Secondo me il problema non sono le perizia fatte male o con prezzi gonfiati (anche se così fosse con due coppie di aste all'anno, in due anni l'immobile arriverebbe alla metà della base iniziale). Il problema è che - soprattutto nei centri medio piccoli - il privato alle aste non compra. Non le conosce, non sa dove reperire le informazioni, pensa non siano finanziabili o semplicemente non ci ha mai pensato. In Tribunali come Milano, Roma, Torino i pezzi più commerciali sono aggiudicati a valore di mercato; più ci si allontana dai grandi centri, più l'investitore non si fida a comprare (se non con forti sconti) e più il privato cittadino non è a conoscenza della possibilità di fare questo tipo di acquisti. Con la riforma delle esecuzioni immobiliari del 2006 e con quella dei Fallimenti del 2005 è obbligatorio che l'immobile sia pubblicato su Internet, spazio all'opaco ce n'è proprio poco, la questione è che l'interessato ad un determinato immobile in un determinato luogo deve sapere che può trovarlo anche su tal sito e non solo su immobiliare.it o similari. Che poi ci siano perizie difficili da leggere, stati occupativi che possano trarre in inganno è vero, rendono il mercato più selettivo e ristretto agli esperti., ma sono eccezioni.
Cassin Kolia
casedaenti.it