Teorie e arie fritte, come tu le definisci, riscontrate e verificate, in oltre vent'anni di esperienza.
Per quei soggetti, sarai sicuramente rimasto buono, per qualche cafferino o ad un saluto amichevole, con pacca sulla spalla di ordinanza.
Non certo per comperare o per vendere.
Che, in teoria, dovrebbe essere il tuo lavoro.
Quei soggetti, se dovranno vendere o acquistare, o consigliarlo per i loro congiunti, stanne certo come l'aria fritta o no che respiri, che non si rivolgeranno mai piu' a te.
Perche' hanno gia' dato.
Io non so' chi ti abbia insegnato il mestiere.
Ma posso tranquillamente dirti, che quelli che lo hanno insegnato a
me, sulla piazza, erano i migliori.
Che da agente alle prime armi, ho avuto diversi conflitti con i miei insegnanti, proprio per le stesse questioni di cui stiamo dibattendo.
Quante volte, che sia un incarico o una vendita, sembrava fatta e invece, si annullavano contratti e si restituivano le somme senza nulla pretendere.
Poi col tempo, certe cose e le motivazioni, si capiscono.
Per avere lasciato la vendita di un bilocalino, entravano caseggiati interi, terreni edificabili, primizie e vendite che ne generano altre.
..e invece del caffe', ci siam bevuti le casse di Champagne.
Ti garantisco che ti sbagli.
Ho avuto il piacere di vender casa ad almeno due persone che precedentemente avevano "perso" una somma versata.
Come ti posso garantire che ho conosciuto persone a cui altri colleghi avevano fatto "la grazia" di restituire loro l'assegno (proprio come proponi tu), andare in giro a vantarsi d'essere stati furbi nel "liberarsi" dai vincoli della proposta o peggio ancora andare in giro ad affermare che "se l'agente gli aveva restituito l'assegno dopo che era stata firmata la proposta, voleva dire che l'agente era un disonesto e sapeva d'essere nel torto, perchè altrimenti non lo avrebbe restituito".
Capito? i colleghi anzichè essere ritenute brave persone, sono passate per disonesti e imbecilli.
Credimi, la gente guarda solamente all'interesse immediato.
Se oggi gli stai simpatico e ha bisogno di te, tutto bene.
Se per qualche ragione gli stai sulle scatole, tu puoi pure essere la persona più onesta del mondo, che scattano comunque le dicerie.
In generale, la gente è così!, .................. purtroppo.
Comunque sia, credo che ognuno abbia il sacrosanto diritto di regolarsi come meglio crede nell'esercizio della propria attività, valutando a seconda delle circostanze e delle persone con cui si trova ad interagire.
Un modo standard valido per tutte le occasioni direi che sia da escludersi perchè ogni situazione ha le sue peculiarità uniche.
Tornando al nostro caso specifico, credo che il collega sia l'unica persona che possa aver avuto la situazione sotto mano, avendola vissuta di persona, e avendo avuto a che fare col cliente in questione.
Del resto poi, neppure la sua versione dei fatti conosciamo!
Ciò che conosciamo è la versione fornita dal cliente, che di per sè dipinge un bel quadretto!
Poichè il collega non ha commesso alcun errore (tecnicamente parlando) e non ha violato alcuna norma etica o professionale, mi chiedo perchè proprio noi dobbiamo criticarlo e/o sposare la causa di un cliente come quello di cui sopra.
Poi sia ben chiaro, anche in questo caso ognuno è libero di fare e pensare ciò che vuole ..........., del resto; il mondo è bello perchè è vario!