crisocione

Membro Attivo
Professionista
Per la cronaca le associazioni nel campo elettrico sostengono (credo anche a ragion veduta, stando alla lettera del DM37/08) , che la DIRI può essere prodotta SOLO per gli impianti realizzati prima della 46/90. Cioè precedenti al 1990

Non mi è mai capitato che un tecnico esperto, incaricato di redigere una DiRi per un impianto privo di DiCo, obiettasse sulla data di realizzazione dell'impianto stesso, anche perché se l'impianto non è certificato è ben difficile determinarla.
Il DM 37/08 recita, all'art. 7: "6. Nel caso in cui la dichiarazione di conformità prevista dal presente articolo, salvo quanto previsto all'articolo 15, non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto è sostituito - per gli impianti eseguiti prima dell'entrata in vigore del presente decreto - da una dichiarazione di rispondenza, resa da un professionista iscritto all'albo professionale per le specifiche competenze tecniche richieste, che ha esercitato la professione, per almeno cinque anni, nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, sotto personale responsabilità, in esito a sopralluogo ed accertamenti, ovvero, per gli impianti non ricadenti nel campo di applicazione dell'articolo 5, comma 2, da un soggetto che ricopre, da almeno 5 anni, il ruolo di responsabile tecnico di un'impresa abilitata di cui all'articolo 3, operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione."
Perché dici "stando alla lettera del DM 37/08"? Non mi sembra che l'articolato faccia questa esclusione che, come dici, avrebbe poco senso.
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Premetto che anche a me ha fatto comodo che l'elettricista (meglio, l'elettrotecnico) mi abbia prodotto la DIRI, ed anche lui fosse rismasto piuttosto sorpreso .
Ma proprio oggi , in occasione del decennale del DM, ho ricevuto una collezione di FAQ relative alla applicazione del DM stesso. In particolare vedi

Impianto del 2000... senza impianto di terra | Impianti elettrici - norme tecniche

C'è nel medesimo sito un dossier che tratta la questione.
(poi convengo che se si può sostenere che l'impianto è precedente al '90, la DiRi non è da escludersi.)
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Il DM 37/08 recita, all'art. 7: "6. Nel caso in cui la dichiarazione di conformità prevista dal presente articolo, salvo quanto previsto all'articolo 15, non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto è sostituito - per gli impianti eseguiti prima dell'entrata in vigore del presente decreto - da una dichiarazione di rispondenza,
Mi correggo; Andavo a memoria: in ogni caso la sostanza rimane: cambia la data; il decreto non prevede DiRi per impianti successivi al decreto stesso. Quindi posteriori al 2008
 

crisocione

Membro Attivo
Professionista
Gli anni di applicazione della 46/90 hanno evidenziato una problematica ricorrente, ovvero la necessità di valutare la conformità e la sicurezza di un impianto privo di paternità certa, ma che magari è stato comunque realizzato secondo le regole dell'arte e con materiali idonei e che soddisfa i criteri di conformità essenziali: l'introduzione della DiRi consente di fare questa verifica d'esperienza e di mettere una "toppa" sugli impianti ben fatti ma con carenze documentali. Non a caso per la DiRi sono richiesti requisiti professionali di rango superiore a quelli del "semplice" installatore. E' ovvio che una legge che esce nel 2008 e introduce uno strumento come "rimedio" debba limitarne l'applicabilità al periodo precedente, perché ricalcando la 46/90 ribadisce che gli impianti nuovi o adeguati (dunque dopo il 2008) dovranno essere certificati, da chi li realizza o li modifica, con la DiCo e non con la DiRi. Però, a 10 anni dall'entrata in vigore del 37/08, secondo me si sta ripetendo la stessa situazione prima descritta post 46/90, ovvero impianti realizzati anche in tempi recenti ma non certificati: mi capita spessissimo che l'AI mi dica che l'impianto è "a norma" ma privo di DiCo. E quindi credo che possa essere adottato lo stesso criterio di verifica mediante DiRi, al fine di tutelare la sicurezza di chi acquista o subentra in un immobile. La ratio della norma è certamente quella di ampliare la base di impianti verificati onde ridurre i rischi per l'incolumità delle persone. Se il tecnico che incarico si rifiuta di verificare e certificare mediante DiRi un impianto, poniamo, del 2010 (attività molto più veloce e sicura rispetto alle verifiche su un impianto vetusto), io cambio tecnico. Fin'ora, mai successo.
 

Manola 62

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Parliamo di immobili con potenza sino a 6 Kw tuttavia mi capita frequentemente di trovare negozi o attività artigianali che sebbene abbiano l'impianto a norma (spesso modificato dopo il DM 37/08) siano privi di progetto e di DiCo. In tal caso mi risulta che la rispondenza non sia attuabile se superano i 6 Kw
 

ArinZ

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Salve, mi ricollego a questa discussione senza aprirne una nuova perchè mi sembra la più pertinente tra le varie che ho trovato sull'argomento, ma dalle quali non ho ancora ben chiara la situazione.
Ho messo in vendita una casa costruita nei primi anni 2000, da me acquistata direttamente dall'impresa costruttrice.
L'acquirente interessato nella bozza di preliminare che dovremo firmare ha inserito questa dicitura:
"obbligo di fornire copia della convenzione urbanistica in base al quale è stato costruito il complesso edilizio, copia dei titoli urbanistici citati nei titoli di provenienza, copia dell'agibilità che la società venditrice si era obbligata a richiedere e copia degli attestati di certificazione degli impianti."

