Vista dal punto di vista di un capo (titolare) ragionevole può forse esseri utile:
"Il lavoro di ogni uomo può procedere secondo tre direzioni. Egli può essere utile al lavoro. Egli può essere utile a me stesso. Ed egli può essere utile a se stesso. Naturalmente l'ideale sarebbe che il lavoro di un uomo produca dei risultati in tutte e tre le direzioni. Ma se una di esse manca, le altre due possono sussistere. Per esempio, se un uomo mi è utile, per questo semplice fatto è ugualmente utile al lavoro. Oppure se egli è utile al lavoro, per questo stesso fatto, mi è ugualmente utile. Ma se un uomo è utile al lavoro e utile a me, ma non è capace di essere utile a se stesso, la situazione in cui si trova è delle peggiori, perché non potrebbe durare a lungo.
In effetti, se egli non prende niente per se stesso e se non cambia, se rimane tale e quale era prima, allora il fatto di essere stato per caso utile durante un certo tempo non è portato a suo credito, e, ciò che è più importante, egli cessa ben presto di essere utile. Il lavoro cresce e cambia. Se un uomo non cresce egli stesso o non cambia, perde il contatto con il lavoro. Il lavoro lo lascia dietro di sé ed il fatto stesso che egli sia stato utile può da quel momento cominciare ad essere nocivo". (Frammenti di un insegnamento sconosciuto / P. D. OUSPENSKY)
"Il lavoro di ogni uomo può procedere secondo tre direzioni. Egli può essere utile al lavoro. Egli può essere utile a me stesso. Ed egli può essere utile a se stesso. Naturalmente l'ideale sarebbe che il lavoro di un uomo produca dei risultati in tutte e tre le direzioni. Ma se una di esse manca, le altre due possono sussistere. Per esempio, se un uomo mi è utile, per questo semplice fatto è ugualmente utile al lavoro. Oppure se egli è utile al lavoro, per questo stesso fatto, mi è ugualmente utile. Ma se un uomo è utile al lavoro e utile a me, ma non è capace di essere utile a se stesso, la situazione in cui si trova è delle peggiori, perché non potrebbe durare a lungo.
In effetti, se egli non prende niente per se stesso e se non cambia, se rimane tale e quale era prima, allora il fatto di essere stato per caso utile durante un certo tempo non è portato a suo credito, e, ciò che è più importante, egli cessa ben presto di essere utile. Il lavoro cresce e cambia. Se un uomo non cresce egli stesso o non cambia, perde il contatto con il lavoro. Il lavoro lo lascia dietro di sé ed il fatto stesso che egli sia stato utile può da quel momento cominciare ad essere nocivo". (Frammenti di un insegnamento sconosciuto / P. D. OUSPENSKY)