nik.sasol37

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Buongiorno,
Una mia conoscente si sta separando dal marito, hanno una casa in comproprietà e un mutuo cointestato.
Lui ha deciso di andarsene, ma dice di non voler ricevere soldi per la sua quota di proprietà, nel caso si decidesse di vendere casa.
Allora la moglie sarebbe intenzionata ad acquistare la quota del marito, la domanda è:
Nonostante lui non voglia soldi per la suo quota di proprietà, so che bisogna dichiarare all'atto notarile un valore minimo (che sarebbe il valore catastale), quindi come possono fare?

Tralasciando i possibili problemi dell'accollo del mutuo, rinegoziazione, ecc..., sono quindi obbligati a trasferire la quota di proprietà al prezzo del valore catastale?

Spero di essermi spiegato bene, ringrazio in anticipo per le risposte
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Buongiorno,
Una mia conoscente si sta separando dal marito, hanno una casa in comproprietà e un mutuo cointestato.
Lui ha deciso di andarsene, ma dice di non voler ricevere soldi per la sua quota di proprietà, nel caso si decidesse di vendere casa.
Allora la moglie sarebbe intenzionata ad acquistare la quota del marito, la domanda è:
Nonostante lui non voglia soldi per la suo quota di proprietà, so che bisogna dichiarare all'atto notarile un valore minimo (che sarebbe il valore catastale), quindi come possono fare?

Tralasciando i possibili problemi dell'accollo del mutuo, rinegoziazione, ecc..., sono quindi obbligati a trasferire la quota di proprietà al prezzo del valore catastale?

Spero di essermi spiegato bene, ringrazio in anticipo per le risposte
Il prezzo di vendita di quella quota è liberamente pattuibile, se è al di sotto del valore catastale si potrebbe avere un controllo dell'agenzia delle entrate, per questo generalmente non si scende sotto (ma il controllo lo possono fare lo stesso, ma non è quasi automatico).
Pertanto la risposta è si, la compravendita deve avere un prezzo di vendita, il prezzo più basso raccomandabile è il catastale ed il denaro deve necessariamente venire versato, altrimenti un domani qualcuno che ne abbia titolo potrebbe richiedere l'annullamento di quel rogito perchè finto.
Poi il marito potrà donare quella cifra alla moglie, ma anche questo passaggio rende il rogito aggredibile (da un futuro erede del marito, inclusa una futura moglie).
Direi che almeno una consulenza da un legale/notaio sia utile, ciao!
 

nik.sasol37

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Il prezzo di vendita di quella quota è liberamente pattuibile, se è al di sotto del valore catastale si potrebbe avere un controllo dell'agenzia delle entrate, per questo generalmente non si scende sotto (ma il controllo lo possono fare lo stesso, ma non è quasi automatico).
Pertanto la risposta è si, la compravendita deve avere un prezzo di vendita, il prezzo più basso raccomandabile è il catastale ed il denaro deve necessariamente venire versato, altrimenti un domani qualcuno che ne abbia titolo potrebbe richiedere l'annullamento di quel rogito perchè finto.
Poi il marito potrà donare quella cifra alla moglie, ma anche questo passaggio rende il rogito aggredibile (da un futuro erede del marito, inclusa una futura moglie).
Direi che almeno una consulenza da un legale/notaio sia utile, ciao!
La ringrazio per la risposta, purtroppo era come immaginavo.
Buona serata!
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Potrebbero far rientrare la cessione della quota del marito negli accordi per la separazione.
Comunque serve un avvocato divorzista, per trovare la soluzione migliore e meno onerosa
 

Mimi

Membro Attivo
Privato Cittadino
Potrebbero far rientrare la cessione della quota del marito negli accordi per la separazione.
Se la separazione è fatta tranquillamente, senza "dispetti", qualsiasi accordo raggiunto l'avvocato divorzista lo presenta in tribunale e in 30 giorni viene ratificato, se ci sono dei minori il giudice verifica solo se i minori sono stati tutelati da quello accordo, in presenza di figli maggiorenti non autosufficienti anche se in modo diverso il giudice controlla sempre che ci sia una certa tutela.
In definitiva senza figli la quota parte del coniuge può rientrare pienamente negli accordi della separazione senza che si possa presentare alcun problema nel futuro.
Se invece ci sono figli, in particolar modo minori, sicuramente il giudice vincolerà la cessione della quota parte a tutela dei minori, a titolo di esempio:
La quota parte ceduta divenuta nella piena disponibilità dell'atro coniuge questo potrebbe vendersela e sperperare tutti i soldi in divertimento e spese pazze, quindi i minori "perderanno" quella tutela che la legge impone in caso di separazione.
 

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