Secondo il venditore detti attestati dovrebbero essere in mio possesso, rilasciati dal costruttore contestualmente al rogito di acquisto da parte mia. Non li trovo e non ricordo se mai li ho ricevuti o se potrei averli persi. Fatto sta che non li ho.

In base a tutto quanto detto sopra la mia casa risulta edificata prima del 2008 ma dopo la normativa precedente, quindi ricade nella casistica in cui dovrei cercare un tecnico [ovvero un elettricista abilitato, un termotecnico abilitato e chi altri?] per far rilasciare una dichiarazione di rispondenza -e non una dichiarazione di conformità- giusto?

Oppure non sono materialmente obbligato a fornire alcunchè?

Ho già chiesto, tramite l'agente immobiliare che segue la trattativa, di stralciare la frase in rosso ma la parte acquirente si è opposta.

Per completezza: l'impianto è esattamente nello stato originale del momento dell'acquisto, salvo un filo inserito in un corrugato preesistente che da una presa a muro arriva diretto al Q.E. dove si collega ad un interruttore dedicato per l'alimentazione di un piano cottura a induzione. Nella peggiore delle ipotesi posso sfilarlo, smontare il magnetotermico dal quadro e tutto torna identico a quando l'ho acquistata...
 

Umberto Granducato

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Salve, mi ricollego a questa discussione senza aprirne una nuova perchè mi sembra la più pertinente tra le varie che ho trovato sull'argomento, ma dalle quali non ho ancora ben chiara la situazione.
Ho messo in vendita una casa costruita nei primi anni 2000, da me acquistata direttamente dall'impresa costruttrice.
L'acquirente interessato nella bozza di preliminare che dovremo firmare ha inserito questa dicitura:
"obbligo di fornire copia della convenzione urbanistica in base al quale è stato costruito il complesso edilizio, copia dei titoli urbanistici citati nei titoli di provenienza, copia dell'agibilità che la società venditrice si era obbligata a richiedere e copia degli attestati di certificazione degli impianti."

Secondo il venditore detti attestati dovrebbero essere in mio possesso, rilasciati dal costruttore contestualmente al rogito di acquisto da parte mia. Non li trovo e non ricordo se mai li ho ricevuti o se potrei averli persi. Fatto sta che non li ho.

In base a tutto quanto detto sopra la mia casa risulta edificata prima del 2008 ma dopo la normativa precedente, quindi ricade nella casistica in cui dovrei cercare un tecnico [ovvero un elettricista abilitato, un termotecnico abilitato e chi altri?] per far rilasciare una dichiarazione di rispondenza -e non una dichiarazione di conformità- giusto?

Oppure non sono materialmente obbligato a fornire alcunchè?

Ho già chiesto, tramite l'agente immobiliare che segue la trattativa, di stralciare la frase in rosso ma la parte acquirente si è opposta.

Per completezza: l'impianto è esattamente nello stato originale del momento dell'acquisto, salvo un filo inserito in un corrugato preesistente che da una presa a muro arriva diretto al Q.E. dove si collega ad un interruttore dedicato per l'alimentazione di un piano cottura a induzione. Nella peggiore delle ipotesi posso sfilarlo, smontare il magnetotermico dal quadro e tutto torna identico a quando l'ho acquistata...

non sei obbligato a fornirli, tuttavia, se non li hai, potresti trovarli in comune oppure ottenerne una copia dall'installatore se ancora in attività
 

ArinZ

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
In teoria è così.
Che dice il tuo rogito in proposito?

Niente di niente... L'unico accenno vagamente pertinente è questo: "la società venditrice si impegna a richiedere al comune il rilascio del certificato di abitabilità e dichiara che il fabbricato stesso è in tutto conforme ai progetti e alla normativa urbanistica vigente"

Cosa che non credo abbia niente a che fare con gli impianti...

non sei obbligato a fornirli, tuttavia, se non li hai, potresti trovarli in comune oppure ottenerne una copia dall'installatore se ancora in attività
In Comune potrei provare a chiedere, fermo restando che sarà una via crucis visto che il comune di Roma non è rinomato per sua efficienza. Gli installatori, trattandosi di cantiere, chissà quanti saranno stati tra subappalti e altro. L'impresa costruttrice originale è stata liquidata anni fa, sebbene operi ancora sotto altra ragione sociale.
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Oggi alla presentazione del "Fine lavori" e richiesta di agibilità, si devono presentare in comune tutte le certificazioni impianti: non so se ciò valeva all'epoca della costruzione, che non è di 3000 anni fa: un tecnico, anche in comune, ti può dire se alla data di costruzione tale prassi era già usuale.
Nel qual caso il possesso dell'agibilità è conseguente quindi equivalente alla esistenza di certificazione degli impianti: se l'acquirente si ferma a questo intoppo, non sembra molto interessato all'immobile.
 

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