Nicestar

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L'articolo dice anche "Da un giorno all’altro, quindi, a Roma tutto è cambiato. E centinaia di migliaia di persone e famiglie che avevano comprato una casa costruita in edilizia convenzionata non da primi ma da secondi o successivi acquirenti" Confermo che l'articolo è buono, scritto bene e confermo il mio giudizio precedente.
Ma se vogliamo trovare una piccola pecca quando cita " non da primi " vorrei far osservare che nella maggior parte anche i primi assegnatari hanno pagato molto di più del prezzo che doveva essere calmierato, perchè costruttori, presidente della cooperativa e notaio hanno fatto a gara a chi nascondeva meglio la lista del prezzo massimo. Era stata dunque , da sempre, una combutta di tutti questi personaggi che hanno lucrato sulle sovvenzioni pubbliche, il tutto legalizzato dal comune che volutamente dormiva.
 
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Utente Cancellato 67606

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Dopo oltre 1 anno e 535 pagine in questo forum, leggere queste cose mi fa cascare le braccia. Magari sarò stupido io, o forse non so leggere, ma in questo articolo sembra quasi che il problema sia la sentenza 18135 non il Comune di Roma che ha crato il casino dagli anni '90 (loro dicono '80 ma non ci credo).

Poi leggo “In aggiunta a ciò - conclude Calviello - stiamo ragionando su un’azione collettiva a tutela dei cittadini di Roma” ... ah stanno ancora ragionando, magari perchè non ci sono neanche appigli legali, pensa un po :triste: Il comune intanto fa spallucce come se non fosse responsabile, però procede al calcolo di certi salassi da staccare le 'recchie.

Spero di sopravvivere abbastanza per vedere come andrà a finire, ormai sono troppo curioso :occhi_al_cielo:
 

EmiVal

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Privato Cittadino
Dopo oltre 1 anno e 535 pagine in questo forum, leggere queste cose mi fa cascare le braccia. Magari sarò stupido io, o forse non so leggere, ma in questo articolo sembra quasi che il problema sia la sentenza 18135 non il Comune di Roma che ha crato il casino dagli anni '90 (loro dicono '80 ma non ci credo).

Poi leggo “In aggiunta a ciò - conclude Calviello - stiamo ragionando su un’azione collettiva a tutela dei cittadini di Roma” ... ah stanno ancora ragionando, magari perchè non ci sono neanche appigli legali, pensa un po :triste: Il comune intanto fa spallucce come se non fosse responsabile, però procede al calcolo di certi salassi da staccare le 'recchie.

Spero di sopravvivere abbastanza per vedere come andrà a finire, ormai sono troppo curioso :occhi_al_cielo:

L'articolo ha sicuramente delle pecche.

Nello stesso tempo, ha l'innegabile merito di essere il primo articolo sulla materia, e questo suscita un'ovvia quanto inquietante riflessione (pure retorica, se vogliamo, ma è pur sempre una riflessione).

"Dovrebbe infuriare la tempesta e invece c'è bonaccia", inizia così l'autore, introducendo un caso che "coinvolgerebbe circa 600 mila abitazioni, il 60 per cento del patrimonio edilizio della Capitale".

Uno scandalo di proporzioni enormi, inaudite, un disastro per migliaia di famiglie romane le quali, però, in gran parte, rimangono quasi del tutto ignare della materia.

repubblica, corriere, il tempo, il messaggero, etc etc: possibile che, tra tanti quotidiani, tanti giornali, solo globalist.it - con tutto il rispetto - possa e voglia occuparsi di una questione che riguarda due terzi del patrimonio edilizio di Roma?

