Ringrazio tutti per le informazioni e i suggerimenti. Si, so che "il fai da te" produce risultati davvero buoni.Ho iniziato a ricostruire la pratica dal 1940, anno in cui il mio bisnonno fece la prima domanda di acquisto del suolo soprastante la grotta ( in pratica il tetto) perchè essendo circondato da tutte le parti da area che si credeva comunale (invece era demaniale; il comune la riscattò negli anni 60) gli avevano suggerito di inoltrare la richiesta pe verificarne la legittima proprietà. Aveva acquistato la grotta nel 1920 e non si era mai posto il problema se il tetto fosse suo o meno. Il tetto, essendo una superficie piatta si prestava bene per l'eventuale erezione di un fabbricato.Siccome il Comune non poteva cedere ciò che non era suo ha tergiversato fino al 1965, anno in cui la figlia, mia nonna ha cominciato ad edificare su quella superficie mai assegnata. Fu ovviamente intimata a non procedere con i lavori e invitata a recarsi in Comune per regolarizzare la situazione. Passarono altri anni (la burocrazia in certi posti regna più sovrana che in altri) e il figlio di mia nonna (fratello di mia madre) continuò ad edificare con il supporto del compiacente Sindaco del paese il quale, in cambio di favori politici prometteva che l'avrebbe aiutato a sanare il tutto. Così fu. Nel 1989 infatti l'immobile venne accatastato tramite il pagamento di una bella somma (sette milioni delle vecchie lire) a nome di mio zio e del Comune, ciascuno con i propri diritti. Questo perchè si accorsero alla buon'ora che nonostante le domande e una bozza di delibera consiliare, la superficie non fu mai assegnata. Nel 1994 in seguito ad un grave incidente stradale mio zio, la moglie, e i due ragazzi morirono. Stabilita la commorienza, secondo la legge ciscun ramo della famiglia eredita ciò che gli spetta. Troppo facile? Si, e la telenovela continua. Io, che rappresento mia madre perchè anziana, mi sono recata nel Comune a chiedere spiegazioni sul da farsi e il nuovo Sindaco tanto gentile e disponobile mi disse che a breve avrebbe riunito la giunta per far deliberare la vendita del suolo. Lo fece l'anno scorso ma nel dispositivo della delibera non mise il nome degli eredi ma la solo dicitura "gli eredi aventi diritto". Quando mi presentai dal Notaio contenta come un grillo, per fare l'atto di trasferimento mi rispose che non era possibile perchè senza i nominativi gli eredi da parte della moglie di mio zio (i quali reclamano la comunione dei beni. Sull'immobile forse, ma sulla superficie come possono intevenire se non hanno nulla a che fare non la mia famiglia? ) avrebbero fatto opposizione e lui di grane non ne voleva. Mi suggerì di chiedere nuovamente al Comune la modifica del dispositivo della delibera inserendo i nominativi degli eredi e di tornare per la stipula.
Il Comune, evidentemente, pressato dagli eredi da parte della moglie di mio zio, mi rispose che per modificare il dispositivo voleva una sentenza da parte di un GIudice. Così da buon Ponzio Pilato se ne è lavato le mani, in attesa di un imposizione legale. Ora, alla luce di questi fatti, devo (io abito ad Acqui Terme) scendere al paese lontano mille chilometri per: 1) recarmi dall'avvocato e procedere per arrivare al giudice. 2) Verificare da un notaio il come mai l'atto della grotta, che mia mamma aveva nel frattempo ereditato e, successivamente venduto (1976) al fratello affinchè ci costruisse sopra ha una particella catastale inesistente e, se in questo caso si potesse annullare l'atto. Insomma, per dirla in parole tutt'altro che oxfordiane "un gran casino". Non è una questione di interessi, si sa che quando le cose non sono "cristalline" è già tanto che si sistemino al meglio. Quello che mi fa "strano" è che nessuno si sia preso a cuore questo caso che è di per se davvero anomalo. Avevo intenzione di scrivere all'indignato speciale. Ma sono già indignata abbastanza di mio.(((-: Ancora un grazie a tutti.So che non è facile riassumere tanti anni di storia in breve, e so che è ancor più difficile capire e dare suggerimenti