Tecnicamente la situazione non e' affatto anomala.
Basti pensare, che cio' accade di frequente, nelle compravendite ove si tratta l'immobile in collaborazione tra due o piu' agenzie.
Piu' preciso, sarebbe dire, che chi ha in mano il venditore, tende a volerla scatenare, l'asta al rialzo.
Mentre invece nel caso specifico, a porsi in singolare evidenza, e' il fatto che l'asta, e' stata scatenata dalla stessa agenzia.
Una ingenuita' da parte del collega.
Se e' stata accesa una trattativa con una proposta, la pratica va' congelata, nel favore del primo proponente.
Quello che stacca prima l'assegno.
Diversamente, bisognera' per forza, dare piena ragione all'amico smocker.
Il secondo cliente, si dovra' mettere in coda o, ancora meglio, proporgli qualcos'altro, a farne due di vendite.
SeNza bruciare uno dei clienti.
A fortiori, e' ovvio che uno dei due, restera' senza quella determinata preferenza di acquisto.
Meglio operare dapprima, amputando le pratiche, senza dare false illusioni a nessuno.
Ritornando alla tecnica, quando nelle collaborazioni, si giungeva ad avere due proposte in simultanea.
L'intermediario di parte venditrice, pur avendo ritirato una proposta, ti esorta a portare lo stesso il cliente.
Oppure se vi e' una fase avanzata, a formulare conunque, l'ulteriore proposta.
Gesto dell'ombrello.
Non si brucia un cliente per farlo andare a fare un'asta su un acquisto.
Che l'asta si scateni nel solo favore del venditore, nel caso in cui sia la stessa agenzia a porla in essere.
Oppure, nel contesto di pluralita' di mediatori, piu' in favore dell'intermediario, che usera' la seconda proposta come leva, per far rialzare ed accettare la sua;
La tecnica rimane sempre quella:
MAI bruciare un cliente.