Nemmeno un trafiletto in ultima pagina? Tra regate di solidarietà, controlli sugli abusivi, servizi calcistici, sagre della castagna, proiezioni alla sala Umberto e festa di halloween, è possibile che non ci sia a disposizione nemmeno uno spazietto per la sorte della maggior parte degli abitanti di Roma e dei loro risparmi?:shock:

Possibile che i miei vicini di casa e tanti tanti altri cittadini che non devono vendere debbano rimanere ignari?
 

andrea_67

Membro Junior
Privato Cittadino
Potrei sbagliarmi ma non credcassazionei nell'ambito dei compiti della corte costituzionale, e poi il problema, probabilmente, non è la sentenza ma l'interpretazione capziosa che il comune ne da. In materia amministrativa gli organi competenti per i ricorsi alle delibere amministrative credo siano solo il TAR e il Consiglio di Stato.
Forse non sono stato molto chiaro in ciò che volevo dire. Non volevo mettere in discussione la materia amministrativa , bensì linterpret
Potrei sbagliarmi ma non credo rientri nell'ambito dei compiti della corte costituzionale, e poi il problema, probabilmente, non è la sentenza ma l'interpretazione capziosa che il comune ne da. In materia amministrativa gli organi competenti per i ricorsi alle delibere amministrative credo siano solo il TAR e il Consiglio di Stato.
Sicuramente mi sono espresso male. Intendevo dire una interpretazione autentica della legge (non della sentenza o della convenzione) . La cassazione, nella sentenza, fondamentalmente dice che l'interpretazione della legge non permette svincolo dal prezzo massimo nella vita dell'immobile. La domanda che mi pongo è proprio questa: siamo certi che ciò sia inattaccabile? Inoltre a fronte di decine/centinaia di cause che potrebbero abbattersi contro i notai che hanno rogitato , a questo punto, contro legge quale sarà la loro linea difensiva? Potrebbero tirare in causa il comune ( anche se sembra che i nulla osta dell'ente non abbiano alcun valore) oppure potrebbero sostenere che l'interpretazione della legge è diversa da quella data dalla cassazione. Quindi è possibile mettere in discussione la legge stessa in termini di interpretazione, se non addirittura in termini di costituzionalità , ed eventualmente esiste un organo preposto che potrebbe essere chiamato in discussione?
 

PaoloM74

Membro Junior
Privato Cittadino
Forse non sono stato molto chiaro in ciò che volevo dire. Non volevo mettere in discussione la materia amministrativa , bensì linterpret

Sicuramente mi sono espresso male. Intendevo dire una interpretazione autentica della legge (non della sentenza o della convenzione) . La cassazione, nella sentenza, fondamentalmente dice che l'interpretazione della legge non permette svincolo dal prezzo massimo nella vita dell'immobile. La domanda che mi pongo è proprio questa: siamo certi che ciò sia inattaccabile? Inoltre a fronte di decine/centinaia di cause che potrebbero abbattersi contro i notai che hanno rogitato , a questo punto, contro legge quale sarà la loro linea difensiva? Potrebbero tirare in causa il comune ( anche se sembra che i nulla osta dell'ente non abbiano alcun valore) oppure potrebbero sostenere che l'interpretazione della legge è diversa da quella data dalla cassazione. Quindi è possibile mettere in discussione la legge stessa in termini di interpretazione, se non addirittura in termini di costituzionalità , ed eventualmente esiste un organo preposto che potrebbe essere chiamato in discussione?
Penso che "basterebbe" un'altra sentenza della Cassazione (magari a Sezioni Unite, vista la sicura necessità di uniformare una volta per tutte le diverse interpretazioni giurisprudenziali susseguitesi negli anni) che precisi che quando la sentenza n.18135 ha parlato di convenzioni "ad hoc" per rimuovere il vincolo del prezzo non intendeva escludere le convenzioni per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà, le quali - come già detto più volte - sono convenzioni ex art.8 della legge 10/1977 (e già per questo non risentono, secondo la sent.18135, del vincolo oltre la prima assegnazione), ma soprattutto implicano l'automatica rimozione del vincolo sul prezzo decorsi 20 anni dalla convenzione originaria (art.31, comma 46 della legge 448/1998). Basterebbe secondo me una precisazione del genere fatta dallo stesso organo che ha preso posizione sulla problematica degli immobili Peep.
Il problema che vedo, però, è che bisognerebbe creare l'occasione per farglielo precisare. Ci vorrebbe insomma un'altra causa simile a quella della sentenza n.18135, che dovrebbe arrivare in cassazione tra chissà quanto tempo...altre occasioni per una pronuncia di questo tipo non le vedo possibili, ma se ci sono avvocati in ascolto magari possono correggermi....
 

