Da profano, ma attento al settore, dico la mia.
Dallo studio FIMAA emerge che, in ambito europeo, gli agenti immobiliari italiani risultino essere tra quelli più professionalizzati e competenti; infatti è alta la barriera d'ingresso alla professione e molto stringenti le ipotesi di incompatibilità ma tutto questo significa, purtroppo, anche accrescere la lusinga di tentare la via dell'attività abusiva ed illegale da parte di molti appartenenti a categorie affini.
Altro dato che possiamo esaminare e discutere è quello del numero piuttosto basso di immobili intermediati per ciascun agente immobiliare italiano: solo otto all'anno e questo numero era quello proveniente dal periodo delle vacche grasse del mercato della casa, quello dei primi anni del 2000...
Ma adesso, in un periodo di magra, se un singolo mediatore italiano riesca a vendere 5-6 case all'anno è tutto grasso che cola...
Chiedo: si potrebbe risolvere questo problema abbassando di netto la percentuale delle provvigioni? Faccio un esempio: se invece di chiedere il 6% complessivo, il mediatore italiano chiedesse il 2% solo al venditore ma aumentasse il numero delle intermediazioni annuali da 6 a 25 o a 30, il gioco varrebbe la candela...Ma se poi, abbassate volontariamente le percentuali, si ritrovasse a vendere, in un anno, non 6 ma solo 10 case, in questo caso potrebbe anche chiudere baracca e burattini...
Questo credo sia il classico caso del cane che si morda la coda, forse irrisolvibile nel breve e medio periodo senza che si mettino a rischio i bilanci delle agenzie.
Io penso, quindi, che la percentuale ordinaria media del 6% sia, per adesso, del tutto giusta, congrua e rassicurante per il nostro mediatore, visto, altresì, il dato del tasso di accesso degli italiani ai servizi di intermediazioni immobiliare, un insoddisfacente 50%. (E Spagna, Germania, Francia e Belgio non stanno meglio di noi...).
Ecco il tema centrale che dovrebbe imporre una profonda riflessione a tutti i responsabili del settore: cosa fare, nel concreto, per aumentare la stima degli italiani nei confronti dei mediatori immobiliari regolarmente abilitati e cosa fare in modo che si crei il profilo dell'agente immobiliare di fiducia, alla stessa maniera nella quale sussista la figura dell'avvocato o del medico di fiducia per ciascuno di noi?
Dallo studio FIMAA emerge che, in ambito europeo, gli agenti immobiliari italiani risultino essere tra quelli più professionalizzati e competenti; infatti è alta la barriera d'ingresso alla professione e molto stringenti le ipotesi di incompatibilità ma tutto questo significa, purtroppo, anche accrescere la lusinga di tentare la via dell'attività abusiva ed illegale da parte di molti appartenenti a categorie affini.
Altro dato che possiamo esaminare e discutere è quello del numero piuttosto basso di immobili intermediati per ciascun agente immobiliare italiano: solo otto all'anno e questo numero era quello proveniente dal periodo delle vacche grasse del mercato della casa, quello dei primi anni del 2000...
Ma adesso, in un periodo di magra, se un singolo mediatore italiano riesca a vendere 5-6 case all'anno è tutto grasso che cola...
Chiedo: si potrebbe risolvere questo problema abbassando di netto la percentuale delle provvigioni? Faccio un esempio: se invece di chiedere il 6% complessivo, il mediatore italiano chiedesse il 2% solo al venditore ma aumentasse il numero delle intermediazioni annuali da 6 a 25 o a 30, il gioco varrebbe la candela...Ma se poi, abbassate volontariamente le percentuali, si ritrovasse a vendere, in un anno, non 6 ma solo 10 case, in questo caso potrebbe anche chiudere baracca e burattini...
Questo credo sia il classico caso del cane che si morda la coda, forse irrisolvibile nel breve e medio periodo senza che si mettino a rischio i bilanci delle agenzie.
Io penso, quindi, che la percentuale ordinaria media del 6% sia, per adesso, del tutto giusta, congrua e rassicurante per il nostro mediatore, visto, altresì, il dato del tasso di accesso degli italiani ai servizi di intermediazioni immobiliare, un insoddisfacente 50%. (E Spagna, Germania, Francia e Belgio non stanno meglio di noi...).
Ecco il tema centrale che dovrebbe imporre una profonda riflessione a tutti i responsabili del settore: cosa fare, nel concreto, per aumentare la stima degli italiani nei confronti dei mediatori immobiliari regolarmente abilitati e cosa fare in modo che si crei il profilo dell'agente immobiliare di fiducia, alla stessa maniera nella quale sussista la figura dell'avvocato o del medico di fiducia per ciascuno di noi?
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