renator

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
Salve a tutti,

ho un dubbio relativo alla ripartizione delle spede di coinbentazione condominiale che vi riporto.

La mia abitazione è al primo piano di un condominio, il 50% del mio pavimento è su porticati e piloty e il restante 50% da su sala condominiale. La parte su porticati/piloty è coibentata con cappotto termico che come anche il cappotto termico del tetto sono stati ripartiti tra tutti i condomini.
Da quando c'è la termocontabilizzazione, i termosifoni in sala condominiale sono perennemente spenti e dunque mi ritrovo in una condizione in cui il pavimento di casa mia sulla sala condominiale ha la stessa temperatura (o quasi) del pavimento su porticato con coibentazione.

Dubbio: Volendo coibentare il soffitto della sala condominiale, oltre l'autorizzazione ad intervenire, mi chiedevo se è giusto che le spese siano soltanto a mio carico o se invece vanno suddivise tra tutti i condomini? Esiste qualche regola conodominiale a proposito?

Fino a quando non esisteva la termo-contabilizzazione, i termosifoni erano accessi e il mio pavimento beneficiava del calore sottostante, adesso con i termo completamente spenti, mi ritrovo con un ambiente che è max 6-7° sopra la temperatura ambiente (vuol dire che di notte arriva anche a 5-6 Gradi). Quando sono stati fatti i lavori di coibentazione Porticato e tetto, non esisteva la termocontabilizzazione e dunque non si è proprio posto il problema.

Ho provato a chiedere di mantenere i termosifoni almeno a 12-13° ma chiaramente mi è stato risposto Picche! il problema di 1 non è il problema della comunità :)

Come nota vi dico solo che l'anno scorso la spesa media per i consumi degli appartamenti è sui 400 € (250 € i piani intermedi e 600 € max gli ultimi piani) io ho pagato 1.000 € per avere la casa a 18 gradi ed avendo infissi PVC doppio vetro, cassonetti coibentati, parquet, etc . Il problema è comune per tutti i primi piani del complesso (sono 12 palazzi e dunque 24 appartamenti al primo piano su un totale 216 Appartamenti).

grazie
 

francesca63

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Privato Cittadino
Dubbio: Volendo coibentare il soffitto della sala condominiale, oltre l'autorizzazione ad intervenire, mi chiedevo se è giusto che le spese siano soltanto a mio carico o se invece vanno suddivise tra tutti i condomini? Esiste qualche regola conodominiale a proposito?
La regola è quella che vale per ogni lavoro condominiale: si può intervenire se l’assemblea , correttamente convocata con quell’argomento all’ordine del giorno , delibera con le maggioranze necessarie, con spesa a carico dei condomini ,divise secondo legge, o regolamento condominiale.
Se chiedi il permesso di fare il lavoro a tue spese, sarà più facile che la maggioranza sia d’accordo.
 

Rudyaventador

Membro Attivo
Professionista
Perchè ante contabilizzatori il locale era riscaldato? puo altresì esservi eventualmente traccia su questo locale da riscaldarsi , o una sua destinazione che presupponga il riscaldamento , in regolamento condominiale ?

C'è da aggiungere , che se non erro ,in alcuni tratti la legge relativa all obbligo di introduzione della contabilizzazione parli anche di adeguamento termico , e nel tuo caso , questo adeguamento a mio avviso , doveva essere affrontato nella spesa di adeguamento alla nuova normativa. E qui servirebbe un tecnico che confermi che secondo buona tecnica si sarebbe dovuto procedere.

Ad ogni modo essendo una condizione di carenza di coibentazione , che ingiustamente ti espone ad un consumo abnorme , sia per raggiungere il comfort ( 21 gradi) sia negli orari in cui l impianto invece è spento ti comporta problemi di abitabilità , In ricorrenza di alcuni presupposti , che solo un Avvocato potra valutare nello specifico , la tua pretesa potrebbe essere di pregio per azionare un contenzioso contro il condominio, che sarebbe l unica via a fronte del diniego che ti è stato dato dall'assemblea.


Ora pero devi farti i conti di quanto costa questa coibentazione a tuo carico , e a quali costi e rischi ti espone un contenzioso ammesso che vi siano le condizioni, al di la della situazione che di per se è di pregio che se accolta potrebbe anche vedere un reintegro parziale della maggiore spesa sin qui sostenuta .
 

renator

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
Grazie a tutti per le risposte.

Rispondo ai vari punti:
1) IL locale era prima riscaldato perchè evidentemente le spese erano considerate fisse e dunque l'attenzione era minore

2) Sul regolamento (del 1970) non c'è scritto nulla

3) Ho chiesto al tecnico una perizia (l'ing. che ha fatto il progetto di termocontabilizzazione) ma non ha preso la cosa troppo seriamente, probabilmente dovrei ingaggiarne uno esterno

4) coibentare questo spazio mi costerebbe circa sui 2.000 € e il risparmio probabilmente lo avrei in una decina d'anni

5) Ho fatto richiesta in assemblea (ad ODG) ed ho avuto la maggioranza completa ma perchè ho fatto presente che le spese sono a mio carico.

