Caro Medagalex, tutta la questione rientra nel solito atteggiamento sinistrorso delle istituzioni e anche di gran parte della magistratura, che considerano l'inquilino un povero agnellino sempre vessato ed insidiato dal locatore-lupo e, non avendo la capacità di costruire la c.d. "case popolari" (nè di gestire per bene quelle che già hanno) e di risolvere il c.d. "problema abitativo", considerano le case di proprietà come "popolari" e, con le attuali leggi e regolamenti, praticamente le usano a loro piacimento come se fossero "case popolari" senza spendere un centesimo: in questo modo il popolo (degli inquilini e dei falsi buonisti) è contento e li rivota.
Comunque, per venire al tuo problema (peraltro, molto comune, specialmente con tutti gli extracomunitari in regola e no che circolano per l'Italia), a mio avviso il locatore può mettere nel contratto dei paletti alle persone che possono essere autorizzate a vivere (e, volendo, anche a prendere la residenza) nell'immobile. E' sufficiente che, nel contratto, oltre all'intestatario, vengano citate le persone che vi potranno abitare in maniera fissa (certo, un mese mi sembra un pò poco... in quanto effettivamente potrebbe essere un'ospite temporanea; nè sarebbe facile dimostrare che paga un subaffitto in nero...), mettendo una piccola frase del tipo: "...da adibire a civile abitazione per sè e per le persone di seguito elencate; ogni variazione di quanto sopra dovrà essere comunicata al locatore e da questi autorizzata...". E' evidente che, in questo modo il conduttore si impegna e, se non vuole farlo, la cosa è sospetta e occorrerà valutare se dare corso al contratto o no. Io ho avuto ragione in tal senso con alcuni extracomunitari: avevano sottoscritto la clausola del contratto per loro due e le loro due mogli, poi hanno fatto venire 5 loro connazionali. Sono riuscito a dimostrare l'inadempienza contrattuale e a mandarli via anche in tempi brevi.