Dylab

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Abbiamo acquistato un immobile con atto di compravendita il 14 Ottobre 2021.
Io detengo la nuda proprietà. I miei suoceri, (coniugi in comunione dei beni) l'usufrutto.
La volontà mia e dei miei suoceri era quella di far passare l'usufrutto a me (in parte o per intero) solo alla morte di entrambi gli usufruttuari.
Nell´atto viene indicato che vengono ceduti a agli usufruttuari i diritti di usufrutto generale vitalizio. Abbiamo interpretato male o ignorato questo passaggio dell'atto e non sapevamo dell'esistenza della clausola di accrescimento. Abbiamo dato per scontato che l'unico usufrutto fattibile era quello che prevedeva il passaggio delle quote di usufrutto da un usufruttuario all'altro in caso di morte di uno dei due.
Allo stato attuale alla morte di uno dei due usufruttuari il 50% del valore dell´immobile passerà in piena proprietà a me e questo tutti noi vorremmo evitarlo affinchè l'immobile non mi sia attribuito a fine IMU-ISEE
Domande:
- Si può riscontrare la nostra volontà implicita di voler fare l'accrescimento e quindi alla morte di uno dei due usufruttuari semplicemente procedere con la voltura catastale portato la quota di usufrutto del deceduto sull'altro co-usufruttuario?
In alternativa è' fattibile fare una scrittura privata autenticata (quindi non atto pubblico con il notaio) che preveda la clausola di accrescimento, registrarla all'agenzia delle Entrate e trascriverla nei registri pubblici immobiliari? In tal modo avrei risolto il problema della mancanza della clausola nell'atto? Quali costi dovrei affrontare per la registrazione e trascrizione?
 

STUDIO DUCHEMINO

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Abbiamo acquistato un immobile con atto di compravendita il 14 Ottobre 2021.
Io detengo la nuda proprietà. I miei suoceri, (coniugi in comunione dei beni) l'usufrutto.
La volontà mia e dei miei suoceri era quella di far passare l'usufrutto a me (in parte o per intero) solo alla morte di entrambi gli usufruttuari.
Nell´atto viene indicato che vengono ceduti a agli usufruttuari i diritti di usufrutto generale vitalizio. Abbiamo interpretato male o ignorato questo passaggio dell'atto e non sapevamo dell'esistenza della clausola di accrescimento. Abbiamo dato per scontato che l'unico usufrutto fattibile era quello che prevedeva il passaggio delle quote di usufrutto da un usufruttuario all'altro in caso di morte di uno dei due.
Allo stato attuale alla morte di uno dei due usufruttuari il 50% del valore dell´immobile passerà in piena proprietà a me e questo tutti noi vorremmo evitarlo affinchè l'immobile non mi sia attribuito a fine IMU-ISEE
Domande:
- Si può riscontrare la nostra volontà implicita di voler fare l'accrescimento e quindi alla morte di uno dei due usufruttuari semplicemente procedere con la voltura catastale portato la quota di usufrutto del deceduto sull'altro co-usufruttuario?
In alternativa è' fattibile fare una scrittura privata autenticata (quindi non atto pubblico con il notaio) che preveda la clausola di accrescimento, registrarla all'agenzia delle Entrate e trascriverla nei registri pubblici immobiliari? In tal modo avrei risolto il problema della mancanza della clausola nell'atto? Quali costi dovrei affrontare per la registrazione e trascrizione?
Il notaio doveva utilizzare la clausola giusta, per garantire la formazione di un usufrutto successivo improprio, invece che un usufrutto congiuntivo con diritto di accrescimento. Evidentemente siete stati poco chiari oppure il notaio non ha capito che cosa volevate ottenere.
Premesso che il sistema italiano vieta il cosiddetto usufrutto successivo, che si ha quando alla morte di un usufruttuario, il diritto si forma sull'altro, in sua sostituzione, non è facile distinguere realmente le figure lecite da quelle illecite.
In dottrina qualcuno ha proposto di considerare lecito quando l'usufrutto è uno e uno solo e quando muore uno dei due usufruttuari, il diritto, sempre uguale, si intensifica nell'uso, ma rimane sempre lo stesso.
Detto questo, la prima cosa è che per scrittura privata autenticata si intende "autenticata" da notaio, quindi anche se fate una scrittura, vi tocca poi andare dal notaio lo stesso.
Si può provare a chiedere al notaio di attuare una rettifica unilaterale dell'atto, anche se dubito che qui stiamo parlando di errore materiale, perché qui stiamo parlando di un atto piuttosto che di un altro tipo di atto. Detto questo, l'unica soluzione mi parrebbe un negozio di accertamento fatto dal notaio, oppure un nuovo atto, con cui si dà atto o si costruisce un usufrutto successivo improprio, considerato lecito dalla giurisprudenza.
Ovviamente con i costi connessi all'operazione, che superano probabilmente l'IMU di quegli anni eventuali di tasse da pagare......
 

Dylab

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Il notaio doveva utilizzare la clausola giusta, per garantire la formazione di un usufrutto successivo improprio, invece che un usufrutto congiuntivo con diritto di accrescimento. Evidentemente siete stati poco chiari oppure il notaio non ha capito che cosa volevate ottenere.
Premesso che il sistema italiano vieta il cosiddetto usufrutto successivo, che si ha quando alla morte di un usufruttuario, il diritto si forma sull'altro, in sua sostituzione, non è facile distinguere realmente le figure lecite da quelle illecite.
In dottrina qualcuno ha proposto di considerare lecito quando l'usufrutto è uno e uno solo e quando muore uno dei due usufruttuari, il diritto, sempre uguale, si intensifica nell'uso, ma rimane sempre lo stesso.
Detto questo, la prima cosa è che per scrittura privata autenticata si intende "autenticata" da notaio, quindi anche se fate una scrittura, vi tocca poi andare dal notaio lo stesso.
Si può provare a chiedere al notaio di attuare una rettifica unilaterale dell'atto, anche se dubito che qui stiamo parlando di errore materiale, perché qui stiamo parlando di un atto piuttosto che di un altro tipo di atto. Detto questo, l'unica soluzione mi parrebbe un negozio di accertamento fatto dal notaio, oppure un nuovo atto, con cui si dà atto o si costruisce un usufrutto successivo improprio, considerato lecito dalla giurisprudenza.
Ovviamente con i costi connessi all'operazione, che superano probabilmente l'IMU di quegli anni eventuali di tasse da pagare......
Grazie.in termini di costi il negozio di accertamento equivale a un nuovo atto?
Comunque secondo lei non è ravvedibile la volontà implicita di fare l'accrescimento? Nell'atto viene riportato "Il signor X vende, cede e trasferisce i diritti di usufrutto generale vitalizio a Y e Z"
 

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