La giurisprudenza però va nella direzione opposta a quanto auspichi; tante sono le sentenze che recitano che il mediatore deve informare i clienti sui fatti a lui noti o conoscibili con la media diligenza (e qui sta l'inghippo).
Una pratica urbanistica è conoscibile, basta fare una richiesta di accesso agli atti, così come la storia catastale e quella ipotecaria; il cliente può sempre dire: perché non hai controllato se potevi e se mi hai detto che lo avresti fatto?
Se non hai la competenza per fare da solo, come è giusto che sia, fai fare i controlli da chi le ha.
Nessuna responsabilità a tuo carico, quella la lasci ai tecnici che controllano.
I notai lasciamoli perdere, loro possono; inoltre il notariato sta andando nella direzione di rendere "obbligatoria" una relazione di conformità urbanistica.
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Quindi, in sintesi, come lavoro io (non pretendo che sia vangelo ma mi trovo bene):
- in acquisizione mi faccio dare atto di provenienza e planimetria catastale (o delega al ritiro) da cui posso vedere se ci sono condoni (e in quel caso dico al venditore di far controllare) o cose macroscopiche; mi faccio dire se ci sono ipoteche o mutui
- trovato l'acquirente faccio sottoscrivere una proposta (che non diventa preliminare) subordinata alla conformità e alla assenza di vincoli
- faccio fare i controlli approfonditi e "freschi" per evitare sosprese dell'ultimo minuto
- vado al preliminare con: relazione ipocatastale, relazione tecnica di un tecnico che certifica la conformità urbanistica e catastale (o le possibili piccole difformità sanabili con tempi, modi e costi).