Cari colleghi,
prima di scrivere questo post, ho cercato una risposta tra le varie discussioni ma ahimè non ne sono venuto a capo.
Espongo i fatti:
A dicembre 2009, ritiro una proposta d'acquisto su un immobile che gestivo con incarico non in esclusiva, prezzo offerto 190.000 euro, devo ammettere che prima della sottoscrizione della proposta gli acquirenti mi comunicano che ad aprile 2008 avevano visto lo stesso immobile con un altra agenzia al prezzo di 220.000 euro. Ho chiesto espressamente se avessero instaurato una trattativa, e se avessero firmato una proposta d'acquisto e o esternato la volontà di acquistare. La risposta è stata negativa. Inoltre l'incarico di mediazione con l'altra agenzia è scaduto a dicembre del 2008. Su queste basi ho ritenuto di poter ritirare la proposta d'acquisto certo che il collega non poteva esercitare il diritto alla provvigione
Ebbene oggi il proprietario e l'acquirente hanno ricevuto una raccomandata dall'altra agenzia che informava che l'immobile è stato visionato con loro " più volte ed anche in presenza del proprietario" " che hanno ritirato fotocopia dei documenti dell'immobile, e con i quali è stato raggiunto un accordo verbale" , quindi se dovessero concludere l'affare, allora tale affare è stato concluso per merito loro. Ovvero pretenderanno le provvigioni.
Ho chiamato gli acquirenti che mi hanno detto che all'epoca dei fatti hanno ricevuto tramite mail una copia della piantina ed un fac simile della proposta d'acquisto ( essendo stranieri volevano valutare il tipo di documentazione che avrebbero dovuto eventualmente firmare) ma nient'altro. Infatti comunicarono che non erano interessati all'acquisto
Alla luce di ciò per scrupolo ho fatto una ricerca su internet (è la prima volta che mi capita un caso del genere), e sinceramente adesso non sono più sicuro che il collega non ha nessun diritto.
Potreste fornirmi maggiori chiarimenti, come dovrei comportarmi? e nel caso non spetta nulla alla prima agenzia qualche riferimento da mostrare ai clienti?
grazie tante
Francesco
Grazie
prima di scrivere questo post, ho cercato una risposta tra le varie discussioni ma ahimè non ne sono venuto a capo.
Espongo i fatti:
A dicembre 2009, ritiro una proposta d'acquisto su un immobile che gestivo con incarico non in esclusiva, prezzo offerto 190.000 euro, devo ammettere che prima della sottoscrizione della proposta gli acquirenti mi comunicano che ad aprile 2008 avevano visto lo stesso immobile con un altra agenzia al prezzo di 220.000 euro. Ho chiesto espressamente se avessero instaurato una trattativa, e se avessero firmato una proposta d'acquisto e o esternato la volontà di acquistare. La risposta è stata negativa. Inoltre l'incarico di mediazione con l'altra agenzia è scaduto a dicembre del 2008. Su queste basi ho ritenuto di poter ritirare la proposta d'acquisto certo che il collega non poteva esercitare il diritto alla provvigione
Ebbene oggi il proprietario e l'acquirente hanno ricevuto una raccomandata dall'altra agenzia che informava che l'immobile è stato visionato con loro " più volte ed anche in presenza del proprietario" " che hanno ritirato fotocopia dei documenti dell'immobile, e con i quali è stato raggiunto un accordo verbale" , quindi se dovessero concludere l'affare, allora tale affare è stato concluso per merito loro. Ovvero pretenderanno le provvigioni.
Ho chiamato gli acquirenti che mi hanno detto che all'epoca dei fatti hanno ricevuto tramite mail una copia della piantina ed un fac simile della proposta d'acquisto ( essendo stranieri volevano valutare il tipo di documentazione che avrebbero dovuto eventualmente firmare) ma nient'altro. Infatti comunicarono che non erano interessati all'acquisto
Alla luce di ciò per scrupolo ho fatto una ricerca su internet (è la prima volta che mi capita un caso del genere), e sinceramente adesso non sono più sicuro che il collega non ha nessun diritto.
Potreste fornirmi maggiori chiarimenti, come dovrei comportarmi? e nel caso non spetta nulla alla prima agenzia qualche riferimento da mostrare ai clienti?
grazie tante
Francesco
Grazie