Un amico ha in locazione da oltre 30 anni un immobile di proprietà dello stato. Circa 4 mesi fa, l'ente gli ha comunicato la cessione dell'allogio da lui locato ed il relativo prezzo di vendita come stabilito dalla legge 560 del 1993 dandogli 30 giorni di tempo per far pervenire all'ente la sua eventuale accettazione della proposta di vendita. Dopo 20 giorni viene mandata all'ente venditrice dell'immobile una raccomandata nella quale si faceva rilevare che non corrispondeva alla reale situazione di fatto di ciò che loro proponevano in vendita, di conseguenza un diverso valore di vendita dell'immobile per cui per poter dedicere o meno di acquistare quell'immobile necessitava prima una verifica di quanto fatto rilevare con la conseguenza della modifica del prezzo di vendita. Fino ad oggi l'ente non ha dato risposta, cosa fare? C'è la possibilità che l'ente mette in essere quello previsto dalla 560 e cioè che se non si acquista bisogna lasciare libero l'immobile? (salvo la tutela prevista dalla stessa legge).
Il fatto è questo: tra tutti i dettami di come devono essere posti in vendita i beni, il prezzo di vendita deve essere quello che risulta all'agenzia del territorio. Nella proposta fatta dall'ente, il prezzo di vendita è come quella dell'agenzia del territorio ma diversa dalla situazuione reale dello stato di fatto dell'immobile, più precisamente, all'agenzia del teritorio l'immobile è registrato con una consistenza di 10 vani e di conseguenza la reddita catastale è X , ma di fatto l'allagio ha una consistenza di 5,5 vani quindi con una rendita catastale di circa 45% in meno. Questa diversità è dovuta al fatto che in origine l'intera unità aveva una consistenza di 10 vani ma poi succesivamente, inizio anni 60, è stata suddivisa in 2 unità, e mai effettuate le modifiche all'agenzia del territorio.
Cosa mi consigliate di fare? Forse è meglio rivolgersi ad un avvocato oppure aspettare che l'ente risponde?
Il fatto è questo: tra tutti i dettami di come devono essere posti in vendita i beni, il prezzo di vendita deve essere quello che risulta all'agenzia del territorio. Nella proposta fatta dall'ente, il prezzo di vendita è come quella dell'agenzia del territorio ma diversa dalla situazuione reale dello stato di fatto dell'immobile, più precisamente, all'agenzia del teritorio l'immobile è registrato con una consistenza di 10 vani e di conseguenza la reddita catastale è X , ma di fatto l'allagio ha una consistenza di 5,5 vani quindi con una rendita catastale di circa 45% in meno. Questa diversità è dovuta al fatto che in origine l'intera unità aveva una consistenza di 10 vani ma poi succesivamente, inizio anni 60, è stata suddivisa in 2 unità, e mai effettuate le modifiche all'agenzia del territorio.
Cosa mi consigliate di fare? Forse è meglio rivolgersi ad un avvocato oppure aspettare che l'ente risponde?