..e' vero.
Tuttavia e' innegabile, che per l'agente d'affari in mediazione, in maniera trasversale, sussiste un pregiudizio e delle riserve piu' profonde, rispetto a quelle rilevabili in altre professionalita'.
Col passare degli anni, deduco che cio' accade, per via della percezione, di chi ha dovuto imparare una determinata professione, che questa attivita', non sia paragonabile ad un vero e proprio riconosciuto mestiere.
Quando l'attivita', non era regolamentata, lo scambio ed i nessi causali tra le parti, avvenivano nei bar o in altri luoghi di lavoro e o aggregazione.
I "faccendieri" dell'epoca, pionieri dell' intermediazione, mettevano in contatto l'offerta con la domanda.
Oggi come all'ora, l'informazione e la notizia, nella disponibilita' di questi vettori, determinano il verificarsi di una compra vendita.
Notizie ed informazioni sono ritenuti merce "volatile".
Da questo effetto deriva, la percezione diffusa e radicata, di ritenere chi sta nel mezzo, tra la compra e la vendita, una sorta di avvoltoio, senza ne arte e ne parte.