Io resto dell’idea che la trattativa in questi casi non possa essere gestita ne da parenti ne da colleghi perché un occhio di riguardo ci sarà sempre e non è giusto nei confronti del cliente che si affida all’agente. Capisco che è legale e non vi sono normative in merito ma se parliamo di etica allora si dovrebbe avvisare prima ancora di iniziare la trattativa e lasciare la scelta finale al cliente che pagherà una profumata caparra
Sul fatto che decida di avvisare l'altra parte concordo, ma non è sempre una buona idea, potrebbe condizionare negativamente la persona.
Il nostro lavoro, dopo molti anni, si basa su clienti abituali, investitori, amici, parenti, amici e parenti dei vecchi clienti, vicini di casa, soggetti con cui si hanno altri rapporti commerciali ecc, quindi si impara a condurre in modo professionale la mediazione pur avendo rapporti personali o interessi già attivi con una delle parti.
Le tutele legali ci sono state. Così però si rischia di perdere la fiducia verso l'agente...a volte noi compratori ragioniamo, ci confidiamo e chiediamo consiglio all'agente. Se sapessi che la proprietà saprà tutto sicuramente parlerei molto meno
Atteggiamento sbagliato, credimi. Se un immobile vale X si venderà ad X, spesso combattiamo proprio col proprietario amico/coniuge/vecchio cliente perchè capisca che anche se ci stima tanto non facciamo miracoli.
E' interesse dell'agente e del proprietario che l'acquirente viva una bella esperienza, si senta seguito, riceva tutte le informazioni, acquisti al prezzo giusto, comprenda quello che firma ecc.
A volte ragionate con la conflittualità di base di chi fa compravendite private, che sono tremende da ogni punto di vista, quelle si.
Spesso non vi rendete conto che il mediatore è anche un imprenditore, vuole farsi nuovi clienti, non seminare fregature qua e la, perchè se fa cosi neppure la sorella gli darà la casa da vendere.