Buonasera ,
per un appartamento pignorato che sto vendendo (proposta ritirata e accettata dalla banca creditrice), la stessa banca propone di effettuare l'atto di compravendita (l'acquirente non chiede mutuo), direttmente in Tribunale previo accordo con il giudice. Avendo io chiesto una tutela certa per l'acquirente verso altri possibili creditori che potrebbero palesarsi e rivalersi sulla casa, la banca ha proposto qunto segue:
- vendita fatta in tribunale, con rinuncia agli atti (ritiro pignoramento da parte della banca creditrice);
- la possibilità di far apporre lo stesso giorno il timbro di non opposizione presso la cancelleria (annotamento del pignormento).
Questo, dice la banca, tutelerebbe l'acquirente dato che non dovrebbero trascorrere i famosi 20/30 giorni dove altri creditori (nel caso ci fossero) potrebbero insinuarsi.
ORA... un legale che conosco mi dice che non è così, che dei 20 giorni, per un certa sicurezza, occorre comunque tenerne conto anche se l'atto viene effettuato in tribunale...HO UN PO' DI CONFUSIONE! Chi è esperto nelle vendite con pignoramento? In passato ne ho già fatte ma aspettando i 20 giorni con il denaro depositato presso il notaio, in questo caso l'acquirente non vuole perchè la cifra accettata per l'acquisto copre perfettamente il debito con la banca. ASPETTO QUALCHE VOSTRA DELUCIDAZIONE, GRAZIE.
Confermo quanto indicato da @miciogatto , anche se l'interpretazione di molti Notai e Avvocati è tale per cui in quei 20 giorni, timbro o non timbro, possano comunque opporsi gli stessi creditori che hanno rinunciato alla procedura (è palesemente un controsenso). Fino a qualche anno fa nei 20 giorni potevano inserirsi anche nuovi creditori.
Se vuoi blindare al massimo l'atto (e a quel punto sarebbe blindato anche più di un atto normale), anche se non necessario, ti conviene depositare i soldi dal Notaio per quei 20gg, ma:
- deve essere d'accordo il creditore;
- i costi del Notaio lievitano.
Se stiamo parlando di cifre piccole, io eviterei.