Mobil

Membro Attivo
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Forse non sono stato molto chiaro in ciò che volevo dire. Non volevo mettere in discussione la materia amministrativa , bensì linterpret

Sicuramente mi sono espresso male. Intendevo dire una interpretazione autentica della legge (non della sentenza o della convenzione) . La cassazione, nella sentenza, fondamentalmente dice che l'interpretazione della legge non permette svincolo dal prezzo massimo nella vita dell'immobile. La domanda che mi pongo è proprio questa: siamo certi che ciò sia inattaccabile? Inoltre a fronte di decine/centinaia di cause che potrebbero abbattersi contro i notai che hanno rogitato , a questo punto, contro legge quale sarà la loro linea difensiva? Potrebbero tirare in causa il comune ( anche se sembra che i nulla osta dell'ente non abbiano alcun valore) oppure potrebbero sostenere che l'interpretazione della legge è diversa da quella data dalla cassazione. Quindi è possibile mettere in discussione la legge stessa in termini di interpretazione, se non addirittura in termini di costituzionalità , ed eventualmente esiste un organo preposto che potrebbe essere chiamato in discussione?
Ti rispondo da profano quale sono.
Per quanto ne so, la Corte Costituzionale viene interpellata per stabilire se una legge rispetta i dettami constituzionali e non è questo che viene messo in discussione nel nostro caso, qui in disussione sono le interpretazioni, giuridiche e amministrative, anche se la legge stessa ha degli aspetti secondo me iniqui.
Anche io mi sono posto il problema di come venire a capo di questo circolo vizioso, tra articoli di legge scritti male, sentenze poco specifiche e interpretazioni capziose delle stesse.
Col beneficio dell'inventario....
Rimettere in discussione una sentenza della Cassazione a corti riunite non è semplice è, da quanto ne ho dedotto, può avvenire solo nell'ambto di un inter processuale.
Una Sentenza della Corte di Cassazione, seppur a corti riunite, non fa legge ma da un indirizzo giuriprudenziale univoco con potere di nomofilarchia, ossia stabilisce come va interpretata quella legge in ambito giuridico, questo non toglie che se un giudice di cassazione, chiamato a dirimere in materia, ritiene di discostarsi da questa interpretazione, pur non potendo emettere un giudizio difforme, ma allo stesso tempo essendo sottoposto solo alla legge che a suo giudizio dice un'altra cosa, puo sottrarsi dal giudizio stesso e rimetterlo alla corte riunita dandone motivazioni.
Cioè se l'interpretazione della sentenza da parte del comune fosse giusta, dovremmo aspettare che un caso giudiziario arrivi fini alla corte riunita e questa si accorga quantomeno di non non essere stata specifica nel circoscrivere l'ambito di applicazione delle motivazioni nella precedente sentenza, ed esaminando le motivazioni del giudiche che le rimette il giudizio, potrebbe cambiare l'interpretazione nomofilarchica a suo tempo data.
Aspettarsi che questo accada, ed in tempi brevi, è fantascienza.
Se invece, come altri di noi sostengono, è sbagliata solo l'interpretazione estensiva che ne da il comune, gli organi preposti a esaminarla sono quelli citati, TAR e Consiglio di Stato.
La cosa che risolverebbe il problema alla radice sarebbe una riformulazione legislativa degli articoli in un italiano non interpretabile dal soggetto di turno.
Ribadisco comunque che non sono un tecnico ed è solo quello che sono arrivato a capire io.
 
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Utente Cancellato 67606

Ospite
Il problema è risolvere il passato.

