AlbyON

Membro Attivo
Professionista
non riesco a capire

Semplicemente sto vendendo un'immobile commerciale C1
lo vendo a 80000 euro,
il valore di mercato del centro storico della mia città, specialmente se ci troviamo in qualche vicolo meno frequentato, non permette assolutamente di vendere a cifre maggiori
un po come succede in molti altri centri storici in questo periodo in italia
i notai dicono il valore catastale è più alto
La soluzione è di redigere dal notaio un contratto dicendo
"Io sottoscritto etc, vendo a 80.000 euro a tizio, però andremo a pagare comunque le tasse relativamente al valore catastale (calcolato dal geometra come valore_rendita_catastale + 5% di rivalutazione X 40,8) cioè circa 120.000"
L'ufficio dell'agenzia delle entrate provinciale ci ha detto che per loro dovrebbe andare bene, in fondo paghiamo un surplus di tasse su una cifra superiore al dovuto
Invece il notaio non è convinto
dice che l'agenzia delle entrate centrale potrebbe mandare un accertamento con richiesta di pagamento, perchè dice "il geometra lo valuta 120.000 ma noi lo valutiamo di più, 150.000 p.e., dunque dovete pagare le tasse della differenza più eventuali sanzioni etc.."

e ha rincarato la dose dicendo che addirittura la finanza potrebbe essa stessa indagare perché dicendo che è stato pagato 80000 e non 120000, la differenza è imputabile ad un passaggio di danaro in nero, per la legge della tracciabilità

I commessi dell'agenzia delle entrate locale possono dire qualche vogliono, ma come dice il notaio, verba volant, se poi da Roma mandano un'accertamento non posso andare a cercare il commesso dell'ufficio provinciale..

Possibile che vendere un immobile commerciale, anche andando a pagare le tasse più del dovuto, ti metta a rischio di eventuali tassazioni e sanzioni?
E' veramente possibile che arrivi un accertamento?
e nel caso a carico di chi? del venditore o di chi compra?
 

Umberto Granducato

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Possibile che vendere un immobile commerciale, anche andando a pagare le tasse più del dovuto, ti metta a rischio di eventuali tassazioni e sanzioni?
se fatto nel modo giusto, non è possibile

E' veramente possibile che arrivi un accertamento?
se non sei congruo (per l'AdE) è molto probabile

e nel caso a carico di chi? del venditore o di chi compra?
a carico del compratore, poi nel caso non riscuotano possono rivalersi sul venditore
 

AlbyON

Membro Attivo
Professionista
se non sei congruo (per l'AdE) è molto probabile
cioè, intendi che se c'è discordanza tra prezzo pagato e valore catastale, l'accertamento è possibile,
però non è detto che a questo segua ulteriore tassazione o sanzioni,
nel senso che ci sarà da andare all'agenzia delle entrate a spiegare e risolvere la questione?

scusa, ma non sono molto pratico di queste questioni
generalmente cosa succede? anche perchè per le compravendite credo sia una situazione comune con in molti centri storici italiani
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
intendi che se c'è discordanza tra prezzo pagato e valore catastale, l'accertamento è possibile,
Per un immobile C/1, la base imponibile per le imposte non è il valore catastale, ma il prezzo dichiarato; se dichiari una cifra che l'Agenzia delle entrate ritiene non congrua, perché pensa che valga di più, ci sarà un accertamento.
Forse solo con una perizia giurata si può evitare. .
 
Ultima modifica:

Albano50

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Invece il notaio non è convinto
Non credo che la strada di redigere "un contratto" ti esonererà un domani da eventuali verifiche. Mi piace di più la "periza giurata" anche se nonostante il giuramento, la perizia giurata non costituisce comunque prova certa di ciò che in essa v’è scritto in quanto atto di parte.
Comunque la soluzione più idonea dovrebbe proportela il notaio.
 

ingelman

Membro Supporter
Agente Immobiliare
Stai pur certo che l'accertamento arriva
Ormai tutte le compravendite, dove l'imponibile su cui conteggiare le imposte è il prezzo e non la rendita catastale rivalutata, vengono controllate.

Per l'ADE , fanno fede le valutszioni OMI come detto da Francesca in base alla consistenza in mq. dell'immobile e la sua destinazione.

Qui arrivano (con cadenza 2/3 anni dalla stipula) sistematicamente cartelle che vedono coobligati acquirente e venditore anche se l'imposta da loro presunta l'avrebbe dovuta pagare l'acquirente.

Il consiglio saggio è prepararsi a questo evento con una perizia redatta prima della compravendita che evidenzi anche eventuali criticità dell'immobile come per esempio il pessimo stato conservativo (anche allegando foto), l'ubicazione magari in via se pur centrale di scarso interesse commerciale e chi più ne ha più ne metta.

