Ni… o meglio, caparra o meno, esiste un contratto che fino alla conclusione o alla risoluzione, resta valido, pertanto assegno scoperto o meno, in presenza di contratto il proprietario non può vendere ad altri all’indomani della scoperta dell’assegno non coperto. Prima si risolve il contratto in essere, poi si vende a terze persone.
Non ti seguo, purtroppo.
Il primo elemento è chiedersi: se tu fossi la venditrice, accetteresti di tenere fermo un appartamento per riservarlo ad un signore che non ha consegnato un assegno valido all'agente immobiliare?
Se qualunque cosa andasse storta, infatti, ad esempio, cioè se l'acquirente senza ragione e con mutuo approvato cambiasse idea e trasferito per lavoro decidesse di non comprare più, tu venditrice non avresti nulla su cui rivalerti, perché la caparra semplicemente non esiste.
In secondo luogo: a livello penale, l'assegno scoperto significa che tu, acquirente, dichiarando che è coperto, commetti il delitto di truffa, in quanto ti fai tenere un immobile fermo ingannando tutti che l'assegno sia coperto, quando il venditore avrebbe potuto vendere ad altri.
Terzo elemento, l'illecito amministrativo di emissione di assegni scoperti, rende partecipe anche l'agente immobiliare che quell'assegno tiene in deposito, magari sapendo che non è coperto.
Inoltre, la caparra serve proprio ad attestare l'esistenza del contratto.
Per quanto riguarda la doppia alienazione immobiliare, non è necessario che sia sciolto il primo contratto; io venditore posso vendere anche due volte la stessa casa, basta che ne paghi le conseguenze a livello di danni.