Per il presente e per il futuro, personalmente non acquisterei mai un diritto di superficie, ne voglio stare più lontano possibile, peggio della peste. Ne mai lo venderei ovviamente, se fossi primo assegnatario. Chi decide di acquistare/vendere da oggi in poi se ne deve assumere tutte le responsabilità, senza mettersi a denunciare l'universo se in futuro escono nuovi balzelli oggi non previsti. Qui nel forum già ci sono state prime esperienze di persone che si ostinano ad acquistare il diritto di superficie pur sapendo i rischi, che sono poi coloro faranno causa quando vedranno le brutte in futuro: disgusting :cauto:

Ma come si risolve il pregresso? Chi ha comprato, così come chi ha venduto, non può tornare indietro nel tempo: nessuno dei 2 soggetti (acquirente e venditore) avrebbe finalizzato il rogito sapendo in anticipo di questa affrancazione; a meno che l'affrancazione non sia di piccola entità.

Quindi adesso come facciamo? Battagliamo in tribunale e perde chi ha più sfiga? Vi sembra normale???
 

PeppeC.

Membro Ordinario
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Il problema è risolvere il passato.

Per il presente e per il futuro, personalmente non acquisterei mai un diritto di superficie, ne voglio stare più lontano possibile, peggio della peste. Ne mai lo venderei ovviamente, se fossi primo assegnatario. Chi decide di acquistare/vendere da oggi in poi se ne deve assumere tutte le responsabilità, senza mettersi a denunciare l'universo se in futuro escono nuovi balzelli oggi non previsti. Qui nel forum già ci sono state prime esperienze di persone che si ostinano ad acquistare il diritto di superficie pur sapendo i rischi, che sono poi coloro faranno causa quando vedranno le brutte in futuro: disgusting :cauto:

Ma come si risolve il pregresso? Chi ha comprato, così come chi ha venduto, non può tornare indietro nel tempo: nessuno dei 2 soggetti (acquirente e venditore) avrebbe finalizzato il rogito sapendo in anticipo di questa affrancazione; a meno che l'affrancazione non sia di piccola entità.

Quindi adesso come facciamo? Battagliamo in tribunale e perde chi ha più sfiga? Vi sembra normale???
Giusto quello che dici Quiet, però già abbiamo preso questa SOLA, poi se ci facciamo da soli una brutta pubblicità anche sulle nostre case a questo punto allora stiamo zitti e teniamoci ste case senza risolvere niente.
Io credo invece che si dovrebbe risolvere sto benedetto problema che ci affligge per cercare di vendere o acquistare questi immobili come case normali...
 

Mobil

Membro Attivo
Privato Cittadino
Il problema è risolvere il passato.

Per il presente e per il futuro, personalmente non acquisterei mai un diritto di superficie, ne voglio stare più lontano possibile, peggio della peste. Ne mai lo venderei ovviamente, se fossi primo assegnatario. Chi decide di acquistare/vendere da oggi in poi se ne deve assumere tutte le responsabilità, senza mettersi a denunciare l'universo se in futuro escono nuovi balzelli oggi non previsti. Qui nel forum già ci sono state prime esperienze di persone che si ostinano ad acquistare il diritto di superficie pur sapendo i rischi, che sono poi coloro faranno causa quando vedranno le brutte in futuro: disgusting :cauto:

Ma come si risolve il pregresso? Chi ha comprato, così come chi ha venduto, non può tornare indietro nel tempo: nessuno dei 2 soggetti (acquirente e venditore) avrebbe finalizzato il rogito sapendo in anticipo di questa affrancazione; a meno che l'affrancazione non sia di piccola entità.

Quindi adesso come facciamo? Battagliamo in tribunale e perde chi ha più sfiga? Vi sembra normale???

Per il passato la risoluzione passa sempre dal legiferare, quando si renderanno conto della portata del problema forse qualcuno scenderà tra noi mortali e lo considererà prioritario.
 

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