GEO_DGE_1

Membro Attivo
Professionista
Aggiornamento.

A quanto ho capito Caio intende lasciare casa (dal valore di 100k) a Tizio, e per gli altri 100k di money, 50% al figlio e 50% al nipote.

Il Notaio (un altro) suggerisce una cosa a mio avviso un pochettino "strana": fare un atto di donazione in cui il Sig. Caio dona a Tizio la casa, in cambio di assistenza.

È una cosa che ci potrebbe anche stare, qualora il Signor Caio morisse tra x lustri, ma qualora venisse a mancare tra qualche mese, lascerebbe il tempo che trova... Non trovate?
il figlio dovrebbe avere almeno il 50% di tutto
A me non piace la soluzione del notaio, che sembra troppo donazione simulata
Io cercherei altre soluzioni, ma intanto farei 2 righe di testamento olografo e al limite te le fai dare a te e le conservi te, poi se viene sorpassato da altro testamento, ma se capitasse il peggio all'anziano lui comunque sarebbe a posto, forse
 

Camillo1975

Membro Attivo
Professionista
Le famose cessioni con obbligo di mantenimento o di assistenza, in favore di persone avanti in là con gli anni o dalle condizioni di salute incerte mi hanno sempre lasciato perplesso. Il problema è la mancanza di alea. Ogni volta in cui si può dire in anticipo chi ci rimetterà, ecco, allora saremmo in ipotesi di cessioni nulle per difetto di causa.

Giusto nel frattempo fare un testamento, in modo almeno da tamponare la situazione.
 

Michela_

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Non capisco, perché il Notaio ha consigliato la donazione?
Se si elude la quota di legittima poi il figlio deve impugnare la donazione, mi sfugge qualcosa?
 

Camillo1975

Membro Attivo
Professionista
Non è una donazione. E' un contratto sinallagmatico dove a fronte della cessione (senza corrispettivo in denaro; di qui secondo me l'inquadramento fatto come donazione) di un immobile, ci si assume l'impegno ad assistere e/o addirittura mantenere (vitto, alloggio, cure mediche, ecc...) la controparte. Se quest'ultima ad esempio è malato terminale, il contratto sarà nullo per difetto di alea. Idem se il valore del bene ceduto fosse assorbito, che so, in 30 anni e la cessione fosse fatta da un 90enne.
 

brina82

Membro Storico
Professionista
Non capisco, perché il Notaio ha consigliato la donazione?
Ho pensato che il motivo fosse quello di fare un atto in più, ma poi ho pensato che avessi troppo pensato a male.

L'ha chiamata donazione ma in pratica è questa:
Non è una donazione. E' un contratto sinallagmatico dove a fronte della cessione (senza corrispettivo in denaro; di qui secondo me l'inquadramento fatto come donazione) di un immobile, ci si assume l'impegno ad assistere e/o addirittura mantenere (vitto, alloggio, cure mediche, ecc...) la controparte. Se quest'ultima ad esempio è malato terminale, il contratto sarà nullo per difetto di alea. Idem se il valore del bene ceduto fosse assorbito, che so, in 30 anni e la cessione fosse fatta da un 90enne.
PS ha 80 anni e sta a letto; non si può alzare.
 

Camillo1975

Membro Attivo
Professionista
... e allora, vedi? Se l'immobile ha un certo valore, l'alea potrebbe non esserci. Io questi sono contratti che non consiglio mai e se me li sottopongono scappo via. In certe condizioni sarebbero anche validi, ma bisognerebbe addentrarsi nella valutazione dell'alea. Troppo rischioso. Non ci sono certezze. Se si vogliono evitare liti, specie dopo la morte, non sono contratti da fare alla leggera, questi.
 

brina82

Membro Storico
Professionista
... e allora, vedi? Se l'immobile ha un certo valore, l'alea potrebbe non esserci. Io questi sono contratti che non consiglio mai e se me li sottopongono scappo via. In certe condizioni sarebbero anche validi, ma bisognerebbe addentrarsi nella valutazione dell'alea. Troppo rischioso. Non ci sono certezze. Se si vogliono evitare liti, specie dopo la morte, non sono contratti da fare alla leggera, questi.
Se l'immobile vale 300k e Caio campa 10 anni, potrebbe starci: 30k annue di rimborso non sarebbero proprio sbagliati...
 

Camillo1975

Membro Attivo
Professionista
In realtà ci dovrebbe essere l'ipotesi che chi riceve il bene perda, addirittura. Solo così può dirsi che c'è alea. Insomma, rischia di guadagnarci, ma anche di perderci. Per cui se c'è obbligo di assistenza sanitaria, con ricoveri anche in strutture private, allora magari ci può stare. Altrimenti la vedo dura. Comunque è questione di fatto. Non mi ci sono mai voluto addentrare perché intanto ti citano in giudizio e poi devi stare a spiegare.
 

Michela_

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Ho pensato che il motivo fosse quello di fare un atto in più, ma poi ho pensato che avessi troppo pensato a male.
Pensa pure male, parti avvantaggiato, a maggior ragione in questo caso
Non è una donazione.
Quindi ho capito bene, mi pareva strano il termine “donazione” quando in realtà non sarebbe una donazione!
E' un contratto sinallagmatico dove a fronte della cessione (senza corrispettivo in denaro; di qui secondo me l'inquadramento fatto come donazione) di un immobile, ci si assume l'impegno ad assistere e/o addirittura mantenere (vitto, alloggio, cure mediche, ecc...) la controparte. Se quest'ultima ad esempio è malato terminale, il contratto sarà nullo per difetto di alea. Idem se il valore del bene ceduto fosse assorbito, che so, in 30 anni e la cessione fosse fatta da un 90enne.
L’avevo capita così ma poi non mi era del tutto chiaro come si poteva “impostare” la cosiddetta donazione appunto!
PS ha 80 anni e sta a letto; non si può alzare.
Dipende dalle patologie, tutto bene (si fa per dire) finché si alimenta ed è capace di intendere e di volere.
con ricoveri anche in strutture private,
Con pagamento a carico del “beneficiario” suppongo…
A me non piace questa soluzione, troppo ingarbugliata. Non c’è nessun’altra alternativa più tranquilla?

Non so perché mi è venuta in mente la vendita della nuda proprietà, non saprei ma… potrebbe essere utile a qualcosa?
 

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