Non capisco come gli italiani, in questa congiuntura economica, sorta nel 2008 e non ancora terminata del tutto, allochino i loro risparmi che, sebbene un po’ ridotti sono ancora di notevole entità, data la natura risparmiatrice degli abitanti della Penisola:
i Bot e titoli di Stato non rendono niente;
gli italiani storicamente manifestano molte remore ad investire in massa nella finanza ed in Borsa e tale condizione non sembra essere mutata;
gli immobili vengono acquistati ancora col contagocce e in gran parte per fini di abitazione diretta anche per effetto di una politica fiscale penalizzante e di prezzi (forse) tuttora troppo alti;
i metalli e le pietre preziosi sono appannaggio degli investimenti di una piccola aliquota di connazionali.
Dal lato delle risorse destinate ad impieghi di puro consumo, le spese per alimentari e per abbigliamento sono praticamente stabili da anni con piccole oscillazioni in più o in meno, mentre quelle per gli elettrodomestici e per l’elettronica di consumo iniziano a flettere dopo anni di boom. Rimangono sostenuti i consumi per beni durevoli e semi-durevoli come le automobili, soprattutto per finalità di riconversione della flotta in direzione di veicoli pochi inquinanti ed ecosostenibili. Ma anche qui siamo arrivati alla fine del boom.
I viaggi all’estero rivelano una situazione di riflessione a fronte di una discreta ripresa del turismo interno.
A questo punto è facile arguire che gli italiani hanno quasi tutti i propri soldi depositati sul conto corrente bancario e aspettano tempi migliori per investirli.
A questo proposito mi chiedo: cosa sta bollendo in pentola?
Capire con esattezza come gli italiani utilizzeranno nel futuro prossimo i loro denari faticosamente guadagnati e risparmiati sarebbe un bel vantaggio competitivo per gli operatori commerciali in generale e per gli immobiliaristi in particolare.
Qualcuno di voi vuole azzardare un coraggioso pronostico?
Grazie.
i Bot e titoli di Stato non rendono niente;
gli italiani storicamente manifestano molte remore ad investire in massa nella finanza ed in Borsa e tale condizione non sembra essere mutata;
gli immobili vengono acquistati ancora col contagocce e in gran parte per fini di abitazione diretta anche per effetto di una politica fiscale penalizzante e di prezzi (forse) tuttora troppo alti;
i metalli e le pietre preziosi sono appannaggio degli investimenti di una piccola aliquota di connazionali.
Dal lato delle risorse destinate ad impieghi di puro consumo, le spese per alimentari e per abbigliamento sono praticamente stabili da anni con piccole oscillazioni in più o in meno, mentre quelle per gli elettrodomestici e per l’elettronica di consumo iniziano a flettere dopo anni di boom. Rimangono sostenuti i consumi per beni durevoli e semi-durevoli come le automobili, soprattutto per finalità di riconversione della flotta in direzione di veicoli pochi inquinanti ed ecosostenibili. Ma anche qui siamo arrivati alla fine del boom.
I viaggi all’estero rivelano una situazione di riflessione a fronte di una discreta ripresa del turismo interno.
A questo punto è facile arguire che gli italiani hanno quasi tutti i propri soldi depositati sul conto corrente bancario e aspettano tempi migliori per investirli.
A questo proposito mi chiedo: cosa sta bollendo in pentola?
Capire con esattezza come gli italiani utilizzeranno nel futuro prossimo i loro denari faticosamente guadagnati e risparmiati sarebbe un bel vantaggio competitivo per gli operatori commerciali in generale e per gli immobiliaristi in particolare.
Qualcuno di voi vuole azzardare un coraggioso pronostico?
Grazie.
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