Buongiorno a tutti.
Come da oggetto, mi chiedevo se quanto è accaduto a me è eccezione o sta (spero di no) diventando una regola.
Circa venti giorni fa ho contattato il custode di un immobile in Toscana per effettuare un sopralluogo; la risposta è stata di rivolgersi ad un'agenzia immobiliare del luogo, a cui era stato affidato il compito di organizzare le visite vista la distanza dalla sede operativa del custode (hinterland di Milano).
Contattata l'agenzia, ho scoperto che avrei dovuto sostenere un costo per il sopralluogo, e più in generale che - argomentando e giustificando con dei servizi da loro forniti per il supporto all'asta che io non desideravo essendo autonomo (e in ogni caso gradirei potere decidere se sì o no) - se avessi partecipato all'asta, anche in autonomia, per il fatto stesso di avere fatto il sopralluogo (e immagino a questo di punto che in quella sede mi avrebbero fatto firmare non una presa visione, ma un accordo contrattuale) avrei dovuto riconoscere una "provvigione" all'agenzia.
Chiesti lumi al custode, mi ha confermato che questo era l'accordo.
Due giorni fa, stessa storia: desiderando visitare un immobile nella provincia in cui risiedo (procedura in carico al tribunale locale), ho chiesto l'appuntamento tramite il PVP e questi hanno reindirizzato la richiesta ad una società che opera on line (in partnership con un istituto di credito pure on line) che mi ha comunicato che la visita di sopralluogo sarebbe stata gratuita, ma in caso di aggiudicazione avrei dovuto pagare in percentuale (nel caso specifico, 500 euro+IVA).
Sta succedendo lo stesso anche altrove? E' un modo elegante per mettere barriere all'ingresso e/o rifilare agli acquirenti i costi di procedura?
Che contributo può dare un'agenzia immobiliare? (capirei se mi permettessero un saldo a stralcio o qualche via alternativa per ottenere l'immobile - legalmente si intende
Attendo vostre considerazioni!
Buon pomeriggio,
Claudio
Come da oggetto, mi chiedevo se quanto è accaduto a me è eccezione o sta (spero di no) diventando una regola.
Circa venti giorni fa ho contattato il custode di un immobile in Toscana per effettuare un sopralluogo; la risposta è stata di rivolgersi ad un'agenzia immobiliare del luogo, a cui era stato affidato il compito di organizzare le visite vista la distanza dalla sede operativa del custode (hinterland di Milano).
Contattata l'agenzia, ho scoperto che avrei dovuto sostenere un costo per il sopralluogo, e più in generale che - argomentando e giustificando con dei servizi da loro forniti per il supporto all'asta che io non desideravo essendo autonomo (e in ogni caso gradirei potere decidere se sì o no) - se avessi partecipato all'asta, anche in autonomia, per il fatto stesso di avere fatto il sopralluogo (e immagino a questo di punto che in quella sede mi avrebbero fatto firmare non una presa visione, ma un accordo contrattuale) avrei dovuto riconoscere una "provvigione" all'agenzia.
Chiesti lumi al custode, mi ha confermato che questo era l'accordo.
Due giorni fa, stessa storia: desiderando visitare un immobile nella provincia in cui risiedo (procedura in carico al tribunale locale), ho chiesto l'appuntamento tramite il PVP e questi hanno reindirizzato la richiesta ad una società che opera on line (in partnership con un istituto di credito pure on line) che mi ha comunicato che la visita di sopralluogo sarebbe stata gratuita, ma in caso di aggiudicazione avrei dovuto pagare in percentuale (nel caso specifico, 500 euro+IVA).
Sta succedendo lo stesso anche altrove? E' un modo elegante per mettere barriere all'ingresso e/o rifilare agli acquirenti i costi di procedura?
Che contributo può dare un'agenzia immobiliare? (capirei se mi permettessero un saldo a stralcio o qualche via alternativa per ottenere l'immobile - legalmente si intende
Attendo vostre considerazioni!
Buon pomeriggio,
Claudio