è innegabile che lo studio può portare solo arricchimento dal punto di vista professionale.
Matematico come dire che la confettura di ciliegie è una roba dolce.
Così come è altrettanto vero, che se uno è cretino, può aver studiato ed essersi specializzato quanto vuoi, ma non lo assumeranno, neanche a friggere le patatine.
Del resto oggigiorno, un imbecille, è una persona colta, molto spesso pluri laureato.
Può avere prestigio sociale eo professionale, possedere doti delle più svariate e perfino essere brillante e affascinante.
Mentre nel passato erano senz'altro più facilmente riconoscibili.
Già negli anni settanta, Leonardo Sciascia, in un suo storico brano dal titolo: "Oh quei bei cretini di una volta!";
Commentava il processo italiano dell'alfabetizzazione di massa, favorito dall'obbligo della frequentazione scolastica, ricordandoli con rimpianto:
"Quei bei cretini genuini, integrali, come il pane di casa, come l’olio e il vino dei contadini."
Vent'anni più tardi, su quella stessa scia, fu lo storico Carlo M. Cipolla, specializzato in Storia dell'economia, a fotografare lo stato dell'arte, in un approfondimento dedicato all’istruzione e alla formazione.
Che, osservando la crescita di quota dei laureati italiani, ebbe a dire che: " Nel futuro sarà sempre più difficile individuare gli imbecilli.
Perchè sono istruiti, vestiti bene, e soprattutto laureati: Sono dei cretini intelligentissimi".
Il saggio si intitola "Non ci sono piu gli imbecilli di una volta"
Se l'ha detto lui, partito da una Cattedra all'università di Pavia, fino ad insegnare all'università di Berkeley, sara' meglio credergli sulla parola.