Il contribuente silurato (che vede coobligati acquirente e venditore) ha tre strade, o paga, o resiste ompugnando la cartella,o tenta la strada della mediazione riducendo notevolmente il dovuto (anche se non dovuto)

Per questo si chiama Agenzia Delle Entrate ..... li... vuoi o non vuoi i soldi entrano sempre anche se, in alcuni casi, non dovrebbe essere così.
La storia infinita del cetriolo e l'ortolano.
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
non riesco a capire

Semplicemente sto vendendo un'immobile commerciale C1
lo vendo a 80000 euro,
il valore di mercato del centro storico della mia città, specialmente se ci troviamo in qualche vicolo meno frequentato, non permette assolutamente di vendere a cifre maggiori
un po come succede in molti altri centri storici in questo periodo in italia
i notai dicono il valore catastale è più alto
La soluzione è di redigere dal notaio un contratto dicendo
"Io sottoscritto etc, vendo a 80.000 euro a tizio, però andremo a pagare comunque le tasse relativamente al valore catastale (calcolato dal geometra come valore_rendita_catastale + 5% di rivalutazione X 40,8) cioè circa 120.000"
L'ufficio dell'agenzia delle entrate provinciale ci ha detto che per loro dovrebbe andare bene, in fondo paghiamo un surplus di tasse su una cifra superiore al dovuto
Invece il notaio non è convinto
dice che l'agenzia delle entrate centrale potrebbe mandare un accertamento con richiesta di pagamento, perchè dice "il geometra lo valuta 120.000 ma noi lo valutiamo di più, 150.000 p.e., dunque dovete pagare le tasse della differenza più eventuali sanzioni etc.."

e ha rincarato la dose dicendo che addirittura la finanza potrebbe essa stessa indagare perché dicendo che è stato pagato 80000 e non 120000, la differenza è imputabile ad un passaggio di danaro in nero, per la legge della tracciabilità

I commessi dell'agenzia delle entrate locale possono dire qualche vogliono, ma come dice il notaio, verba volant, se poi da Roma mandano un'accertamento non posso andare a cercare il commesso dell'ufficio provinciale..

Possibile che vendere un immobile commerciale, anche andando a pagare le tasse più del dovuto, ti metta a rischio di eventuali tassazioni e sanzioni?
E' veramente possibile che arrivi un accertamento?
e nel caso a carico di chi? del venditore o di chi compra?
La Legge dice che si devono pagare le imposte giuste, pertanto se compro a 80mila la legge dice che devo pagare le imposte su 80mila indipendentemente dal valore catastale, partiamo dal principio che la legge non dice che devo pagare di più per evitare accertamenti. Ovviamente la pratica ci dice invece che poi gli accertamenti capitano e dimostrare che ho pagato davvero 80mila è mio onere. Io consiglio una perizia asseverata, chiaramente con data precedente al rogito, che confermi che l'immobile oggi vale 80mila, con quella ho una base per fare ricorso ad un eventuale sanzione da accertamento definiamolo automatico. Io sono per questa linea, pagare di più per evitare guai si chiama pizzo.
 

GEO_DGE_1

Membro Attivo
Professionista
non riesco a capire

Semplicemente sto vendendo un'immobile commerciale C1
lo vendo a 80000 euro,
il valore di mercato del centro storico della mia città, specialmente se ci troviamo in qualche vicolo meno frequentato, non permette assolutamente di vendere a cifre maggiori
un po come succede in molti altri centri storici in questo periodo in italia
i notai dicono il valore catastale è più alto
La soluzione è di redigere dal notaio un contratto dicendo
"Io sottoscritto etc, vendo a 80.000 euro a tizio, però andremo a pagare comunque le tasse relativamente al valore catastale (calcolato dal geometra come valore_rendita_catastale + 5% di rivalutazione X 40,8) cioè circa 120.000"
L'ufficio dell'agenzia delle entrate provinciale ci ha detto che per loro dovrebbe andare bene, in fondo paghiamo un surplus di tasse su una cifra superiore al dovuto
Invece il notaio non è convinto
dice che l'agenzia delle entrate centrale potrebbe mandare un accertamento con richiesta di pagamento, perchè dice "il geometra lo valuta 120.000 ma noi lo valutiamo di più, 150.000 p.e., dunque dovete pagare le tasse della differenza più eventuali sanzioni etc.."

e ha rincarato la dose dicendo che addirittura la finanza potrebbe essa stessa indagare perché dicendo che è stato pagato 80000 e non 120000, la differenza è imputabile ad un passaggio di danaro in nero, per la legge della tracciabilità

I commessi dell'agenzia delle entrate locale possono dire qualche vogliono, ma come dice il notaio, verba volant, se poi da Roma mandano un'accertamento non posso andare a cercare il commesso dell'ufficio provinciale..

Possibile che vendere un immobile commerciale, anche andando a pagare le tasse più del dovuto, ti metta a rischio di eventuali tassazioni e sanzioni?
E' veramente possibile che arrivi un accertamento?
e nel caso a carico di chi? del venditore o di chi compra?
Fai fare una perizia asseverata prima del compromesso e del rogito, fate l'atto a quella cifra, ma mettete in conto un accertamento di maggior valore con sanzioni eccc, che saranno a carico solidale delle parti;
Se vuoi avere e vedere qualche video vai su:
Rapine in corso - Video - Striscia la Notizia
 

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