Diciamo che si è in quelle situazioni dove bisogna valutare i rischi e decisere di conseguenza
Il presupposo è che i pagamenti di ordinaria amministrazione e gestione condominiali , come le eventuali spese inerenti al riscaldamento (se non autonomo) e comunque tutto ciò che è ordinaria gestione condominiale ( lo potrebbe essere anche una piscina e campo da tennis) fino al momento dell'atto sono di spettanza del venditore inquanto di tali servizi ne ha usufruito nel periodo di sua spettanza.
Sicuramente , anche se l'amministratore , essendo nuovo, non è in grado di fornire la certificazione attestante la regolarotà o non dei pagamenti (ordinaria amministrazione ed oneri in generale ) alla data del rogito, è pur vero che solitamente arrivino al condomino i bollettini di pagamento ai quali dovrebbe esserci una ricevuta dell'amministratore (se pagati), da qui si può valutare la solvibilità dal punto condominiale di un proprietario / condomino.
Dico questo non per esonerare il venditore a fornire le dovute garanzie ma per dare un suggerimento all'acquirente per quantizzare e valutare il rischio.
altra cosa che necessariamente bisognerebbe sapere è e sono gli eventuali lavori straordinari
deliberati prima della data del rogito ( il c.c. recità più o meno così) diritti ed oneri maturati prima della data del rogito sono a carico del venditore, mentre quelli maturati successivamente bla bla bla (sono a carico di Rosa
)
Sembra chiaro che se per l'intero stabile sono state deliberate opere di ristrutturazione della facciata o ascensore e/o comunque opere importanti ed onerose, l'acquirente lo dovrebbe sapere perchè di spettanza del venditore (salvo accordi diversi se rientrano nella determinazione del prezzo"accettato di compravendita" perchè descritte e contemplate.
Una piccola indagine tra i condomini potrebbe togliere eventuali dubbi (fortuna ora "credo" abbiano istituito l'esistenza obbligatoria del rappresentante di scala che , come in questo caso, può dare chiarimenti anche se non rilasciare dichiarazioni.
La cosa che (qualora persistano dubbi nonostante tutte le verifiche di conferma svolte dall'acquirente) si potrebbe consigliare, è lasciare a deposito una certa cifra al notaio per coprire eventuali morosità ( che verrà restituita tutta o in parte , in caso di eventuali debiti non saldati) solitamente questo è quello che avviene.
Il mio dubbio è se , da un punto di vista giurisprudenziale , sia (non dico leggittimo ) ma lecita questa imposizione coatta che potrebbe essere non condivisa dal venditore , il quale si potrebbe sentire "in ogni caso adempiente" lasciando una dichiarazione in atto che eventuali spese maturate precedentemente alla data del rogito, sono e saranno a suo carico.
Indagare e far lasciare una somma a deposito è la forma più logica
fermo restando i miei dubbi sulla leggittimità su quanto precedentemente postato in caso di rifiuto di tale imposizione "coatta" riferita a lasciare una somma a deposito" contro la parte venditrice