... non credi?
 

Nicestar

Membro Attivo
Privato Cittadino
No, quello che ti ho citato è un passo di una convenzione in diritto di superficie, uguale a mille altre.

Un conto è la Convenzione che riguarda la durata del diritto di superficie (in genere 99 anni, rinnovabili per altri 99. I 60 in genere riguardano i garages o posti auto interrati.) e un conto è la durata dei vincoli.

@Bagudi , Ovviamente posso sbagliarmi, ma personalmente non conosco nessuna convenzione di diritto di superficie di 99 anni che abbia una tempistica dei vincoli diversa. Forse, si tratta eventualmente di una convenzione in diritto di superficie trasformata in piena proprietà e non sono passati ancora i 20 anni? Comunque, scusa la mia ignoranza, ma è la prima volta che sento parlare di tempistiche diverse. Eventualmente fammi sapere. Grazie e saluti Nicestar
 

Santi60

Membro Attivo
Professionista
Non te la prendere se scherzo, meriteresti una laurea honoris causa, ironizzo sul fatto che a forza di seguire tutta questa vicenda la tua mente è compromessa dal "burocratese" :D

Dunque vi faccio un sunto delle perplessità a me sollevate...

In zona Garbatella ci sono appartamenti acquistati a 20.000.000 di Lire ai tempi, non sono ne 865/71 ne 10/77, ad oggi vengono venduti a 1.000.000 di Euro e sono praticamente *RUDERI*. Questi tizi non possono essere accusati di speculazione perchè non ci sono leggi specifiche che glielo vietano, quindi l'acquirente semplicemente li ignora (perculandoli).

E il problema nasce proprio qui: qualcuno è stato obbligato ad acquistare un diritto di superficie dal primo acquirente? La questione sollevata non è per niente banale perchè è stato l'acquirente ad essere incauto, dato che a Roma (e in tutta Italia) ci sono ancora tantissimi diritti di superficie in vendita dal costruttore. Tutte queste cause civili in corso avranno un lieto fine solo se all'acquirente sono state nascoste le informazioni sin dall'inizio, altrimenti c'è concorso di colpa.

A quanto pare queste non sono semplici "chiacchiere da bar" ma pare sia la posizione di alcuni notai...
@Quiet figurati se me la prendo per così poco. Anzi, come puoi vedere, nel mio post ho inserito delle frasi fra parentesi di genuina autoironia :) ...
 

lupin3

Membro Attivo
Privato Cittadino
leggevo sul gruppo di FB che sono arrivate le prime risposte per le affrancature..... addiriturra 20 mila euro per piccoli appartamenti (assurdo...!!!)..... sarebbe utile capire a quali PDZ si riferiscono....
 

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