Da tecnico (ingegnere) che opera nel settore impiantistico posso dire che:
1- è vero che se un impianto non ha certificazione PUO' essere a norma (a patto che sia stato realizzato secondo le normative tecniche che esistevano già dal 72. Potrebbe quindi essere suffficiente una verifica da parte di un professionista abilitato e il rilascio di una DIchiarazione di RIspondenza (DIRI), ma potrebbero anche essere necessari interventi da parte di una impresa installatrice.
2- per esperienza molti impianti realizzati OGGI non sono a norma, sebbene sia stata rilasciata dichiarazione di conformità. I problemi sono due:
- Burocraticamente: molti installatori non hanno compreso la sostanziale differenza tra ex 46/90 e nuovo DM37/08 che rende OBBLIGATORI vari allegati, tra cui un progetto/progettino/relazione, l'elenco materiali utilizzati, schema installativo ecc. Il DM37/08 in materia parla chiaro e in assenza degli allegati la dichiarazione NON è valida (ne ho una sottomano adesso
).
- tecnicamente: stendo un velo pietoso sugli impianti dichiarati a norma quando tecnicamente non lo sono o nemmeno controllati...
Ciò per fare maggiore chiarezza tecnica sulla questione.
Detto ciò l'art 13 del predetto decreto OBBLIGA alla consegna delle dichiarazioni di conformità e relativi allegati SALVO diverso ed ESPLICITO accordo tra le parti (insomma posso acquistare anche un immobile senza impianti, a patto di saperlo).
La dichiarazione di Catia "sono funzionanti ancorchè privi delle relative dichiarazioni di conformità" è quindi giusta e necessaria in caso di assenza della documentazione suddetta, chiarendo all'acquirente la situazione e sollevando il venditore da garanzia che non può dare. Omettere tale dichiarazione sarebbe a mio parere illegittimo.