Di fatto, trattandosi di poco (probabimente tra perizie, avvocati e disagio spenderei di più) e non volendo rovinare i rapporti cdi vicinato (in fondo ci devo vivere in mezzo a queste persone :)) preferirei procedere in questo senso e pagare io, ma vorrei sapere se esiste una qualche normativa/legge che esplicitamente spiega questa cosa, in maniera tale da farlo almeno presente.
 

Rudyaventador

Membro Attivo
Professionista
Allora non hai molto a tuo favore, l' unica via , che un tecnico ti confermi che l a mancata coibentazione sia una carenza dell adeguamento operato con le nuove norme non ossequiate completamente (ed il perito certificatore è stato elusivo...) .

Sentire un tecnico non ti costa , e avuta questa conferma puoi inziare a colloquiare con l amministratore su altri basi , poichè sarebbe responsabilità della ditta e professionista certificatore che ha proceduto, se dici di esserti rivolto ad un tecnico ed ad un avvocato magari riesci a smuovere l amministratore su altre basi .
Agire ti costerebbe una perizia di parte , anticipare la CTU, e il costo del tuo avvocato oltre al contributo unificato , ma in tal caso non solo vi è in gioco il costo del intervento ma anche il risarcimento del maggior consumo probabilmente in parte da allinearsi agli altri medi del condominio, e con la vittoria ti rimarrebbe in carico delle spese predette una minima parte. . Non dico di agire ma di informarti ,e su quanto acquisito da un tecnico senti un Avvocato e poi valutare il da farsi. Nel caso sarebbe una causa che si basa su elementi tecnici . La cosa che ti dico subito pero che i tempi di un contenzioso non sono brevi , ma a volte a fronte di una diffida tra responsabile certificatore e ditta , ( e non gli altri condomini) magari un accordo si trova per un contributo parziale.
 
Ultima modifica:

Andrea Occhiodoro

Membro Attivo
Amm.re Condominio
Buonasera @Rudyaventador , non mi è chiaro il discorso che fai riguardo alla carenza di coibentazione, alla normativa di riferimento (D.lgs. 102/2014) ed al tecnico che ha redatto il progetto di ripartizione delle spese relative ai consumi involontari. A me risulta che la norma di riferimento suddetta abbia lo scopo di favorire la riduzione dei consumi energetici senza però richiedere obbligatoriamente misure di coibentazione tipo "cappotto" od altre. Tali misure sono facoltative ed il condominio del nostro forumista le ha volontariamente deliberate. Il termotecnico deve limitarsi a fare una fotografia dello stato termico dello stabile nel suo complesso e delle unità immobiliari di proprietà esclusiva, calcolarne il relativo fabbisogno energetico secondo la norma UNI 10200 e, di conseguenza, elaborare le nuove tabelle millesimali per ripartire i consumi involontari. In altre parole la normativa vigente non va a definire un livello di coibentazione "adeguato" o meno; non obbliga cioè a coibentare. A mio personalissimo parere nel caso in questione è corretta la risposta di @francesca63 e non vedo appigli per un eventuale contenzioso con il condominio..
 

Rudyaventador

Membro Attivo
Professionista
Buonasera @Rudyaventador , non mi è chiaro il discorso che fai riguardo alla carenza di coibentazione, alla normativa di riferimento (D.lgs. 102/2014) ed al tecnico che ha redatto il progetto di ripartizione delle spese relative ai consumi involontari. A me risulta che la norma di riferimento suddetta abbia lo scopo di favorire la riduzione dei consumi energetici senza però richiedere obbligatoriamente misure di coibentazione tipo "cappotto" od altre. Tali misure sono facoltative ed il condominio del nostro forumista le ha volontariamente deliberate. Il termotecnico deve limitarsi a fare una fotografia dello stato termico dello stabile nel suo complesso e delle unità immobiliari di proprietà esclusiva, calcolarne il relativo fabbisogno energetico secondo la norma UNI 10200 e, di conseguenza, elaborare le nuove tabelle millesimali per ripartire i consumi involontari. In altre parole la normativa vigente non va a definire un livello di coibentazione "adeguato" o meno; non obbliga cioè a coibentare. A mio personalissimo parere nel caso in questione è corretta la risposta di @francesca63 e non vedo appigli per un eventuale contenzioso con il condominio..

Come premessa ho detto che non mi sono preso la briga di leggere la normativa , e comunque avrei necessita di un supporto tecnico .
Cio che dici sembra ed è lineare , e non metto in dubbio, ma rilevo che la situazione esposta , non consiste in un miglioramento di efficienza che concordo opzionale , ma evidenzia una carenza energetica , e se necessita del triplo dei consumi rispetto all assenza del locale sottostante riscaldato , che concorderai abnorme, è contrario alla ratio della legge che vuole appunto minori consumi e migliore efficienza. Questo il punto che credo solo un tecnico possa risolvere .

In altre parole la legge non impone sic et simpliciter solo valvole e contabilizzatori, ma investe il calcolo termico di ogni singola unita abitativa , circostanza che in tal caso sembra non sia stata presa in debito conto, anche al fine di redarre i criteri di ripartizione e determinazione della quota fissa .
 

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