Se si vuole stare veramente veramente tranquilli occorrerebbe verificare la presenza dei requisiti per l'agibilità.
Oggi sappiamo che una pratica edilizia, permesso di costruire ecc. non è valida se manca il fine lavori, ma un tempo non era così, o meglio nella maggior parte dei fascicoli progettuali presenti al Comune, le vecchie pratiche di 30-50 anni fa avevano solamente il progetto, senza neppure l'inizio e fine lavori, ma non per questo si considera la pratica non valida, altrimenti veramente lasciamo stare le case e cambiamo tutti quanti mestiere... (i tecnici comunali potranno confermare quanto affermo)
Se vi è fine lavori, allora stiamo pur certi che documenti come collaudo statico e legge 10 sono presenti (almeno si spera), ma per una pratica vecchia potrebbe non essere così, e potrebbe esser complicato collaudare l'opera oggi.
Di recente mi è capitato di acquistare un immobile senza agibilità, ed appartenendo ad un complesso residenziale non mi sono preoccupato più di tanto, poi avendo scoperto delle marachelle fatte dal costruttore, iniziai a preoccuparmi sulla bontà della documentazione... Per fortuna stava quasi tutto a posto e c'era anche il collaudo statico. La pratica per l'agibilità l'ho presentata io.
È chiaro che col senno del poi, se si ha il sentore che ci possa esser stato un iter non proprio trasparente nella costruzione di un determinato immobile/fabbricato, è meglio verificare anche i requisiti per l'agibilità, prima di acquistare.
Altro caso di complesso residenziale all'apparenza "pulito". Ho acquistato e rivenduto senza agibilità e senza neppure aver controllato.
Quindi per concludere direi: se è possibile è meglio sempre verificare, tuttavia se diventa difficoltoso a causa del tempo necessario a reperire la documentazione, in assenza di particolari warning, è possibile soprassedere.